A volte bazzicare le feste estive del PD e i suoi “spazi politici” conviene, anche se non si è del PD. Si capisce meglio la politica, quella locale, che poi in fondo è quella più vicino a noi e quindi quella potenzialmente più utile e con la quale possiamo avere un rapporto diretto, vis-a-vis. Non son più i tempi di Berlinguer ti voglio bene, del ricreativo e del culturale, ma c’è modo di fare qualche domanda a chi ci amministra, occasione da non buttar via. E poi la gente che partecipa è più di quello che uno potrebbe pensare: i dibattiti, alla faccia di Nanni Moretti e del No il dibattito No, e alla faccia anche di Renzi e dei suoi metodi rottamatori da convention, riscuotono un decoroso successo.
La cosa manda in brodo di giuggiole il Segretario Provinciale Meacci, che ama stare fra la “sua” gente, le Feste le gira tutte e ne va stra-fiero, e non a torto. Di fatto il PD, almeno da noi, è rimasto l’unico partito in grado di smuovere un buon numero di persone che, a gratis, tirano su una festa. E il trend sembra positivo, ogni anno migliora. Una ventina gli appuntamenti in provincia. E poi le feste, come detto, sono una delle poche occasioni di vicinanza fra la politica e la gente.
Ripeto che bazzicare certe feste, anche se si è di diverso colore politico, serve. Ad esempio ieri sera a Badia al Pino si son sentite cose interessanti in mezzo al ritornello dei tagli, musica apprezzabilissima ma già sentita e troppo generica.
Per Civitella si è capito ad esempio che due varianti importantissime, quella di Viciomaggio (con nascita di una zona industriale annessa) e di Pieve al Toppo si potrebbero fare anche subito, ma non si possono fare perchè non si può spendere.
La Provincia infatti, come ha detto Vasai, ha in cassa 90 milioni di euro, ma ne può spendere solo 15. Tanto per fare un esempio più concreto: per la manutenzione delle scuole, che sono 75, dispone di appena 120mila euro.
“I contributi dello Stato si sono ridotti per Civitella da 1.7 a 1.4 milioni di euro, ma ad oggi abbiamo ricevuto solo 300mila euro, l’altro milione e cento non ho idea di quando e come arriverà” dice Ginetta Menchetti, neo-sindaco, denunciando un altro problema che è comune un po’ a tutti.
Proprio per questo, dice Meacci “Il tema degli enti locali alla gogna deve diventare una grande battaglia politica nazionale“. Non ha torto: uno dei dubbi che mi è venuto in questo periodo è proprio sul perchè la voce degli amministratori locali stenti a unirsi in un coro unitario. Manca il ruolo della politica, che non sta vicina a chi amministra, o al contrario i Sindaci negli ultimi anni si erano dimenticati dell’esistenza della politica, a causa anche di un sistema elettivo che li trasforma in SuperEroi al servizio dei loro cittadini, ruolo che in tempi di vacche grasse fa montare un po’ la testa?
Intanto, unendosi in questa battaglia che a questo punto è necessaria, si potrebbe iniziare a salvare il salvabile gestendo in forma associata alcuni servizi, un’altra cosa di cui si è sentito tanto parlare, ma con pochissime realizzazioni concrete.
Interessanti anche alcuni spunti sui costi della politica.
Il coro è uno solo: gli sprechi sono altrove. Non c’è da dare torto a questo coro, visto che ad esempio in un comune come Civitella il recente taglio di consiglieri comunali e assessori frutta in fondo all’anno un risparmio di mille euro e poco più. Lo stesso dimezzamento delle indennità degli assessori, conferma di una prassi già in atto con le precedenti giunte (in questo, quindi, Civitella ha anticipato la “moda” odierna), fa risparmiare si e no 600 euro al mese.
E se è vero che un Presidente di Provincia, i suoi assessori (7) e il suo staff costano più o meno quanto un onorevole (portaborse e assistenti annessi) allora viene davvero da pensare che sia meglio tenersi la Provincia e tagliare 3 o 400 dei politici “romani”.
L’ultima sottolineatura la pongo su una delle tipiche “aperture di gioco” in stile calcistico servitaci da Meacci. C’è anche uno Stato che non è politica, ma costa caro. Vero. Non dimentichiamoci allora della fitta rete di enti, istituzioni, uffici, strutture, burocrazie che non sono politica, e vediamo di capire se anche là se c’è qualche possibilità di ristrutturare per risparmiare.