In questa puntata pre – natalizia, il poliziottesco di cui andrete oggi a leggere è “ Milano violenta “, anno di uscita 1976, con la regia di Mario Caiano e colonna sonora de “ I Pulsar “ , gruppo Progressive Rock, in attività dal 1974. Interpreti di questa pellicola sono Claudio Cassinelli, nel ruolo di Raul Montalbani, detto Il Gatto, un bandito avido e solitario, solo alla ricerca del soldo, il siciliano Elio Zamuto, nel ruolo del Commissario, e alla fine anche “ giustiziere “, Foschi, Vittorio Mezzogiorno, che interpreta Walter, uno dei quattro banditi, e Silvia Dionisio, attrice molto in voga in quegli anni in questo genere di film ed anche in qualche ruolo in commedie scollacciate, nel ruolo della prostituta Layla, alla fine perdutamente innamorata de Il Gatto. Se vi aspettate un poliziottesco alla Maurizio Merli o alla Luc Merenda, fatto di scazzottate e stragi, allora dovrete vedervi un altro poliziottesco. Claudio Cassinelli, in questo ruolo, non dà il meglio di sé; molto più significativa era stata la sua interpretazione, nel ruolo del Commissario Silvestri, in La polizia chiede aiuto.
Il film inizia con quattro banditi ed un complice, che gli ha procurato la macchina, che si danno appuntamento per una rapina alla sede dell’ Aspex. I quattro fanno irruzione, feriscono una donna con un calcio di una pistola ed uccidono una guardia giurata. Arriva la polizia e due dei quattro banditi, uno dei quali si chiama Tropea ed è interpretato da Biagio Pelligra, mentre l’altro è Walter, riescono a scappare,vanamente inseguiti. Nel frattempo, gli altri due banditi, Il Gatto e Fausto, interpretato da John Steiner, rilasciano due donne, ma uccidono uno degli ostaggi che tentava di scappare. Sfuggiti ala polizia, intanto, Walter e Tropea cercano rifugio da una prostituta, “ Sbocciata “ , la quale li fa nascondere in un vecchio mattatoio, dove aspetteranno Il Gatto, il quale vede accolta la sua richiesta di far arrivare una macchina con cui fuggire via, ma nella macchina viene installato un dispositivo che li possa localizzare durante la loro fuga. I banditi scappano con due ostaggi, un uomo ed una donna, ma durante la fuga al Gatto viene il sospetto che questa sia troppo facile ed allora si ferma dentro una galleria, fa fermare un’altra macchina e fugge via, sempre con Fausto ed i due ostaggi. La macchina è quasi senza benzina e si ferma ad un distributore, ma avendo effettuato un’inversione in zona non consentita, viene fermata per un controllo, che si trasformerà in una carneficina: alla richiesta di esibire i documenti, Fausto uccide uno degli agenti ed un motociclista a cui ruba la moto, ma la sua fuga durerà ben poco, visto che si schianterà addosso ad un camion. Il Gatto, rimasto solo, prosegue la sua fuga con l’ostaggio ed ad un certo punto lo getta fuori dalla macchina, mentre la donna era già riuscita a scappare al distributore. Dopo lo schock subìto, la donna riconosce in Raul uno dei banditi.
