Dopo 4 anni di passione si conclude la vicenda dei lavoratori RDB di Montepulciano. A seguito dell’amministrazione straordinaria, del fallimento con esercizio provvisorio e della vendita di 4 degli stabilimenti rimasti del Gruppo piacentino RDB (Italprefabbricati), per il sito di Montepulciano non ci sono più speranze.
Pur con tutti gli sforzi della FILLEA CGIL e dei lavoratori, che fin dal 2011 avevano insediato nell’azienda anche un presidio ad oltranza, giorno e notte, per oltre 280 giorni, che perlomeno era riuscito a salvare lo stabilimento (visto che è l’unico di quelli abbandonati a non essere stato svuotato di tutti i materiali e di tutte le attrezzature), purtroppo l’attività produttiva non è stata recuperata. Ed ora arrivano le prime lettere di licenziamento, dato che la cassa integrazione a zero ore finisce il 28 dicembre 2015. “Il triste risultato – spiega Gianluca Scartoni della FILLEA CGIL – è attribuibile soltanto alla miopia di chi detiene la Proprietà del sito, che probabilmente, nella volontà di trarne ulteriori esagerati profitti, ha allontanato possibili investitori. Nel tempo infatti si è avuto notizia di interessamenti di aziende locali e non, e si è parlato anche di contatti con chi ha poi scelto di rilevare il sito Piacentino. Ma lo stabilimento poliziano, un tempo occupato da oltre 120 persone, attualmente dà lavoro, attraverso l’Azienda che la Proprietà ha deciso di insediarvi (la Centro srl), solo a 2 dipendenti, numero estremamente esiguo per pensare ad un possibile rilancio. Senza una vera ripresa del paese e senza una corretta politica che incentivi la sana imprenditoria e penalizzi la pura speculazione finanziaria, valorizzando gli insediamenti produttivi e la viabilità per raggiungerli, alcuni stabilimenti sono destinati a rimanere ‘riparo per i colombi'”. Nella recente assemblea dei lavoratori indetta dalla FILLEA CGIL si è parlato delle preoccupazioni di chi ad oggi ha trovato solo un’occupazione precaria e di chi non ha alcuna prospettiva se non la mobilità, ma si è trovato anche il tempo e la volontà per dare destinazione a quanto ancora in disponibilità ai lavoratori per le offerte ricevute durante il presidio. “Durante il presidio infatti – ricorda il sindacalista – si sono svolte assemblee con la popolazione locale e con altri lavoratori, incontri istituzionali locali e nazionali, iniziative pubbliche, concerti, cene di solidarietà, trasmissioni televisive locali e nazionali e tanti altri eventi. La RSU ha anche organizzato quanto necessario per il sostentamento dei lavoratori all’interno dello stabilimento durante la protesta, con un autofinanziamento delle maestranze e la raccolta di offerte da parte di chi, facendo visita al presidio, voleva lasciare un contributo”. “La gestione oculata di tali risorse – conclude Scartoni – ha generato degli avanzi, che oggi i lavoratori hanno deciso di destinare a chi può averne più bisogno di loro: sabato mattina una delegazione di lavoratori RDB si recherà presso la Fondazione Fabrizio Meoni per conferire alla onlus che si occupa di poveri, in particolar modo bambini dei paesi africani, il residuo accantonato. Tutto ciò dimostra che il presidio permanente dei lavoratori RDB ha avuto comunque un risvolto positivo e che esistono più tipologie di persone: chi pur in difficoltà pensa agli altri e chi pur potendo fare la differenza pensa solo a se stesso”.