{rokbox title=| :: |}images/universita.jpg{/rokbox}È oramai da alcuni anni che l’Università di Siena mostra segni di squilibrio finanziari e ultimamente è arrivata un’altra brutta notizia, che riguarda il corso di Lingue, e che dunque tocca direttamente anche la facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo, dove questo corso ha avuto sempre la nomea di essere altamente qualitativo e altamente frequentato dagli studenti. Scaduti infatti i contratti integrativi dei lettori madrelingua, professori di questo corso, essi non sono stati rinnovati, lasciando così i docenti con uno stipendio di circa 600 euro.
È chiaro allora che il fatto abbia scaturito polemiche e “ribellioni” da parte di professori e studenti – pensiamo che la facoltà di Lettere di Siena è stata già occupata.
Il debito ricavato dall’Università di Siena fu reso noto un anno fa e si è cercato fin da subito delle soluzioni che potessero far sì che una facoltà importante, quale è quella aretina, potesse rimanere in piedi senza crollare a causa di questo problema. Oggi tale problema si ripercuote nuovamente e con forza e durezza, dando luogo a molti rischi, per esempio la caduta del corso di Lingue aretino e l’eventuale possibilità di non poter sostenere gli esami a fine anno.
Tutto ciò lo ritengo strano e misterioso, visto e considerato che si va a operare su un personale piuttosto ristretto, quando parliamo di lettori parliamo di circa 40 persone, e mi sembra molto improbabile che una tale e misera soluzione possa dar luogo a un riscontro economico positivo e vitale per l’Ateneo.
Già i primi segnali di decadenza si erano visti all’inizio di quest’anno quando l’Università aveva deciso di non finanziare più le certificazioni linguistiche esterne (come PET, FIRST …), lasciando agli studenti il dovere di pagare questi esami da soli, o di sostenere un’idoneità interna alla facoltà. Fino a qui non si sono levate grandi proteste, ma quello che è accaduto dopo e che prima ho descritto è veramente una cosa grave e che merita enorme considerazione. Cosa ne vorranno fare della nostra Facoltà? Vogliono cominciare forse a distruggerla passo per passo, prendendo a pretesto un debito universitario – di cui gli studenti sono incolpevoli – che non può di certo essere risanato con queste operazioni? Cosa ne sarà del futuro degli studenti? Ricordiamo che l’Università di Siena è una delle Università più care d’Italia; ieri era anche una delle Università che offriva maggiori servizi agli studenti, ma domani, mi chiedo, sarà ancora così? Ridateci la nostra Università!