{rokbox title=| :: |}images/veltronicortona.jpg{/rokbox}”Rimettiamoci in cammino, è ancora tempo per noi”. Parla nuovamente da leader Walter Veltroni, sancendo probabilmente il suo rientro attivo nel PD dopo un lungo periodo passato nella strana posizione di capo di un esercito senza galloni di generale sulle spalle. Chissà che Cortona, tra qualche anno, non sia ricordata proprio per questo “rientro” e la data di oggi sia presentata come un significativo momento di svolta. Un rientro, quello di Veltroni, in aspra polemica con Bersani e coloro che, secondo lui, starebbero snaturando il progetto originario del PD riducendolo a qualcosa di chiuso in sè stesso e senza futuro. “4 milioni e mezzi di voti perduti rispetto al 2008, 4 milioni e mezzo di persone allontanate dalle solite logiche di gruppi dirigenti” dice l’ex segretario, che però assicura (usando una significativa prima persona plurale, “noi”) che non ci saranno scissioni “perchè noi siamo quelli che più crediamo nel Partito Democratico”. Di fatto non c’è Franceschini che tenga, il popolo di “Area Democratica” in larga parte ha ancora lui al primo posto nelle preferenze.
Lo si è sentito dagli applausi, molto più forti di quelli tributati ieri al Darione ferrarese, e dall’attesa che si respirava nell’aria. Ma cosa ha di nuovo da offrire Veltroni? Per molti (i Bersaniani) ha già detto tutto nei suoi anni da segretario e le sue strategie (il partito “a vocazione maggioritaria” poco incline alle alleanze) si sono rivelate perdenti e distruttive per il centro-sinistra, così come la sua fuga dalle responsabilità post-disfatta sarda è qualcosa di imperdonabile. Ma Veltroni risponde che a quel PD serviva tempo, e serviva di continuare a credere in un’idea di partito che non giocasse in difesa, facendo i conto con la calcolatrice per le alleanze, ma guardasse al futuro pur nell’assoluta impraticabilità del presente. Coraggio e innovazione, puntare su un’identità precisa, caratterizzarsi con essa e attrarre il consenso da ogni parte. Ma questa identità, probabilmente, il PD non l’ha mai avuta, nemmeno nei due anni di Veltroni. E molto meno rischia di averla adesso, dopo i due giorni a Cortona e le manifeste “affinità-divergenze”, per dirle alla maniera togliattiana, registrate nei taccuini