Poteva essere una grande festa, ma è stata sciupata dal maltempo e da una pioggia che proprio nel momento meno opportuno ha tirato fuori tutta la sua veemenza. Ma nonostante questo Cortona si è “riconciliata” col grande ciclismo ospitando l’arrivo della Coppa delle Nazioni, una delle più importanti gare internazionali Under 23. Quello di ieri per quanto rovinato dalla pioggia e probabilmente da una promozione un po’ scarsa a livello locale (ne abbiamo parlato solo noi di Valdichianaoggi) potrebbe (anzi, dovrebbe) essere un primo passo verso qualcosa di ancora più significativo.
Perchè ancora ha senso, secondo me, credere nello sport come veicolo promozionale e soprattutto come portatore di grandi valori educativi.
Chi ha più o meno la mia età ricorderà certamente i tempi in cui la città etrusca fu sede di arrivo di una tappa del Giro d’Italia 1982 (vinse Michael Wilson, con Laurent Fignon in maglia rosa) e anche del “Giro delle Regioni” 1985, all’epoca la più importante kermesse del settore dilettanti (una spettacolare cronometro con arrivo in Piazza della Repubblica, vinse Flavio Giupponi).
Per noi bambini fu un grande, enorme divertimento. Per tutti fu una giornata importante, ancora ricordato da chi c’era. In entrambe le occasioni si trattò di eventi molto partecipati, con il coinvolgimento attivo di tutti, anche dei ragazzi delle scuole. L’arrivo della tappa diventò un evento “comunitario”.
Questa formula è ancora replicabile? Si può pensare, per Cortona, a un investimento che abbia ricadute non solo esterne, portando gente da fuori, ma anche interne, con un evento che sia capace di coinvolgere e interessare anche chi il Comune lo vive 365 anni all’anno?