I colpi di scena degli ultimi mesi, in realtà più annunciati che realizzati, hanno fatto dimenticare che il vero “fatto” politico a Chiusi negli ultimi anni è stato l’aumento dell’astensionismo, la crescita continua di un esercito di persone che hanno deciso di non esercitare il diritto di voto. Vittoria dell’antipolitica o protesta politica?
I numeri parlano chiaro: per le amministrative del 2002, quelle che hanno segnato l’inizio dell’era Ceccobao, si è recato alle urne il 76,7% degli aventi diritto; in cinque anni l’affluenza è scesa addirittura del 4,1%.
A decidere la seconda fase dell’era Ceccobao è stato infatti il 72,6% del corpo elettorale chiusino. Il dato cala ancora per le elezioni regionali del 2010 quando il popolo degli astenuti aumenta dell’8% e l’affluenza si ferma al 64,1%.
Se qualcuno può obiettare che le elezioni regionali sono meno sentite , a nessun osservatore politico può però sfuggire il dato della crescente disaffezione per la competizione comunale a fronte della quale aumentano i consensi per la maggioranza (il centrosinistra passa dal 76,33% del 2002 al bulgaro 78,02% del 2007).
Nel 2002 si gioca un acceso faccia a faccia tra centrosinistra e casa delle libertà, nel 2007 è invece sfida a tre tra centrosinistra, casa delle libertà e lista civica; il centrodestra si spacca e il centrosinistra (o Luca Ceccobao?) conquista nuovi consensi. Difficile dire se siano gli elettori del centrodestra a non votare per protesta o se invece a disertare le urne siano quelli del centrosinistra (in questo caso sostenuto dagli scontenti dell’altra parte).
Nell’ormai imminente tornata elettorale del 15-16 maggio, che arriva con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, le liste saranno 4 con il centrodestra solo apparentemente riunito, perché se Lega e Pdl hanno ritrovato l’accordo sul nome di Gliatta è pur vero che la lista civica della professoressa Fiorini pesca nell’ambiente del centrodestra, e con il centrosinistra spaccato in maniera eclatante, perché se tutti i partiti tranne Rifondazione sostengono ufficialmente Scaramelli è pur vero che molti dirigenti appoggiano il progetto di Giorgio Cioncoloni.
In questo contesto , ancora più frammentato rispetto a quello del 2007, si potrebbero delineare vari scenari, a parte ovviamente la vittoria finale che sembra scontata per Stefano Scaramelli. Il centrodestra ufficiale potrebbe perdere voti a favore della lista Fiorini, che potrebbe rivelarsi la sorpresa di questa tornata elettorale, oppure far man bassa di consensi punendo la scelta della prof.ssa Fiorini di rifiutare i simboli di partito. In casa del centrosinistra gli elettori potrebbero seguire le indicazioni dei partiti oppure premiare la scelta di Cioncoloni di svincolarsi dalle scelte “ufficiali”.
La doppia, possibile opzione, sia per il popolo del centrosinistra che per quello del centrodestra farà diminuire il popolo dell’astensionismo oppure le vicissitudini e i passi indietro dei principali partiti faranno aumentare il numero degli scontenti che alle urne preferiranno il mare? E ancora, il confronto con l’affermazione bulgara dell’ultimo Ceccobao dove fissa il paletto della vittoria per Scaramelli? Qual è il calo ammissibile, fisiologico verrebbe da dire, per la concorrenza di un’altra lista di centrosinistra e qual è la percentuale che sancirebbe invece un a sconfitta “personale”per l’attuale assessore alle attività produttive? È lo stesso Scaramelli a dare indicazioni dicendo di puntare al 70%. Ambizioso.
E se poi a vincere, alla fine, fosse ancora l’astensionismo?