La vicenda riguarda una delibera dell’ATO 4 approvata all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale che sanciva l’illegittimità costituzionale della legge che prevedeva il pagamento del canone di depurazione anche in assenza di allaccio al depuratore. Nella delibera, con l’incredibile motivazione di “eliminare gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale”, veniva previsto un aumento retroattivo della quota fissa per tutti gli utenti, cosa – oltre che illogica – non consentita dalle normative.
Oggi il TAR, dando ragione al Comitato i cui interessi sono stati difesi dall’eccellente avvocato Sandro Ponziani, ristabilisce la legittimità e punisce l’arroganza di chi – come l’ATO 4 – ha ritenuto di poter eludere o addirittura eliminare persino le sentenze della Corte Costituzionale.
La vittoria, tuttavia, non è solo del Comitato ma anche di tutti gli utenti e i cittadini che in questi anni hanno aderito convintamente alle iniziative del Comitato, dimostrando con ciò la propria contrarietà alla gestione privatizzata degli acquedotti e quindi il loro desiderio alla ripubblicizzazione del servizio idrico. E del resto l’incredibile successo della recente campagna di raccolta firme per i tre referendum per l’acqua pubblica che in provincia di Arezzo hanno raccolto l’adesione di circa 21.000 cittadini – record assoluto in ambito nazionale – ne è una evidente prova.
Proprio grazie al vasto seguito che le iniziate del Comitato hanno fra i cittadini, nella sentenza del TAR del 25 agosto 2010 al Comitato Acqua pubblica viene formalmente riconosciuto il ruolo di “portatore, in modo continuativo, di interessi diffusi radicati nel territorio e, con esso, la legittimazione ad agire in giudizio a tutela di quegli interessi”. E’ un riconoscimento importante e autorevole di cui ATO 4 e Nuove Acque devono prendere atto e che indurrà il Comitato ad intraprendere altre iniziative legali volte – in particolare – a far emergere ulteriori illegittimità nell’applicazione delle tariffe che – ricordiamo – sono le più care d’Italia.