L’Orchestra Toscana, il flauto e le mani direttrici di Patrick Gallois non hanno deluso le aspettative nella serata di mercoledì al Teatro Signorelli di Cortona, e fin dalle note del “Concerto n.2 in re maggiore per flauto orchestra K.314” di Mozart è stato chiaro che ci saremmo trovati davanti a uno spettacolo di grande qualità.
Le melodie pulite del flauto traverso di Gallois si sono preziosamente incastonate all’interno di un’ottima prova orchestrale, che ha saputo rendere merito al genio del compositore austriaco, brillante e lirico nei diversi movimenti, offrendo forse un’interpretazione romantica del classicismo viennese, ma non per questo disprezzabile. In “Pélleas et Mélisande” di Sibelius, l’orchestra si è dovuta misurare con una ben diversa soluzione musicale: quella novecentesca, e anche qui, guidata dalla grande prova del direttore, è riuscita a rendere in meglio la freneticità, l’intensità, la drammaticità di questa suite, emozionando così l’intero pubblico. Si è tornati al classicismo viennese per l’ultimo brano di repertorio messo in gioco: la “Sinfonia in re maggiore Hob I: 101 ‘La pendola’ ”, dove la melodia floreale, ma anche intensa e completa di “Papà Haydn”, il padre del classicismo, ha veramente entusiasmato, unita poi a quell’aura di semplicità, di emotività e di completezza – che ci ricollega per certi versi al romanticismo – che delizia sempre gli astanti.
Una nota molto positiva per Patrick Gallois, grande flautista, sia dal punto di vista tecnico che interpretativo, grandezza interpretativa che ha dimostrato anche come direttore, dove le sue mani hanno guidato come se parlassero, come se spiegassero a pubblico e orchestra un racconto da seguire; ottima prova anche dell’Orchestra Toscana, sempre organica, puntuale e precisa. Se fossi un professore e aprissi un registro metterei un bel “Più” a questa splendida serata