Io lo dicevo da tre anni e mezzo. Forse anche di più. Ricordo questo mio articolo, in cui mi ponevo due questioni: il diffondersi via web della disinformazione (bufale ecc ecc) e l’assoluta anarchia che in esso già regnava (ognuno scrive quel che gli pare senza esserne poi responsabile). Ora, finalmente, da qualche settimana il mondo s’è accorto che i social, così come sono e per come vengono usati da buona parte degli utenti, sono una discreta schifezza e fanno un danno enorme.
L’alfiere massimo di questa battaglia, sacrosanta, è il buon Enrico Mentana che non solo se l’è presa con i webeti, coniando un neologismo che farà storia, ma s’è messo pure a “blastare la gggente”, cioè prendere a schiaffoni (virtuali) i commentatori idioti della sua pagina Facebook. Un impegno così ferreo che è pure nato un gruppo che mette in luce le sue più eroiche gesta
E così, finalmente, ci si è accorti delle miriadi di siti acchiappaclic che diffondono notizie false e bufale puntando sul solleticare il peggio, la retorica, gli istinti più bassi, la volgarità, l’odio, l’ignoranza. Si è finalmente scoperto che questi furbacchioni non lo fanno per la gloria o per motivi politici, ma perchè ci guadagnano soldi. Come effetto collaterale, oltre a contribuire a imbestialire l’opinione pubblica, devastano una professione già di suo piuttosto messa male, quella dei giornalisti.
Adesso, ultimo passo, ci si è finalmente resi conto che il turpiloquio libero e l’assenza di rischi per quel che si scrive sono una cosa pericolosa. E ci si è accorti che ci sono dei gruppi in cui dei dementi mettono alla berlina donne che conoscono, mostrandole ai loro compagni di branco che raccattano in ogni luogo del mondo e sottoponendole alle più orrende offese. Ci puoi provare a “segnalare” tali orrori a Facebook, ma lui ti risponde che “il gruppo rispetta gli standard”, cioè che va bene, che non è niente di scandaloso.
Finalmente si è capito che questa roba fa schifo e forse ci si può aspettare un miglioramento. Perchè finchè le cose le dicono in pochi non frega niente a nessuno, ma quando il grande pubblico scopre una cosa e tira una conclusione, è la volta buona che qualcuno interviene.
Tutto sta a capire come. Come tornare alla decenza e come evitare che lo scambio social porti al degenero, piuttosto che al miglioramento del livello medio delle persone???
Nel frattempo, egoisticamente, penso alla mia professione e mi limito a un appello: il web fa schifo, vero, ma parecchi giornalisti se ne sono approfittati per dimenticarsi che questo dovrebbe essere un lavoro serio. I primi webeti, purtroppo, sono stati parecchi di noi.