L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi Amministratori degli Enti locali della Valdichiana aretina, di Organizzazioni sindacali, di molti rappresentanti delle Associazioni di Volontariato e di Cittadinanza attiva, nonché di tanti operatori dei Servizi sanitari e sociali, di cooperative e soggetti del terzo settore ed anche privati cittadini.L’iniziativa è partita nella convinzione che dinanzi alla crescente domanda di aiuto delle persone fragili che chiedono di poter continuare a vivere nel proprio ambiente sociale, la proposta di legge possa proporre un più alto e civile impegno programmatico delle Istituzioni pubbliche e una varietà di interventi e di tipologie residenziali fondate sul principio della domiciliarità, allo scopo di evitare abbandoni ed emarginazione e di garantire a tutti, nessuno escluso, condizioni di prossimità, di vicinanza e di familiarità in un welfare di comunità che richiede la massima sinergia tra interventi pubblici, soggetti sociali, famiglie e cittadini. Le finalità della Legge sono chiare: la Regione deve operare per realizzare il diritto all’inclusione sociale di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, di religione, di censo e di etnia, con priorità per le persone in stato di fragilità per deprivazioni economiche, per condizioni sanitarie e psicologiche e per isolamento sociale, e si impegna a rimuovere le condizioni di abbandono delle persone e/o di sradicamento e di emarginazione determinate anche dal gigantismo delle strutture di ricovero che istituzionalizzano minori, adulti e anziani, uomini e donne e nelle quali è ostacolato il libero sviluppo della persona umana.Tutto questo attraverso la revisione dell’attuale assetto dei servizi domiciliari e delle residenze sanitarie della Regione Toscana incrementando, quando possibile, i servizi domiciliari e modificando le tipologie di residenze rendendole più familiari possibili (comunità alloggio, appartamenti assistiti, piccole RSA) e inserite pienamente nel contesto sociale.La riunione è stata introdotta dall’Assessore alle Politiche Sociali di Cortona Dott.ssa Francesca Basanieri ed ha visto la partecipazione di Bruno Benigni, Presidente del Centro “ Franco Basaglia” e promotore della legge e del Dott. Pier Giovanni Menicatti, Referente del Comitato di iniziativa nei riguardi della Regione Toscana.Molti gli interventi dal pubblico presente segno evidente che l’argomento è molto sentito e di attualità, del resto, con la crisi economica si sono accentuati i bisogni delle persone fragili e delle persone sole che sempre di più cercano aiuto nei servizi pubblici.Con questo primo atto parte la raccolta di firme, che comincerà dal 4 aprile, che coinvolge tutto il territorio della Valdichiana aretina e si protrarrà fino a metà Giugno. In particolare, per il Comune di Cortona, le firme possono essere raccolte nelle sedi dei sindacati CGIL, CISL e UIL, nei centri di socializzazione di Camucia e Terontola, e presso gli uffici della sede del Comune di Cortona.
Residenzialità sociale senza emarginazione: da Cortona parte una raccolta di firme in tutta la Valdichiana
Si è svolta sabato 26 marzo 2011, presso l’Ospedale S.Margherita la Fratta, la prima riunione tra i soggetti pubblici e privati per l’esame della Proposta di legge “ Residenzialità sociale, senza emarginazione” e per la definizione del programma di sostegno alla proposta di legge in Valdichiana Aretina. Il Comitato di iniziativa e gli Enti locali della Valdichiana Aretina si sono coadiuvati per il sostegno alla proposta di legge di iniziativa popolare denominata “Residenzialità sociale, senza emarginazione”, presentata al Consiglio della Regione Toscana ai sensi dell’articolo 74 dello Statuto regionale e dichiarata “procedibile” con atto dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale Toscano in data 8 febbraio 2011.