Il MAEC sempre più centro di suggestioni culturali. Domenica 15 settembre si conclude il ciclo di eventi “MAEContemporaneo”. Un progetto nato con la ferma intenzione di innescarecircuiti inattesi tra l’archeologia e l’arte contemporanea, patrimonio esistente e produzione performativa, contesto locale e nazionale, per ridefinire il Museo e il Parco Archeologico come spazi di azione culturale aperti ai nuovi linguaggi.
Dopo il progetto sul linguaggio dell’artista Kinkaleri e le suggestive “Naturografie” di Roberto Ghezzi lungo il fiume Loreto, è la volta della performance di Manuela Mancioppi dal titolo “Temporary Relationship” all’interno del parco archeologico del Sodo.
L’appuntamento, di cui è curatrice artistica Stefania Rinaldi, è in programma domenica 15 settembre alle ore 18,30 all’interno del parco archeologico del Sodo.
L’evento è gratuito ed è promosso da MAEC, Comune di Cortona con il supporto di Fondazione Cr Firenze nell’ambito del progetto Valore Museo.
L’azione artistica si svilupperà al termine di un laboratorio performativo partecipato che accompagnerà i fruitori all’interno del parco per “scoprire” la realtà del MAEC Parco e collaborare attivamente all’azione performativa.
Il lavoro di Manuela Mancioppi è un costante invito al “sentire”: un percorso sensoriale che permette di utilizzare i sensi per fruire l’opera, manipolando i materiali per scoprire il sé, al fine di metterlo in relazione con l’altro. L’idea si lega ad un percorso che l’artista porta avanti da anni che consiste nel creare abiti indossabili in modo multiplo e azioni di collaborazione collettiva volte a costruire installazioni temporaneee con l’utilizzo del tessuto. L’azione avrà una durata nel tempo, invitando alla fruizione del parco.
BIO MANUELA MANCIOPPI
Dal 2011 lavora ad un progetto relazionale in progress “TEMPORARY RELATIONSHIPS” con delle sedute temporanee, abiti-seduta “Temporary Seating”, si sviluppa poi con abiti relazionali pensati per il movimento “Temporary Moving”, si trasforma, si espande in più direzioni con le versioni “second skin” e “dark dream” del 2015. Si attua attraverso l’utilizzo di abiti in cotone o lana, realizzati attraverso il recupero di scarti industriali e abiti usati, divengono abiti relazionali, da indossare e condividere tra due-tre-quattro persone, “costrette” ad abitarsi, un progetto che si trasforma, che prende corpo ogni volta che si relaziona. E’ una proposta di riflessione e sviluppo intorno alla tematica di relazione interpersonale e personale, rapporti e legami tra persone, nella nostra realtà contemporanea, oggi, qui ed ora; è un progetto di indagine relazionale e partecipativo, volto al coinvolgimento di tutti. Tra le collaborazioni principali una serie di performance relazionali svolte alla Saci Gallery, nel Centro Storico di Firenze, al Giardino dell’ Orticoltura e al Chiostro di Levante, Biblioteca Umanistica a Firenze, al Museo Pecci e Interno 8-Artforms a Prato, alla GAMC a Viareggio, allo Studio Gennai a Pisa, alla Rocca di Staggia Senese (SI), a Casa Masaccio arte contemporanea, alla Stazione Ceramica e nel Centro Storico di San Giovanni V.no (AR), a la Barbagianna, una casa per l‘arte contemporanea a Pontassieve (FI), nel Centro Storico di Arezzo, al Museo Civico di Sansepolcro (AR), a Palazzo Pretorio a Certaldo (FI), al Parco Mediceo di Pratolino (FI), alla Mostra del Ricamo a mano e del Tessuto artigianale a Valtopina (PG), alla Fornace Pasquinucci a Capraia Fiorentina (FI), nel Centro Storico e alla Officina delle Zattere, Biennale di Venezia 2015, alla Fabbrica del Vapore a Milano.