{rokbox title=| :: |}images/quaglia.jpg{/rokbox}1) Quanto avrà scalpitato il piccolo grande Fabio Quagliarella nelle due partite e mezzo passate in panchina, sapendo di essere in gran forma e di essere probabilmente l’unico di tutta la nazionale a poter segnare imprimendo col suo generoso dinamismo una svolta ad una squadra paralizzata nella sua nullità? Quanto avrà sofferto silenziosamente questo ragazzo, relegato inspiegabilmente da Lippi a un ruolo di totale comprimario mentre in campo si barcamenavano debosciati del calibro di Gilardino e Di Natale? Povero Fabio, davvero non lo invidiamo e con lui vogliamo complimentarci. Primo per la modestia, il rispetto per chi comunque era chiamato a prendere le decisioni, la devozione. Poi per l’impegno straordinario e i bei gesti atletici che ci ha mostrato nei miserrimi 45 minuti in cui è stato tenuto in campo nei quali di fatto ha buttato 3 volte la palla dentro (anche se una volta non è entrata del tutto e una volta il gol è stato annullato per fuorigioco).
Se dal disastro sudafricano vogliamo uscire con un segnale di speranza e positività non c’è niente di meglio che parlare di Quagliarella per cercare di dimenticare al volo questa figura pietosa, la peggiore della storia del nostro calcio (annate nere come il 1966, il 1974, il 1986, a confronto, impallidiscono).
2) Adesso, ovviamente, tutti a dire che il buon Fabio doveva giocare. Specialmente i grandi soloni della Rai che per due settimane si erano dimenticati della sua esistenza. Noi che il ragazzo doveva giocare l’avevamo detto in tempi non sospetti. Di calcio non ci capiamo niente, ma l’occhio della tigre gliel’avevamo visto nel match con la Svizzera e c’eravamo chiesti perchè non tentare di dargli una chance visto quanto era riuscito a essere brillante. Non è un fenomeno, ma era probabilmente uno che poteva “esplodere” stile Rossi, Grosso, Schillaci o Materazzi, quei giocatori normali che sono riusciti a fare un mondiale indimenticabile. Onore quindi al merito di Maurizio Costanzo, che abbiamo riempito di critiche finora: almeno una cosa sensata nella sue irritanti presenze a Notti Mondiali era riuscito a dirla, proprio quando si era speso a favore di Quagliarella.
3) Adesso che gusto ha vedere il mondiale? Poco, davvero. Ma resta il calcio, e resta la curiosità su chi possa vincere. A questo punto ispirandoci al buon Stefano Bertini ci spendiamo in un pronostico, dettato più che altro da simpatie personali. Una fra Uruguay e Usa sarà sicuramente la sorpresa assoluta, ma il mondiale, secondo noi, lo vincerà l’Argentina di Maradona.