A metà anni ’60 eravamo in piena epopea spaghetti western e venivano realizzati ottimi prodotti così come pellicole di scarsissima qualità. Per fare un esempio col poliziottesco, “ Roma a mano armata “ e “ Torino violenta “. Il film di cui vi vado a scrivere oggi rientra fra quelli di ottima qualità non tanto e non solo per il cast che vede protagonisti Lee Van Cleef e Tomas Milian, due specialisti del genere, quanto per la regia sempre fuori dagli schemi di Sergio Sollima, che nella sua carriera ha girato non un numero esagerato di pellicole, ma tutte di livello e di vario genere, dal western al poliziottesco d’ inchiesta, dal giallo allo spionaggio all’ avventura.
La caratteristica degli western italiani o spaghetti western che dir si voglia è stata quella che i protagonisti di turno, almeno la maggior parte di essi, erano “ brutti, sporchi e cattivi “, ma paradossalmente onesti e con un codice d’ onore, come è nel caso di Tomas Milian che in questo film interpreta la parte di “ Cuchillo “, coltello il significato, anche e soprattutto per la sua abilità nel maneggiare coltelli, che viene ingiustamente accusato dello stupro e dell’ omicidio di una bambina di dodici anni. Della sua cattura viene incaricato Jonathan Corbett, Lee Van Clef, uno stimato “ bounty killer “ che dopo la sua ultima fatica sta per ritirarsi a vita privata e si vuole buttare in politica e, così, ha inizio una ingiusta caccia all’ uomo ma, più il tempo passa e più Corbett si rende conto che qualcosa non va, qualcosa non gli torna ed ogni volta che mette le mani sul “ peones “, in qualche modo se lo lascia scappare. Alla caccia si uniscono anche il latifondista Brokston, anche lui in procinto di entrare in politica ed il barone austriaco Von Schulenberg, ed anche qui notare la genialità dei nostri registi perché cosa c’ entrerebbe un barone austriaco, immaginatevi, in un western tipo “ Ombre rosse “ o “ I magnifici sette “, ma si sa come i nostri registi di “ genere “ avessero queste uscite geniali. Tutto sta che procede spedita la caccia all’ uomo, sapendo tutti la verità ma sapendo quanto scomoda essa sarebbe stata se fosse venuta fuori: la verità era che Cuchillo aveva visto tre uomini, fra i quali il genero di Brokston, che già sapeva tutto, stuprare ed ammazzare la bambina, ma a sua volta era stata visto ed accusato. Corbett, a questo punto, sa e sa come fare giustizia: mette di fronte Cuchillo ed il genero di Brokston che viene ucciso con una coltellata in fronte, uccide poi il barone austriaco nonostante venga da questo ferito ed infine, con l’ aiuto di Cuchillo, con un colpo di fucile a distanza siderale compie giustizia freddando Brokston. Le strade dei due si separano in mezzo al deserto con Cuchillo che urla a Corbett che, in ogni caso, non l’ avrebbe mai preso.
Il film è giustizialista, ma nel senso buono del termine, ed in qualche modo quello che poi sarebbe stato il poliziottesco si può dire che abbia preso spunto anche da questo filone.
Stefano Steve Bertini