Nel mentre, Tropea e Walter meditano sul da farsi, temendo una ritorsione del Gatto. Il quinto uomo, Gavino, fidanzato di Layla, le confida che gli uomini della rapina gli devono un po’ di soldi con i quali sistemerebbe un po’ di problemi e lei gli confessa che sa dove questi si trovino, avendoglielo detto la Sbocciata e Gavino va a batter cassa, ma, dopo essere stato portato in una discarica di automobili, viene prima stordito con un colpo in testa e poi dato alle fiamme dentro la macchina. Anche la Sbocciata viene fatta fuori, da Tropea, con una coltellata. Si susseguono gli interrogatori, ma nessuno di questi porta a nulla di concreto, tranne quello fatto al ragionier Baudengo, il quale non convince Foschi, che, insieme al collega, Ispettore Tucci, lo segue, e lo vede incontrarsi con il Gatto, il quale rintraccia Layla e si fa portare a casa sua e, dopo averla percossa, si fa dire dove si nascondano Tropea e Walter; li raggiunge, ne segue un dialogo fatto di falsa amicizia, con i due che dicono che non lo avrebbero mai tradito, ma alla prima occasione, dopo averlo portato in un luogo buio dove gli avevano detto di aver nascosto i soldi, tentano di farlo fuori, non riuscendovi, ma essendo convinti del contrario; poi, prendono i soldi e vanno via. Layla viene portata in commissariato e sottoposta ad un duro interrogatorio ed alla fine svela dove sono nascosti Tropea e Walter che, però, intanto, sono fuggiti. A casa sua, Layla viene raggiunta da Raul, ferito, e convinta a scappare con lui in una bellissima villa, di un suo amico. Nel frattempo, Layla inizia ad innamorarsi di Raul, il quale gli fa chiamare un suo medico di fiducia per rimetterlo in piedi, che dice a Layla che Raul non è l’uomo per lui, che è cattivo e pensa solo ai soldi. Layla lo vede solo, come un cane rabbioso e vorrebbe stare al suo fianco. Alla domanda di lei se Raul non avesse più visto nessuno dei suoi parenti, Raul tace ….
La polizia arriva a Righetto Bartoli, detto Il Balordo, il quale ha procurato passaporti falsi a Tropea e Walter ed il cerchio si restringe sempre più. Layla, intanto, è sempre più innamorata di Raul, ma lui, a parte qualche “ tenera effusione “, non ricambia il sentimento. Lei vorrebbe fuggire via, ma Raul la disillude di continuo dicendole che vuole restare solo e che quando tutto sarà finito, ognuno andrà per la sua strada. Layla, però, va anche da Foschi il quale le consiglia di dire a Raul che sa dove si nascondano i due suoi ex compari, a La Villetta, un luogo dove Raul ed i suoi complici si nascondevano, e qui Layla sparisce di scena, nonostante provi fino all’ultimo a Raul a fargli cambiare idea.
Scene finali: Raul raggiunge la Villetta e, prima, uccide Tropea senza riuscire a farsi dire dove fossero nascosti i soldi, dopo che questi lo stava per accoltellare, poi aspetta Walter e si fa condurre da quest’ultimo al posto dove sono nascosti i soldi,dentro una legnaia; Walter gli tira un pezzo di legna addosso disarmandolo e poi sparandogli, ma Raul fugge e lo chiude in cantina. Walter gli propone di spartirsi il bottino, e Raul accetta, e di sparare in aria gli ultimi tre colpi di pistola, cosa che entrambi fanno, ma Raul ne ha ancora uno in canna e, quando apre a Walter, gli spara un colpo in testa. Ma i soldi non sono sotto la legna, bensì addosso a Walter e Tropea; Raul li prende e fa per fuggire, ma arriva la Polizia. Mentre fugge da La Villetta, Raul uccide un agente e tenta di scappare con i soldi, ma durante la sua corsa, anche i soldi fuggono via da lui ( …. ) e dopo un breve inseguimento lungo i boschi, su una pianura totalmente priva di alberi, viene ucciso, di spalle, da una revolverata sparata da Foschi ed il film finisce con Raul che, prima di esalare l’ultimo respiro, rivolge un ultimo sguardo sui soldi insanguinati.
Un poliziottesco nella media, senza picchi in positivo o in negativo, con una recitazione, invece, un po’ al di sotto dello standard. Il protagonista, in questo caso, non è tanto il poliziotto eroe o giustiziere che, in questo caso, si trova solo nella parte finale del film, bensì il bandito triste e solitario che non vuole avere rapporti con nessuno se non con sé stesso.
Stefano Steve Bertini