Dalle arance il biocarburante del futuro?
L’etanolo cellulosico è da molto tempo una tecnologia “dietro l’angolo”, tanto da essere quasi scomparsa dall’attenzione dell’opinione pubblica. L’idea è geniale: trasformare in combustibile gli scarti non riutilizzabili, l’erba tagliata dei giardini, le potature, gli scarti della silvicoltura e dell’agricoltura in energia pulita e rinnovabile, con un impatto ambientale molto meno forte dell’etanolo convenzionale e senza ripercussioni sui prezzi dei generi alimentari.
Ora la InoesBio, una company della Florida, sta davvero producendo per la prima volta in quantità commerciale questo combustibile del futuro e lo fa utilizzando una materia prima molto interessante per l’Italia e buona parte del Bacino del Mediterraneo: gli scarti provenienti dei grandi agrumeti.
Infatti l’Indian River BioEnergy Center a Vero Beach utilizza material vegetale che viene riscaldato in un ambiente “partial oxygen” per produrre idrogeno e monossido di carbonio, poi i batteri si cibano del gas ed espellono un alcool che viene distillato. La InoesBio spera di poter utilizzare presto anche i rifiuti solidi urbani in questo mix di combustibili.
La “Più bella sei tu”, internet premia la Maremma e l’Arcipelago Toscano
Ecco quali sono le tre spiagge regine toscane di la “Più bella sei tu”, perché sono state votate e come arrivarci: Cala Violina (Gr): situata nella Maremma toscana questa spiaggia è avvolta nella leggenda: si narra, infatti, che il suo nome derivi dalla speciale natura della sabbia, così fine e soffice da produrre una sorta di “suono di violino” quando vi si cammina a piedi nudi. Vero o no, quel che è certo è la natura della sabbia stessa, davvero finissima, oltre che bianca. Visto da lontano, se ci si allontana dalla riva di qualche bracciata a nuoto, il litorale sembra ancora più luminoso e selvaggio, forse perché circondato da una verde, rigogliosa e fitta macchia mediterranea. Lo spettacolo è incantevole, soprattutto al tramonto. Venendo da nord si arriva sul posto seguendo la statale in direzione di Follonica e poi di Punta Ala. All’altezza di Pian D’Alma si troverà un piccolo cartello di legno con il nome della spiaggia. Qui bisogna parcheggiare e percorrere a piedi circa 1,5 km tra alti lecci e macchia mediterrane. Cala delle Caldane (Gr): è situata sulla costa sud orientale dell’Isola del Giglio, a sud di Cala delle Cannelle. E’ una meravigliosa spiaggia di sabbia chiara a grani grossi circondata da un promontorio roccioso ricoperto di macchia mediterranea. La spiaggia è raggiungibile via mare e via terra anche se il sentiero è piuttosto accidentato e difficoltoso. Il mare è bellissimo, turchese e smeraldo, cristallino e trasparente, con fondali digradanti e ricchi di posidonia.
Cala di Forno (Gr): è il tratto costiero del comune di Magliano in Toscana, racchiuso dal promontorio dei Monti dell’Uccellina. La spiaggia si trova nel cuore del Parco naturale della maremma ed è raggiungibile dopo un paio d’ore di cammino lungo il sentiero A4. L’itinerario si sviluppa quasi interamente lungo un comodo sentiero parallelo alla costa; la prima parte del sentiero è su strada asfaltata e porta dai Pratini all’uliveto di Collelungo. Al termine di quest’ultimo è possibile osservare il “Paduletto”, piccolo lembo di terra palustre periodicamente allagato durante le stagioni piovose. In prossimità di cala di Forno si attraversa una piccola pineta di pino d’Aleppo. Sulle scogliere vicine alla spiaggia è possibile, con un po’ di fortuna, osservare i nidi del falco pellegrino.
