L’evento nasce dalla volontà di valorizzare questo maniero, la cui importanza è testimoniata anche nelle mappe e negli schizzi di Leonardo, conservati nel castello di Windsor. Ma il Castello della Montanina ha anche un valore affettivo per i cittadini castiglionesi, che lo hanno sempre considerato uno dei simboli della Valle di Chio.
L’Amministrazione comunale, l’ICEC, la Provincia di Arezzo, la Pro Loco, il Geco, gli Amici della Valle di Chio hanno voluto promuovere questa manifestazione, attivandosi per valutare la fattibilità sia di interventi conservativi, che di valorizzazione. Peraltro, si sono già svolti incontri con i proprietari del Castello, che hanno manifestato la loro disponibilità a questa operazione.
Per coinvolgere tutta la cittadinanza e per inquadrare la questione sotto vari aspetti, storico, architettonico ed infine tecnico operativo, in collaborazione con l’ICEC è stato organizzato un seminario che si terrà sabato 2 ottobre alla Chiesa di S. Angelo al Cassero, al quale parteciperanno le autorità locali, personalità qualificate delle Università di Siena e di Firenze, quali il Prof. Ivo Biagianti originario proprio della Montanina ed i Professori Gabriele Taddei e Marco Bini che porteranno i loro contributi. E per riportare alla ribalta questo prezioso scrigno, domenica 3 ottobre si terrà una escursione guidata al Castello con relativa visita.
“La nostra iniziativa vuole essere un primo approccio qualificato – illustra il Sindaco Paolo Brandi – l’obiettivo è quello di porre le basi per potere poi intervenire concretamente per conservare e valorizzare questo bene. Il Castello della Montanina è per noi un indiscusso patrimonio storico-architettonico, che merita la costituzione di un vero e proprio gruppo di lavoro che veda coinvolti enti e cittadini”.
“Come Associazione, non potevamo trascurare la possibilità di occuparci di questo bene, che purtroppo si trova in condizioni di totale abbandono e degrado e che, senza opportuni interventi conservativi, è destinato a scomparire completamente dal paesaggio e quindi dalla memoria, come d’altronde accaduto per altri castelli oramai ridotti ad un tristissimo cumulo di pietre” spiega Antonio Bernardini Presidente degli Amici della Valle di Chio