Michele Massimo Tarantini è un regista che ha legato il suo nome soprattutto alla commedia sexy di cui è stato il massimo interprete, senza poi disdegnare alcune incursioni nel poliziottesco, termine che lui, come tanti altri suoi colleghi, non ama particolarmente. Il regista, cugino di Sergio e Luciano Martino, ormai dal lontano 1983 vive in Brasile. Contattato attraverso un famoso Social per sapere se fosse disponibile a raccontarsi, ho avuto il piacere e l’ onore di intervistarlo telefonicamente pochi giorni addietro. Qui di seguito, alcuni stralci di una bella intervista telefonica in cui il regista mi ha raccontato dai suoi esordii fino alla “ saudade “ che, nonostante sia da tanti anni in Brasile, ancora lo colpisce.
_ Michele Massimo Tarantini, Lei ha iniziato la sua carriera da regista con un poliziesco, “ Sette ore di violenza per una soluzione imprevista “, per poi passare al filone della commedia sexy, con un paio di incursioni nel poliziottesco. Ha qualche aneddoto curioso da raccontarci?
_ Riguardo al mio esordio da regista, dopo essere stato negli anni precedenti aiuto regista e scenografo, ho iniziato, appunto, con “ Sette ore di violenza per una soluzione imprevista “. Riguardo a questo film, di cui è produttore Luciano Martino che insieme al fratello Sergio sono miei cugini, c’ è un curioso aneddoto: è un poliziesco che si svolge in Grecia ma per qualche misterioso motivo non si doveva far capire che il film era stato girato in Grecia, così la maggior parte delle scene fu sì girata in terra ellenica, ma in località sconosciute che nessuno avrebbe potuto capirlo. Poi ho girato molte commedie sexy che sono, in qualche modo il mio marchio di fabbrica. Un film su cui mi voglio soffermare è “ La liceale “, con Gloria Guida che, più che essere una commedia erotica, voleva rappresentare proprio un film erotico che ebbe grandissimo successo alla sua prima uscita al Cinema Smeraldo di Torino. Nel cast, fra gli altri, era presente anche Gisella Sofio che rimase abbastanza sbalordita quando la chiamai per questo film, essendo circa dieci anni che non lavorava più.
_ Lilli Carati, Edwige Fenech, Gloria Guida, Nadia Cassini, Silvia Dionisio: in tanti avremmo voluto essere al suo posto. Oltre ad essere splendide donne, ci può dire come erano al di fuori del set cinematografico?
_ Non posso dire altro che bene di tutte queste splendide attrici, ma voglio menzionarne due in particolare per due motivi differenti: una è Edwige Fenech che era una bravissima attrice, aveva un’ ottima presenza scenica e sapeva sempre quello che doveva fare. L’ altra è Lilli Carati che ho diretto in un solo film, “ La professoressa di scienze naturali “. Purtroppo, Lilli era già sotto la dipendenza di droghe e c’ era una persona che già all’ epoca l’ aveva portata su questa bruttissima strada.
_ Rimanendo sempre nel filone della commedia sexy, Lei ha diretto D’ Angelo, Gammino, Carotenuto, Banfi, Montagnani, Vitali, solo per ricordare i più noti. Di loro cosa ci può raccontare?
_ Oltre ad essere valenti attori, con alcuni di loro, D’ Angelo, Montagnani e Mario Carotenuto, era nata una bella amicizia. Riguardo ad Alvaro Vitali, lui aveva fatto il suo esordio cinematografico con Fellini, ma poi sono stato io a lanciarlo in svariate commedie sexy. Per quanto riguarda le celebri scene del buco della serratura attraverso cui si guardava la ragazza che si insaponava sotto la doccia, c’ era bisogno di un attore non troppo prestante fisicamente, ed Alvaro era il personaggio ideale.
_ Fra i tanti attori che ha diretto, c’ è stato qualche screzio con qualcuno o, comunque, qualcuno che ha voluto fare la primadonna?
_ Direi di no, ho lavorato con persone altamente professionali che non hanno mai dato particolari problemi. Solamente in Brasile ho avuto qualche problema con un attore che voleva fare un po’ la primadonna, ma a parte questo episodio, tutto è filato liscio.
_ Venendo al poliziottesco, Lei ha diretto due pellicole, “ Poliziotti violenti “ e “ Napoli si ribella “. Personalmente, le ritengo due pellicole di gran valore. Come mai ne ha girate solamente due?
_ Ormai il mio nome era legato a quello della commedia sexy, quindi mi sono limitato a queste due pellicole. Riguardo a “ Napoli si ribella “, ho una simpatica curiosità da raccontare: due camorristi erano entrati in possesso non si sa come della sceneggiatura e vollero far parte della pellicola indicandomi i ruoli da svolgere e quando si girò il film entrarono molto bene nella parte. Un’ altra curiosità relativa a questo film è il fatto che in tutti questi generi di film ambientati a Napoli c’ era sempre una quantità ingente di pubblico dietro la macchina da presa, nel mio film no sempre a causa dei signori di cui prima .
_ Luc Merenda ed Henry Silva, due mostri sacri del poliziottesco: cosa ci può raccontare di ognuno di loro?
_ Due professionisti esemplari, due persone squisite, molto disponibili dentro e fuori dal set.
_ Come mai, secondo Lei, il termine “ poliziottesco “, da tanti suoi colleghi è inteso in senso dispregiativo, mentre per “ spaghetti western “ non c’ è questo “ accanimento “ ?
_ Sì, in effetti non ho mai capito il termine poliziottesco; è poliziesco, poliziesco all’ italiana. Per quanto riguarda, invece, spaghetti western questo è un termine che ha connotato il western all’ italiana. Riguardo proprio al western, vi è da menzionare che attori del calibro di John Wayne li vedevi sempre tirati a lucido, difficilmente con un capello fuori posto, mentre per quanto riguarda i nostri western, ad esempio quelli girati da quel genio di Sergio Leone, i vari pistoleri erano sempre rappresentati come “ brutti, sporchi e cattivi “.
_ Ha qualche rimpianto nella sua carriera? Ad esempio, c’ è un film che ancora oggi vorrebbe girare?
_ Un paio di rimpianti ce li ho: quello che avrebbe dovuto essere un tv movie, “ Scooter “, che parlava di due ragazze che durante un viaggio in scooter crescevano e diventavano donne e poi un film “ onirico “, che si sarebbe dovuto intitolare “ Il giardiniere del sabato notte “.
_ Ultima domanda: cosa vuol fare Michele Massimo Tarantini da grande, vuole tornare in Italia o si trova bene in Brasile?
_ E’ dal 1983 che ormai vivo in Brasile e ci sto bene, poi è chiaro che la “ saudade “ dell’ Italia ed in particolare della Puglia mi prende abbastanza forte, come mi prende nostalgia del Brasile quando torno nei miei luoghi d’ infanzia.
Stefano Steve Bertini