Consorzi di bonifica toscani: verso il nuovo assetto gestionale
Avranno ancora circa 4 mesi di “vita” i consorzi di bonifica toscani, quando dalla gestione commissariale attuale, quella prevista dalla legge regionale 79/2012 di riforma dei consorzi, passeranno alla gestione definitiva previe elezioni. Infatti il 30 novembre si andrà alle urne per scegliere i componenti dei nuovi organi. Nel frattempo i commissari stanno espletando una serie di attività utili al subentro dei nuovi consorzi, tra cui l’organizzazione delle prime elezioni, nonché successivamente la convocazione della prima assemblea. Con l’approvazione degli elenchi degli aventi diritto al voto, l’individuazione dei seggi e l’indizione delle elezioni consortili si avvia concretamente la fase che porterà al voto il prossimo 30 novembre. Un appuntamento importante che ci auguriamo sia vissuto con una forte partecipazione. Perché non solo è la prima volta che elezioni consortili si svolgono contestualmente, in un unico giorno, su tutto il territorio regionale, ma soprattutto perché rappresentano anche il momento di effettiva partecipazione dei consorziati nella scelta degli organi e di modernizzazione del sistema della difesa del suolo. Con le elezioni si dà il via alla costituzione di enti che dovranno offrire vicinanza e presenza sul territorio, far fronte alle sue specifiche esigenze e svolgere quella manutenzione che è un tassello fondamentale per la messa in sicurezza della nostra regione, Gli elenchi provvisori degli aventi diritto al voto, potranno essere consultati sull’albo consortile on line, sugli albi pretori dei Comuni, sul sito della Regione Toscana e su tutti i siti degli attuali enti gestori della bonifica. Gli elenchi, dalla data di pubblicazione, rimarranno pubblicati per un periodo di 30 giorni. Dal 31esimo giorno per i successivi 30 giorni si potranno fare le osservazioni e le richieste di modifica all’elenco provvisorio. Da quel momento i commissari avranno 20 giorni di tempo per poter rispondere alle osservazioni, dopodiché approveranno l’elenco definitivo degli aventi diritto al voto. Nel frattempo i cittadini iscritti negli elenchi degli aventi diritto al voto potranno comporre e/o far parte delle liste dei candidati che concorrono alle elezioni.
Il progetto europeo realizzato in Spagna
Chiclana de la Frontera, cosi si chiama la città situata sulla costa sud-occidentale della Spagna, prima al mondo ad aver avviato sul proprio territorio un impianto di produzione di biofuel algali a partire dai propri liquami. Il progetto, che usufruisce di un finanziamento attraverso il “7 ° Programma Quadro della Commissione Europea” (7 ° PQ). Il 7 ° Programma Quadro della Commissione Europea sostiene progetti legati all’energia, in linea con gli obiettivi della direttiva europea 2009/28/CE. La direttiva europea impone che il 20% di energia deve essere prodotta da combustibili rinnovabili entro il 2020, come parte della riduzione di anidride carbonica (CO2), con un ulteriore requisito che il 10% di biocarburanti devono essere legate ad attività al trasporto. Il progetto che è stato chiamato “All-gas”, per richiamare la parola spagnola algas, ovvero alghe, utilizza un nuovo processo rivoluzionario per produrre bioenergia sostenibile e punta ad una rapida crescita delle alghe a basso costo che sarà coltivata negli impianti di trattamento delle acque reflue, cercando di superare le questioni controverse legate alla prima generazione di biocarburanti. Le alghe hanno molti vantaggi rispetto alla prima generazione di colture di biocarburanti, come l’olio di palma, canna da zucchero e colza che sono state e sono oggetto di controversie, come l’occupazione di grandi superfici di terreno, utilizzo di molta acqua e sottoprodotti come i fertilizzanti.
Inoltre la nuova tecnologia permetterà di abbassare i costi legati allo smaltimento dei fanghi di depurazione e di utilizzo di energia elettrica necessaria per il processo di trattamento acque reflue standard riducendo le relative emissioni di CO2. L’impianto attualmente è in fase di test e sta operando all’interno di uno spazio di circa 200 metri quadrati, il primo raccolto ha l’obiettivo di fare il pieno alla prima auto entro dicembre 2013. La piena operatività sarà raggiunta nel 2015, quando pienamente operativa, la struttura sarà in grado di far crescere e trasformare quasi 3 tonnellate di alghe in un anno, abbastanza da ottenere carburante per alimentare 200 auto private o 10 camion.
