È uscita in questi giorni la notizia dell’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale di Cortona riguardante l’utilizzo dei richiedenti asilo presenti nel territorio del Comune come volontari in lavori di pubblica utilità. Il sindaco Francesca Basanieri ha recentemente replicato con un comunicato alle polemiche montate negli ultimi giorni, a cui ha risposto la sezione cortonese di CasaPound con un comunicato.
“Il lavoro non si presta mai in modo gratuito, e gli enti locali devono fare qualsiasi cosa in loro potere per dare il maggior numero possibile di opportunità lavorative agli abitanti di un comune, meglio se ai propri giovani. Sono questi – dichiara Andrea Perugini, responsabile cortonese di CasaPound – i due capisaldi basilari in materia di lavoro, che l’amministrazione comunale cortonese sembra essersi dimenticata con l’ultimo progetto promosso in accordo con Regione e Provincia che prevede l’utilizzo su base volontaria di richiedenti asilo per svolgere lavoretti socialmente utili”.
“Nonostante le doverose puntualizzazioni del sindaco Basanieri, in cui si rassicurava la cittadinanza sul fatto che non ci fosse nessuna assunzione, e che il progetto fosse assolutamente volontario e non retribuito – prosegue Perugini – restano infatti numerosi dubbi sull’opportunità di un progetto del genere. Siamo infatti convinti che per svolgere mansioni come la cura del verde pubblico, la pulizia di giardini, strade, piazze e vicoli, l’obiettivo di un Comune debba essere quello di assumere dei lavoratori con un regolare contratto retribuito, e non di utilizzare come manodopera dei ragazzi che, per quanto volenterosi, non sono certo in Italia e nello specifico a Cortona per estirpare erbacce e rassettare panchine a tempo indeterminato, ma per capire nel minor tempo possibile se possono godere o meno dello status di profugo, consci, se del caso, che nei loro confronti potranno essere prese le necessarie misure per il rimpatrio al termine del complesso iter burocratico”.
“Crediamo quindi che sia meglio per l’amministrazione concentrarsi sui problemi dei tanti cortonesi, spesso giovani, che faticano ad arrivare alla fine del mese – conclude Perugini – e a cui un aiuto economico in cambio di un piccolo lavoretto servirebbe come il pane per costruirsi un futuro migliore nella propria terra. Perché non sviluppare con Regione, Provincia e Prefetto dei progetti che offrano possibilità lavorative, anche se a tempo determinato, ai giovani cortonesi, magari collaborando coi diversi enti così da non far gravare i costi degli stipendi sulle già esigue casse comunali? O si preferisce continuare a sfruttare la forza lavoro di persone che in Italia ci sono finite per caso e che probabilmente non ci resteranno a lungo, solo per nascondere, sotto una parvenza di buoni sentimenti e accoglienza da salotto, un problema ben più grande e difficilmente risolvibile? La palla passa nuovamente al Comune che si ricordi, nelle sue valutazioni, che il lavoro è un diritto primario nel nostro paese, e che chi ne priva i suoi figli a favore di terzi, siano essi retribuiti o meno, presto o tardi ne dovrà rispondere, quantomeno davanti alle urne”.