Il 7 febbraio il Sindaco ha emesso una Ordinanza che inibisce l’uso del capannone di Renaia per qualsiasi attività, anche le semplici prove dei motori. Adesso notiamo che i camini sono stati rivolti in diversa direzione, non verso il tetto ma verso Pergo. Vorremmo precisare come l’emissione di questa ordinanza non soddisfa il Comitato in quanto rappresenta il classico topolino partorito dalla montagna. La politica ( tutta , non solo il Sindaco) che amministra il nostro comune non ha ancora chiaramente espresso il suo parere su operazioni speculative di questo tipo che dissanguano le casse pubbliche e contro le quali un comune non può fare niente.
Anche se questo fosse vero, e non lo è, basterebbe deliberare un regolamento che disciplini l’apertura di impianti nel territorio comunale, individuando delle zone, già a forte insediamento produttivo, ovviamente non agro-alimentare, dove l’energia prodotta dalle biomasse( solo il 18-20%) potrebbe essere almeno in parte autoconsumata ( come impone la legge) senza sprecare il calore prodotto. Cosa che non avviene a Renaia anche se impropriamente l’hanno chiamata cogenerazione e per tale attività sono stati autorizzati.
Sono tre anni che il Comitato chiede a gran voce questo regolamento che, in tutta fretta, è stato fatto solo per il fotovoltaico e non per tutte le fonti rinnovabili. Noi non vogliamo fermare le centrali solo perché istallate sotto un tetto di amianto ( e già questo non è poco) perché verranno individuati altri capannoni senza amianto dove verranno replicate queste speculazioni , pesanti per l’impatto ambientale ed economico a danno della collettività. Già si parla di progetti per la Pietraia e Montanare.
Siamo in grado di dimostrare come nelle Marche, ma non solo lì, delle Giunte hanno deliberato regolamenti che prevedono delle linee guida per l’apertura di impianti di produzione di energia aventi impatto ambientale e sanitario, volti a “proteggere la salute umana, contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento della specie e conservare la capacità di riproduzione dell’ecosistema in quanto risorsa essenziale della vita ” . Secondo il regolamento adottato dal Sindaco Benedetti, del comune di Montegiorgio, tanto per fare un esempio”…tutti i progetti presentati in comune dovranno essere uniformati all’applicazione del principio di “precauzione” previsto dall’art 191 comma 2 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Pertanto ogni piano, progetto, programma, intervento, infrastruttura o attività dovranno prevedere un accertamento secondo tale principio, che l’attività proposta sia compatibile con le condizioni per la tutela della salute e per lo sviluppo sostenibile del territorio.” Ma non solo. Ogni piano dovrà essere corredato dal monitoraggio e dall’analisi dei fattori ambientali, economici e storico- culturali esistenti, specifici dell’area interessata dalla realizzazione e dagli impatti diretti e indiretti indotti. Il Sindaco conclude dicendo che questo provvedimento va a regolamentare tutto quello che concerne la difesa dell’ambiente e la salute dei cittadini.
Non ci risulta che questo sindaco sia stato ricoverato, denunciato o rimosso per aver difeso il suo territorio.
Ricordiamo che il semplice rispetto dei limiti emissivi , come è stato ormai ampiamente dimostrato dalla ricerca scientifica, non basta a scongiurare effetti nocivi sulla salute.
Nel recente incontro dei Medici per l’Ambiente (ISDE) ,( organizzazione internazionale di medici; la fondazione della sezione italiana si è tenuta anni fa proprio a Cortona) organizzato a Firenze la scorsa settimana dal Presidente Nazionale , il medico Aretino Dr. Romizi, ha lanciato allarmi preoccupanti. Dall’incontro a Palazzo Vecchio è emerso un aumento consistente di vulnerabilità agli inquinanti in età pediatrica perché i limiti imposti dalla legge sono tarati sui soggetti adulti. Ma i bambini, proprio per le loro caratteristiche biologiche in fase di sviluppo vanno incontro a tempi di esposizione agli inquinanti più lunghi; la bioaccumulazione di questi sarà quindi maggiore. Comincia nella fase fetale, continua durante l’allattamento e la crescita e conduce a patologie gravissime. Ma anche agli adulti non va certamente meglio!
Negli uffici delle ASL lavorano sicuramente dei bravi e onesti medici ma sono sempre più costretti alla sola compilazione di carte ; manca loro il tempo e l’occasione di partecipare ai convegni scientifici , di aggiornare le competenze acquisite sui testi scolastici ormai obsoleti e non più in linea con le moderne evidenze scientifiche. Ecco perché invochiamo ed esigiamo il rispetto del principio di precauzione e prevenzione. Tutto il resto, come si è visto, è solo carta!
In ultimo, a smentita di articoli comparsi in questi giorni sulla stampa locale, ricordiamo che il nostro ricorso al TAR è ancora valido e non perduto, come erroneamente pubblicato.
Comitato Tutela Cortona- Associazione tutela Valdichiana