Domenica 5 Giugno si celebra la Giornata Mondiale per l’Ambiente, il principale strumento attraverso cui l’ONU. sensibilizza l’opinione pubblica sulla salvaguardia del pianeta. Quest’anno la Giornata mondiale è dedicata alle foreste. Oggi guardiamo alla foresta solo in termini di quello che possiamo ottenere da essa: il suo legno, i suoi minerali il suo ossigeno. Fermare la deforestazione selvaggia e difendere le foreste dal fuoco è una priorità, così come salvaguardare tutta la vita che c’è al loro interno. Invitio tutte le Istituzioni ad adoperarsi per diffondere il messaggio della giornata Mondiale dell’Ambiente, in particolare tra le giovani generazioni.
TROPPE AUTO CI UCCIDONO
L’unità epidemiologia ambientale polmonare dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, insieme all’istituto di scienza e tecnologia dell’informazione di Pisa e all’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare di Palermo, ha effettuato la ricerca “Geographical Information, Sistem, and environmental epidemiology: a cross sectional analysis of the effect of traffic-related air pollutio on population respiratory health” realizzato nei comuni di Pisa e Cascina, da cui emerge che risiedere entro 100 metri da una strada a intenso traffico veicolare potrebbe provocare a lungo andare disturbi respiratori e allergici con un rischio, rispetto ai ai soggetti non esposti, fino al doppio. Nei maschi è stato riscontrato sui 2062 soggetti monitorati una prevalenza di sibili persistenti rispettivamente del 15,2%, 13,6% e 9,7%, di broncopneumopatia cronica ostruttiva di 14,4%,9,7 e 9,2 e ridotta funzionalità dei polmoni del 16,8%,17,5 e 9,6%. mentre nelle donne si è evidenziata una prevalenza di dispnea di 35,5%, 28,3%, 23,9% e di positività ai test allergometrici di 18,6%, 11,7%, 11,8%.
C’E’ CHI CI PENSA
Secondo un sondaggio di Legambiente in Italia in 10 anni l’uso della bicicletta è aumentato di tre volte nei giorni feriali, anche se l’automobile continua a farla da padrona. Nel nostro paese nell’anno 2001 i cittadini che scieglievano labicicletta come mezzo di trasporto urbano erano il 2,9% della popolazione adulta, oggi invece la percentuale di utenti della strada a pedali è aumentata arrivando al 9%. Quasi cinque milioni di ciclisti. La ricerca evidenzia che i cittadini sarebbero disposti ad incrementare il loro utilizzo della bicicletta a patto di avere maggiore sicurezza (il 43% chiede percorsi più protetti e il 42% vorrebbe una riduzione del traffico) più parcheggi ad hoc (19%) e poi la richiesta di poter salire con la bici su treni e bus (13%). Infine il bike sharing per un servizio più efficiente. La media europea è di 15,6 biciclette ogni 10.000 abitanti.
L’ASSESSORE PROPONE LO SVILUPPO DELLA STRADA FERRATA MA……MANCANO I SOLDI
Nell’ottica della sostenibilità nel sitema dei trasporti pubblici di persone e merci le ferrovie giocano un ruolo centrale. Per quanto riguarda il trasporto delle merci la Regione ha raggiunto un accordo con il settore cartario che sarà attivo dal 2012 per trasportare tale merce esclusivamente attraverso il treno; in questi giorni si cerca di ottenere una collaborazione con le aziende che producono granulati e polvere di marmo in Lunigiana per trasportare il materiale estratto dalle cave su treni merci fino allo stabilimento Kerakoll in Emilia. Piccoli esempi di una giusta ottica. Oggi in ferrovia si trasporta solo il 3% delle merci e sotto i 200 chilometri di distanza questo tipo di trasporto non è conveniente per i costi elevati. Per dare una risposta immediata allo sviluppo del trasporto pubblico locale la Regione ha in mente un’unica gara per la gestione del trasporto su gomma e su ferro in modo da realizzare un sistema integrato con sinergie tra le due modalità che devono essere dialoganti.
FORSE ARRIVANO?
La Regione Toscana ha distribuito i fondi residui assegnati alle Provincie avanzati grazie ai ribassi ottenuti finalizzandoli all’acquisto di nuovi mezzi di trasporto pubblico meno inquinanti e più adeguati alle esigenze del trasporto.
UN CIRCOLO VIZIOSO….
L’Italia si “dimentica” di depurare le sue acque reflue ed è nuovamente richiamata dall’Unione Europea. Eppure questo comportamento è quello del cane che si morde la coda con conseguenza che pagano i cittadini e l’ambiente. L’acqua utilizzata non depurata o non trattata adeguatamente finisce nei fiumi, laghi e falde provocando impatto sulle biocenosi animali e vegetali. L’acqua è così sempre in peggiori condizioni e per renderla disponibile per i vari usi va depurata con trattamenti sempre più sofisticati dai costi elevati pagati da noi tutti in bolletta.
I CONSUMI DI ACQUA IN ITALIA
Il consumo medio pro-capite di acqua al giorno è calcolato intorno ai 215 litri dei quali il 28% utilizzando lo sciacquone del gabinetto, il 23% per la Pulizia Personale, il 14% per il Lavaggio (biancheria, vestiti, piatti e pentole), il 14% per l’innaffiatura, il 13% per usi di cucina e l’8% per le perdite. Gli usi: il 67% in agricoltura, 18% industria ed l’8% uso domestico. Il 33% degli Italiani non hanno accesso sufficiente all’acqua potabile