Mark Webber è il sesto vincitore diverso dopo i primi sei GP disputati: l’equilibrio si conferma gara dopo gara. Ma il successo dell’australiano oggi è risultato – diciamocelo tra noi – piuttosto noiosetto (è stato come mangiare una peperonata di cinghiale e piombo). L’australiano – che le ultime voci danno alla Ferrari il prossimo anno (al posto di chi, indovinate…) è stato il protagonista di giornata davanti alle belle barche, belle cosce, bella gente, belli capelli, insomma davanti al solito contorno ingessato ed imbalsamento di Monte-Carlo.
L’altra protagonista è stata la pioggia fantasma. I radar dei vari teams la aspettavano, c’è chi la temeva, chi la invocava. Poi, alla fine, sono cadute due gocce soltanto. La Toro Rosso ha tentato la magata montando le intermedie ma è finita spennata. Due palle.
Dicevamo, gara noiosissima, ravvivata sul finale solo dall’eroica difesa della posizione (la 13esima) di un mastodontico Heikki Kovalainen che ha uccellato i vari Button e Perez con una difesa granitica.
Ma a parte questa difesa eroica, resta ben poco di questo GP da passare alla storia. Il trenino finale dei primi 6 – chiuso da Massa – con tutte le vetture appiccicate faceva tenerezza.
Ma il grande equilibrio è soltanto apparente perché in realtà c’è chi sta meglio e chi sta peggio. Alonso sta meglio sicuramente: la Ferrari in gara sembra molto meno grippata che al sabato e lo spagnolo incassa 15 punti che gli consegnano la leadership del mondiale in solitaria con 76 punti. Vettel secondo nel mondiale a tre punti da Alonso con la strategia evita una gara potenzialmente disastrosa, chiudendo al quarto posto.
Nico Rosberg, l’altra faccia (positiva) della medaglia Mercedes, ha chiuso al secondo posto ed ha sottolineato come a suo avviso la sua era la monoposto migliore. Peccato però che non abbia vinto.
Ma gli attapirati di giornata sono soprattutto tre: i due piloti della McLaren e Michael Schumacher.
Andiamo con ordine. Lewis Hamilton, che sta tenendo per le palle il team di Woking attraverso il rinnovo che ancora non c’è (e ci credo), non è contento della prestazione perché la macchina non c’è. La macchina rincula gara dopo gara, lo ha detto Lewis a fine gara. Detto in maniera diversa: o si inverte la rotta in fretta, o la McLaren perderà Hamilton.
L’agonia della McLaren è completata dal ritiro di Button che per buona parte della corsa s’è ritrovato negli scarichi della Caterham di Kovalainen senza poter fare nulla.Poi, il ritiro.
Impareggiabile Schumy: il Kaiser si prende una pole da sogno al sabato, poi in gara si tocca con Grosjean. Poi scompare e verso la fine è costretto al ritiro per problemi tecnici. Resta con due punti soltanto nel mondiale e nemmeno Massa gli fa più compagnia.
GP di Monaco 2012, gli eventi significativi:
PARTENZA – Scattano bene i primi ma Grosjean (Lotus) si struscia con Schumacher che gli spezza la sospensione posteriore sinistra. Completa l’accrocchio Maldonado che si fracassa contro la Lotus. Inevitabile per entrambi il ritiro come per Pedro de la Rosa (HRT), senza alettone posteriore.
Giro 1. Entra la safety car per consentire la rimozione dei detriti e delle macchine incidentate.
Giro 3. La safety car rientra al box.
Giro 7. Alcune monoposto non meglio precisate sono sotto investigazione per taglio della curva a Santa Devota in occasione del papocchio precedentemente illustrato.
Giro 9. Nessuna penalità viene comminata.
Giro 11. Terzo giro veloce per Webber, il leader, che prende un certo margine (1.6s) su Rosberg. Alonso, quarto dietro Hamilton, perde tre decimi al giro dai primi.
Giro 27. Primo pit per Rosberg. Raikkonen (Lotus) ha un ritmo molto lento e tappa Schumacher e gli altri dietro di lui.
Giro 28. Alonso è giunto a minacciare Hamilton il quale effettua il suo primo cambio gomme assieme a Webber.
Giro 30. Colpo gobbo della Ferrari al box. Alonso effettua la sosta, velocissima come sempre e rientra davanti ad Hamilton.
Giro 38. Drive Through per Perez per aver ostacolato in maniera fantozziana Raikkonen che stava cercando di rientrare al box. Il messicano lo sconta due giri dopo.
Giro 45. Vettel aspettava la pioggia ma è costretto a cambiare gomme.
Giro 48. I primi sei piloti sono tutti molto vicini, racchiusi in 6 secondi.
Giro 54. Glock (Marussia) perde un pezzo dell’ala anteriore alla curva 14.
Giro 58. Button tristemente inchiodato dietro la Caterham di Kovalainen.
Giro 65. Ritiro per Schumacher; due giri dopo è la volta di Ricciardo.
Giro 70. Ascanelli della Toro Rosso tenta il golpo gobbissimo, facendo montare le intermedie a Vergne. Ma sarà un flop perché di pioggia nemmeno l’ombra. Button finisce in testacoda dopo un attacco a Kovalainen. Nello stesso frangente, Kovalainen si difende a sportellate anche da Perez. Quattro giorni dopo Button si ritira.
Giro 78. Finisce la gara col trionfo di Webber. Si stappano i bottiglioni davanti ai principi monegaschi, Hamilton frigna e si lamenta mentre Nandokan sogghigna