I Comuni Ricicloni
Secondo i dati del dossier elaborato da Legambiente 1293 comuni hanno raggiunto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata. Nell’area centro sono 83 i comuni censiti, 59 sotto i 10.000 abitanti e 24 sopra i 10.000. Di questi comuni 21 si trovano in Toscana. Tra i comuni con meno di 10.000 abitanti troviamo Capraia e Limite (FI) larciano (PT), Lamporecchio (PT), Incisa Valdarno (FI), Vaiano (PO) e Poggio a Caiano (PO). La novità del XX rapporto sono i comuni rifiuti free, si tratta di comuni dove si è riusciti a ridurre dell’90% circa la quantità di rifiuti da smaltire. Sono 330 in totale e in media ognuno ha prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato in un anno. Un caso su tutti, il comune di Empoli che con i suoi 48 mila abitanti è un comune “rifiuti free”, a dimostrazione che anche nelle realtà non piccole si può fare molto. Per ridurre i rifiuti bisogna attivare un mix di strumenti che vanno dalla raccolta “porta a porta”, alla modalità di tariffazione del servizio, alla responsabilizzazione dei cittadini, all’incentivazione della pratica del compostaggio domestico, la promozione del consumo dell’acqua del rubinetto ed altre misure analoghe. Visualizza il dossier di Legambiente Comuni Ricicloni
È qui l’eco-festa?
Dal 9 al 18 agosto la 25° edizione di FestAmbiente, il festival nazionale di Legambiente con oltre 80.000 visitatori. A Rispescia (GR)
Nuova plastica per le bottiglie
Non mi pare una notizia di cui rallegrarsi particolarmente. Per valutare se la bioplastica è migliorativa rispetto alla plastica tradizionale va considerato l’analisi LCA di una soluzione esattamente nello specifico contesto in cui viene utilizzata. Se la bottiglia totalmenente o parzialmente costituita da questa bioplastica chiamata anche PE verde o biopet viene prodotta nelle stesse quantità della plastica avrà un impatto ambientale diverso lungo la filiera di produzione a monte. Arrivati alla fase di dismissione se viene abbandonata nell’ambiente o va in discarica nulla cambia rispetto a quella di plastica tradizionale. Se invece arriva alla fase di riciclo è poi ancora tutto da vedere se in grandi quantità non aandrà ad incedere sulla qualità del riciclo del pet. L’associazione Plastic Recyclers Europe ha recentemente diramato un comunicato stampa in cui avverte che addirittuta i contenitori termoformati in pet con cui sono fatte le vaschette o vassoietti andrebbero raccolti separatamente rispetto alle bottiglie poichè le caratteristiche dei materiali divergono e compromettono la qualità del riciclaggio. Il problema è che le decisioni dei packaging manager spesso rispondono alle diverse esigenze visuali e di messaggio degli uomini del marketing piuttosto che aderire ad un modello di economia circolare in cui i materiali restano il più a lungo possibile in uso all’interno dei diversi cicli produttivi. Le aziende del settore delle acque minerali poi da quando hanno sospeso il vuoto a rendere in vetro sentono maggiormente l’esigenza di mandare messaggi green e quindi dalla coca cola con la sua biobottle o sant’anna con la sua bottiglia in PLA sempre bioplastica che poi in mancanza di impianti di riciclo o compostaggio che la gestiscano fa solamente danni al riciclo del pet è tutto un fiorire di greenwashing. Il fatto che un contenitore sia teoricamente compostabile o biodegradabile o riciclabile quando poi il contesto non lo permette non cambia di un punto la situazione dell’impatto ambientale. Quando, anche grazie alla difficoltà di questi argomenti e l’approfondimento che necessitano per arrivare a capici qualcosa ( e la noia che suscitano nella pubblica opinione) si permette ad un consorzio conai di mandare tonnellate e tonnellate di plastica nelle discariche e inceneritori (anche pet) per errori di progettazione come etichette coprenti o additivi opacizzanti perchè non c’è la volontà di orientare il settore produttivo a monte modulando il contributo ambientale in base alla riciclabilità degli imballi, si capisce quanto sia inutile seguire notizie di questo tipo. Vi invito a seguire sul sito comunivirtuosi.org la questione accordo anci conai, c’è una pagina dedicata in cui si esprimono anche i riciclatori di plastica. Presto potrete leggerne delle belle e capire la fine che si vuole far fare alla raccolta differenziata in Italia.