Il Consigliere Marco Tulli ha chiesto alla Giunta Comunale di Arezzo di ritirare il proprio patrocinio ad un noto raduno motociclistico, il MotoRocchio, che si svolge in Valdichiana. Il motivo? La cartellonistica promozionale contrasta a suo avviso con la “moratoria cittadina delle pubblicità lesive della dignità della donna” approvata qualche tempo fa dal Consiglio Comunale di Arezzo Nell’occasione viene inoltre proposto un “succoso” menù a base di lavaggi sexy e di sfilate di alcune signorine. Non sono un moralista, per dirla con un filosofo inglese non sono di quelli “che rinunciano ad ogni piacere tranne quello di immischiarsi dei piaceri altrui”, però credo che questa volta il Consigliere Tulli metta il dito sulla piaga.
Non tanto o non solo per la manifestazione in sé, ma perché da qualche tempo, direi da qualche anno, stiamo assistendo ormai un po’ ovunque nelle Tv locali, feste paesane, appuntamenti mondani al “festival del cattivo gusto”, per dirla con D’Agostino assistiamo al trionfo del “cafonal”.
Compleanni che sembrano party hoolywoodiani, comunioni più sfarzose del matrimonio di William e Kate, capodanni che somigliano a quelli di Piedigrotta, bar e ritrovi che sparano musica “a palla”. Il tutto condito da una grande confusione, una specie di eterno carnevale.
Ognuno può spendere i propri soldi come meglio ritiene giusto, sono però convinto che, avverso a questa rumorosa baraonda, le Amministrazioni Pubbliche dovrebbero seriamente iniziare un’opera “moralizzatrice”. Senza intenti moraleggianti per carità, ma chiedendo almeno il rispetto di alcune regole di base. Questo fatto diventa un dovere quando questi appuntamenti non sono ritrovi privati ma hanno un carattere pubblico.
Ha ragione Tulli, non diamo il patrocinio a certe iniziative. Anche questo sarebbe un piccolo antidoto a quel decadimento civile e culturale in cui “sguazza” una bella fetta della politica oggi dominante. Continuare a tollerare, in nome della libertà o peggio del timore di perdere consensi, questo stato di cose significa “scavare la fossa” ad un patrimonio di storia e cultura costruito nei secoli. Patrimonio di cui siamo giustamente orgogliosi e per il quale siamo famosi nel mondo.
Il Sansevero