Ha “ormeggiato” a Cortona il 14 luglio scorso, l’ARCA DEL GUSTO di Slow Food, che gira il mondo dal 1996 con l’intento di “salvare” i prodotti della cultura e della tradizione alimentare del nostro pianeta che rischiano di sparire. A Cortona l’Arca è diventata un hashtag, #arkoftaste. Una finestra sui social, su Istagram in particolare, che Slow Food e Cortona on the move hanno lanciato in occasione dell’inaugurazione della Mostra Fotografica cortonese: chiunque può segnalare, con uno scatto dal telefonino e un breve testo, un tesoro gastronomico, una pianta, una razza animale, un pane del suo territorio che è scomparso o rischia di scomparire e invece meriterebbe di essere salvaguardato.
Mandiamo anche noi, oggi, il nostro Hashtag per far “salire” sull’Arca del Gusto di Slow Food un prodotto della Valdichiana, la mela rugginosa, che sta sparendo dalle nostre alture e che il signor Albino Caleri ha “salvato”, venti anni fa, dalle montagne di Rancacci, sopra Mercatale, dove ha vissuto da ragazzo, per piantarla a Pergo nel bel campo che coltiva con amore e passione da sempre.
A qualcuno il nome di questa piccola mela chianina risulterà sconosciuto ma a tanti riporterà alla memoria ricordi di infanzia, profumi domestici, sapori mai dimenticati.
“E’ una mela dolce e saporita – ci spiega il signor Albino, mentre ci mostra con orgoglio il suo albero di mele rugginose – che ha anche il pregio di conservarsi a lungo. Quando ero ragazzo, si tenevano in soffitta, in mezzo alla paglia, così duravano tutto l’inverno- racconta il signor Caleri- le soffitte, allora, non erano coibentate come oggi e dai buchi dei rondoni, fra le tegole, entrava il freddo e pure la neve,e questo aiutava le mele a conservarsi più a lungo”
La “ruggine” che ne contraddistingue l’aspetto si formerebbe a causa dell’escursione termica che, a primavera, si sente particolarmente nelle nostre zone.
Le mele rugginose si raccolgono in ottobre. L’albero del signor Albino ne produce fino a 30 chili l’anno. La minaccia più seria alla coltivazione è il baco.
In casa Caleri, le mele rugginose si mangiano a fine pasto ma lui ricorda che la sua mamma le preparava anche al forno.
Con la mela rugginosa si fa anche una squisita marmellata.
Magari, a qualche lettore verrà in mente “come le cucinava la sua nonna”, le mele rugginose, e potrebbe raccontarlo sulle pagine del nostro quotidiano affinchè anche il ricordo di queste tradizioni non vada perso.
In Valdichiana la memoria di questa piccola mela saporita sopravvive, oggi, solo grazie alla sensibilità di persone come il signor Albino Caleri e di qualche ristoratore cortonese più sensibile che la propone con successo nel suo menù, in una fresca insalatina, insieme alla scarola,al radicchio e alle noci. Ma la passione di pochi non basta per salvare un prodotto così prezioso del territorio.
Allora invitiamo gli agricoltori tutti della Valdichiana e Stefano Biagiotti di “Qualità e sviluppo rurale” che tanto si sta impegnando nel recupero di un altro prodotto tipico della Valdichiana, l’aglione, a pensare un progetto di valorizzazione della mela rugginosa.
Intanto noi affidiamo all’ARCA DEL GUSTO di Slow Food, attraverso il nostro hashtag #melarugginosadellavaldichianaarkoftaste, la mela rugginosa della Valdichiana sperando che meriti un posto tra i prodotti del nostro pianeta da proteggere e far tornare nei nostri campi e sulle nostre tavole.