Quanto è importante il “tesoro” etrusco (e/o romano) che sta sotto Camucia? C’è ancora modo, nonostante l’espansione urbanistica avvenuta nel dopoguerra e proseguita fino ai nostri giorni, di trovare un modo per riportarlo il più possibile alla luce e valorizzarlo? Può Camucia, oltre a essere un centro commerciale e residenziale di importanza fondamentale per l’economia locale, cambiare, almeno in parte volto e funzione? Se sì: con quali modalità e, soprattutto, quali risorse economiche?
In questi mesi ho seguito il dibattito, che dai social si è poi riversato fino in parlamento, coinvolgendo cittadini, comitati e forze politiche, nato in seguito all’avvio di scavi in un’area privata sita in Via Capitini, nel bel mezzo della frazione cortonese e in un punto attiguo all’area dei Vivai e di Piazzale Europa, una zona “calda” probabile sede di un’area sacra non si sa quanto vasta e di cui si parla da anni, fra verità, verifiche effettuate dagli enti competenti, supposizioni più o meno fondate e voci di paese
Per questo ritengo opportuno un riepilogo dei nuovi fatti a beneficio di chi ci legge, sulla base di cose lette e dichiarate in questi ultimi mesi.
Gli scavi in Via Capitini sono stati chiesti dal proprietario (lo spiega il Sindaco Basanieri in questo comunicato stampa dello scorso 11 Novembre) “come indicato dal Regolamento Comunale ed in base ad un accordo risalente al 1992, un sopralluogo ed una indagine della Soprintendenza Archeologica della Toscana, che è competente in questo ambito, già in data 7 agosto 2015, per effettuare scavi propedeutici ad una riqualificazione dell’immobile“
Cosa hanno portato alla luce gli scavi?
Un’anticipazione si era avuta nello stesso comunicato stampa del Sindaco, che parlava del: “ritrovamento di tracce di muretti e laterizi, che attualmente sono allo studio degli esperti della Soprintendenza” aggiungendo “Siamo, dunque, in attesa di avere una risposta sull’importanza dei ritrovamenti da parte della Soprintendenza, ed è chiaro che se la stessa Soprintendenza, unico ente titolato a esprimere giudizi storici e archeologici, comunicasse che quell’area è di estremo interesse archeologico saremmo ben felici di inserire quest’area nel percorso più ampio del Parco Archeologico“
Maggiori e più precisi dettagli li ha offerti, in seguito, il Sottosegretario ai Beni Culturali Antimo Cesaro che, in risposta a un’interrogazione dell’On. Chiara Gagnarli del MoVimento 5 Stelle ha informato che: “Gli scavi, in corso dal 17 dicembre 2015 (…) hanno portato al rinvenimento di strutture murarie e manufatti riferibili a un vasto e imponente complesso edilizio, connesso probabilmente con quanto già individuato in occasione di scavi condotti, nell’arco dell’ultimo ventennio, nelle adiacenti aree de “I Vivai” e dell’attuale piazzale Europa (…) Il Ministero – confermando l’attenzione alle segnalazioni e istanze provenienti dal territorio – è quindi pienamente disponibile a fornire ogni aggiornamento sulla evoluzione della vicenda“
Si legge poi oggi su La Nazione una dichiarazione di Andrea Pessina, Soprintendente Archeologico della Toscana, che ieri, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Gli etruschi maestri di scrittura” ha detto: “sono venute alla luce strutture murarie e manufatti riferibili a un vasto e imponente complesso edilizio… resti e testimonianze che si ricollegano a quelle venute alla luce circa 15 anni fa nell’area poco più a monte conosciuta come I Vivai e in Piazzale Europa e che indicano in quella zona tutta una serie di strutture dedicate al culto… tra circa una settimana gli scavi termineranno e si conoscerà la reale entità dei ritrovamenti“
Pessina ha aggiunto poi una frase molto significativa, riportata dalla giornalista Laura Lucente, con cui chiudo questo “riepilogo”: “Non dobbiamo fare più gli errori del passato e daremo a questa area archeologica la sua giusta importanza“