{rokbox title=| :: |}images/giornalismo.jpg{/rokbox}Oggi, come sicuramente saprete, sciopera la stampa in tutta Italia per protestare contro la “legge Bavaglio”, ossia il Decreto sulle intercettazioni telefoniche che impone forti limiti ai giornalisti nella pubblicazione di quel tipo di contenuti. Sarà forse (c’è da capire quanti e come aderiranno) una giornata di silenzio con una presenza dei media che dovrebbe ridursi notevolmente rispetto alle abitudini. Anche noi, qui nel quartier generale di questa piccola esperienza di giornalismo locale, ci siamo chiesti per diversi giorni quale potesse essere l’atteggiamento più utile. In poche parole ci siamo domandati cosa fosse meglio fare, quale scelte e quali atteggiamenti prendere per fare qualcosa di non totalmente inutile in questa inusuale giornata.
Dopo una lunga riflessione abbiamo deciso che non sarebbe servito a niente “sparire” per 24 ore, togliendo di mezzo una voce che conta poco più del ronzio di una zanzara in un campo grande quanto tutto il nostro paese, anzi grande tutto il mondo visto che il web può essere letto in ogni angolo del nostro globo. In pochi se ne sarebbero accorti, se non i nostri fedeli lettori, che sicuramente sono tantissimi viste le dimensioni di vallata del nostro sito, ma certo non sono così tanti da poter sollevare una eco importante e non meritano di restare “a secco”, senza le nostre piccole notizie dalla Valdichiana. Avremmo quindi passato una giornata di riposo, sicuramente meritata e auspicabile in giornate così calde, ma avremmo ottenuto molto poco. Perciò abbiamo deciso di esserci, restando al nostro posto e cercando di utilizzare un po’ del vostro spazio e della pazienza di chi legge per lanciare qualche messaggio che ci sta particolarmente a cuore. Non sulle intercettazioni, ma sul mondo giornalistico in generale.
Sulla tragica situazione del mondo mediatico italiano abbiamo più volte detto la nostra. La mancanza più grande, a nostro avviso, è l’equilibrio, la capacità di informare in modo corretto e super-partes, la capacità di separare notizie ed opinioni. Tutto questo deriva da una serie di fattori, fra cui sicuramente c’è la crescente precarietà di chi fa questo mestiere. Negli ultimi anni c’è stata un’inflazione di aspiranti giornalisti, non tutti capaci nè tantomeno preparati, e molti editori hanno approfittato di tanta manodopera disponibile a buon mercato con infornate di precari e stagisti. Precarizzare ha significato da subito una perdita di qualità. Senza certezze è impossibile lavorare bene, e molto spesso, lanciati dalla voglia di arrivare e da qualche richiesta di chi sta sopra, si finisce per scivolare ben oltre la soglia della decenza, perdendo faccia e onore e facendo cattiva informazione. I migliori, in questo sistema, non vanno avanti e soprattutto non va avanti chi rifiuta i compromessi e cerca di restare fedele ad una certa etica professionale. Proprio quell’etica è sempre più calpestata, tutti i giorni.
Tali difficoltà le viviamo anche noi, quotidianamente, cercando con fatica e impegno totale, davvero 24 ore su 24, di portare avanti questo progetto che fortunatamente sopravvive provando a lasciare il più possibile intatto lo spirito con cui è nato ormai 4 anni e mezzo fa e a dare un contributo utile per l’informazione e il dibattito nella nostra vallata, tutto questo rimanendo sempre liberi e autonomi (e infatti ci fregiamo di autoalimentarci esclusivamente col contributo dei nostri sponsor). Ultimamente a ciò si aggiunge il male tutto italiano che fa apprezzare il lavoro di un giornalista solo se questo ci da ragione e scrive le cose che noi vorremmo scrivesse, il tutto infarcito con buone dosi di dietrologismo e complottismo. Lavorare in questo clima è diventato davvero difficile.
Un cambio di mentalità, quindi, è auspicabile, prendendo atto di questa situazione e queste difficoltà. Non si tratta di aiutare la stampa, finanziandola con questo o quel denaro pubblico. Si tratta di cercare di capirla di più, di capirne le difficoltà apprezzando e sostenendo maggiormente il lavoro di chi, magari senza tante manifestazioni, scoperi, imbavagliate a favor di telecamera e assegni ricevuti per affittare qualche spazio, si impegna per un’informazione libera e corretta.