A memoria d’uomo non si ricorda una vendemmia come quella appena conclusasi, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un’inusuale ed eccezionale portata. I dati elaborati dalle diciasette sedi territoriali di Assoenologi evidenziano una produzione di oltre 15 milioni di ettolitri in meno rispetto allo scorso anno. Tutte le regioni italiane hanno fatto registrare consistenti decrementi produttivi con punte medie anche del 45% in Toscana, Lazio/Umbria e Sardegna. Con 38,9 milioni di ettolitri il 2017 si colloca al secondo posto tra le vendemmie più scarse dal dopoguerra ad oggi, superata solo da quella del 1947 (36.4 milioni di Hl). “Un importante contributo per i dati elaborati da Assoenologi per quanto concerne la provincia di Arezzo e la Toscana è stato dato dalla nostra Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino – sottolinea Gianni Iseppi (nella foto), Direttore ed enologo della cantina aretina – le uve introdotte presso la nostra struttura di Ponte Chiani sono state del 50% in meno rispetto ad un’annata normale. Questa diminuzione è dovuta per circa il 30% da danni da gelata primaverile, per il 15% da danni causati dalla siccità e il 5% da danni da ungulati”. Nonostante la minore quantità, buona qualità come ricorda Iseppi: “Le uve, da un punto di vista sanitario, sono state conferite alla cantina perfettamente sane, ma con differenti maturazioni anche all’interno di uno stesso vigneto con ottimo contenuto zuccherino con media superiore a 20 babo. La qualità dei prodotti che si stanno ottenendo dalle svinature sono molto buone con diverse punte di eccellenza”. Nel segno della qualità un ruolo determinante l’ha giocato quest’anno l’approccio scientifico degli enologi, in particolare nella conduzione dei vigneti. Per questo motivo, in merito alle prime campionature della cantina dei Vini Tipici dell’Aretino Iseppi conclude: “Le prime campionature 2017 presentate in questi giorni in anteprima alla nostra clientela internazionale stanno riscuotendo notevoli consensi e questo lascia presagire il consolidamento delle nostre posizioni sui mercati internazionali”.
Claudio Zeni