Sembrerebbe proprio così e cioè che l’ambientalismo è un lusso che ti puoi permettere in una economia ricca e dinamica. Questo è quanto è emerso dal voto di domenica scorsa in Germania. La stessa cosa vale anche per il resto d’Europa, infatti nelle nazioni europee dove maggiormente si è fatta sentire la crisi economica di questi anni, in termini di aumento della disoccupazione e calo dei redditi delle famiglie, prevale la paura, soprattutto nel futuro e quindi la mancanza di lavoro e prospettive per i giovani si tramuta in razzismo e xenofobia, nei confronti degli immigrati che vengono visti come concorrenti per il poco lavoro che c’è e anche sul tema della sicurezza rappresentano un pericolo.
Del resto quando la pancia è vuota è chiaro che si ragiona di pancia e non di testa e questo dipende un po’ da chi soffia sul fuoco del razzismo ed un po’ dalle scelte sbagliate dell’Europa e dei singoli governi. Però non è così per tutti ed infatti i 4 motori dell’Europa che sono la Lombardia, il Baden-Wuttemberg, Rhon-Alpes e Catalogna detengono il primato del reddito procapite più alto e la disoccupazione più bassa. Nel Baden-Wuttemberg, hanno vinto le elezioni amministrative i Verdi con il 31% dei voti circa, incrementando il 24 % del precedente voto e considerando che anche nella legislatura passata i Verdi governavano con la SPD, dopo che i Cristiano Democratici avevano governato ininterrottamente fino al 2011.
Il segreto di questo successo sta nei risultati della politica economica e sociale di questo Land che ha una popolazione di quasi 11 milioni di abitanti, di cui 1,2 milioni di stranieri e 160.000 italiani, nel quale solo per sviluppo e ricerca investono il 4,2 % del PIL della regione. I tedeschi di questo Land quindi non vogliono perdere il benessere ed il tenore di vita conquistato, anzi, stanno lavorando molto sulle questioni ambientali per la difesa dei luoghi turistici di pregio e sul fronte della lotta al surriscaldamento del pianeta, ciò significa che vi è una coscienza civica ed ecologica che invece manca nel nostro Paese, nella nostra regione e nei nostri comuni. Il metereologo Luca Mercalli infatti sostiene che in Italia sulle tematiche ambientali soltanto una nicchia ristretta di cittadini si preoccupa ed è attenta al problema del riscaldamento globale e allo sviluppo delle energie alternative a quelle fossili, mentre la maggioranza dei cittadini è indifferente.
Ecco il problema dell’Italia ” l’indifferenza “, che fa si che questa nazione ragioni sugli slogans oggi di Renzi, domani di Grillo e domani l’altro di Salvini, con linguaggio sempre più arrogante, che porta i cittadini ad essere loro stessi arroganti, ma sempre più ignoranti, disinformati ed incoscienti dei grandi problemi che attraversa la società di oggi. Lo abbiamo sperimentato nel secolo scorso che alla fine della prima guerra mondiale di fronte alla crisi economica e della grande disoccupazione e diffusa povertà, si affermarono il fascismo ed il nazismo, mentre durante il boom economico degli anni ’70 si affermarono governi socialisti e laburisti in tutta Europa. Ne emerge che il progressismo va bene in tempi di crescita economica, ma nei periodi di crisi ritornano le destre conservatrici. Il 17 aprile prossimo voteremo per il referendum sulle trivellazioni in mare, ma visto il periodo storico in cui viviamo, proprio per le considerazioni che facevo prima, penso che vincerà l’indifferenza. Spero di essere smentito dai fatti e che il referendum possa vedere una partecipazione superiore al 50%, anche la scelta del governo di non abbinarlo alle elezioni amministrative contribuirà ad abbassare l’affluenza, ma rimane un dato e cioè che anche se non venisse raggiunto il quorum ma vincessero i ” si “, il problema politico rimarrebbe, avendo però buttato alle ortiche 350 milioni di euro!
Doriano Simeoni