Mentre impazza il caldo e l’atmosfera si fa molto festaiolo / vacanziera prosegue una querelle di importanza cruciale per il futuro della vallata, su un tema da sempre definito da tutti “prioritario” quale quello del lavoro. Il caso è quello della Cantarelli, azienda che dopo un lungo periodo di crisi ha eleborato un piano di rilancio. Ovviamente trattasi di un piano che restituisce una prospettiva futura all’azienda (che conta attualmente 280 dipendenti) ma prevede, oltre alla chiusura di uno stabilimento (quello di Rigutino, mentre invece resta aperto quello di Terontola), dei sacrifici per i lavoratori, con riduzione del personale e altre rinunce.
Adesso il piano deve essere tradotto in realtà e, come prevede la legge, si tratta fra vertice aziendale e sindacati per definire tutti i dettagli e limare le varie sfumature. C’è da capire in quanto andranno davvero a casa (circa 80 o quasi la metà?) e da discutere su tanti frangenti arrivando a un accordo condiviso. Il clima è purtroppo molto teso e, a un iniziale ottimismo che faceva sperare in una soluzione veloce, si è sostituito lo scontro frontale la cui soluzione appare in questo momento molto lontana
Senza entrare nel dettaglio della discussione mi preme sottolineare l’evidente (almeno ai miei occhi) assenza delle istituzioni. Troppo impegnate a parlare d’altro, incapaci di rendersi conto dell’importanza della questione oppure politicamente non in grado di poter svolgere quello che potrebbe essere un cruciale ruolo di mediazione?
Inserirsi in questioni così è indubbiamente rischioso e nemmeno è richiesto da nessuna legge. Il margine d’azione, sono d’accordo, è poco. Ok…
Però a mio avviso prendere una posizione, esternarla, attivarsi e offrirsi al servizio di una positiva soluzione dovrebbe rientrare nei doveri di un ente pubblico e soprattutto dovrebbe scaturire in maniera “naturale”, diciamo quasi istintiva, dal senso di responsabilità di un amministratore locale. Funziona così: quando la situazione arriva a livelli inconciliabili qualcuno deve arrivare a metterci una pezza o perlomeno provarci
E poi questo silenzio stona col gran chiasso che si fa su tante altre cose. E suona veramente grottesco
Se non s’è fatto nulla, quindi, si provi a farlo. Se s’è fatto qualcosa, invece, lo si racconti ai cittadini. E in ogni caso si esterni una posizione sulla cosa. E’ doveroso