E’ inevitabile che, alla luce di quanto accade da Agosto, anche nei nostri territori sia sempre più serpeggiante una certa inquietudine riguardo al rischio di terremoti. Le scosse le abbiamo sentite, in certi casi anche in modo forte. Non è crollato nulla, ma sentirsi sballottare a destra e a manca mentre si è comodamente seduti sul divano di casa, magari al quinto piano di un palazzo, non è certo piacevole. Ecco quindi che, di colpo, ci siamo tutti attivati per capire se vi è il rischio reale che un sisma forte, di quelli che provocano distruzione e morte, prima o poi possa avere come epicentro le nostre zone. E così, come diventiamo tutti allenatori quando gioca la nazionale, adesso siamo un po’ tutti sismologi
Da profani è però difficile farsi un’idea, per vari motivi.
Il primo è che, come avviene per ogni argomento, il web è straordinariamente facile da utilizzare, ma stra-saturo di informazioni: diventa quindi davvero difficile orientarsi fra bufale, siti-fotocopia, pagine che in modo non equilibrato vogliono tirar l’acqua al mulino di una qualche teoria, più o meno strampalata ecc. ecc. C’è però chi, fra i siti che sono testate giornalistiche e ancora almeno un minimo fanno giornalismo, è andato a sentire qualche esperto e da lì, facendo la tara un po’ a tutti, qualche conclusione si può trarre
Ad esempio quella che la sismologia è una scienza che parte dall’esperienza e da lì trae conclusioni che però non possono essere assolutizzate. Salvo eccezioni ancora in fase di studio non si ha la assoluta certezza di cosa sta succedendo nelle profondità terrestri, di quale sia il quadro esistente e soprattutto di quello che può succedere. E’ proprio l’esperienza, cioè lo studio dei fenomeni sismici che avvengono e sono avvenuti nei secoli scorsi, che permette comunque di avere un quadro attendibile su quello che c’è sotto i nostri piedi mentre, in modo similare, la statistica e le serie storiche ci permettono di classificare con discreta attendibilità ogni zona in base al rischio che si possa verificare un sisma forte e distruttivo
Ieri mattina le cinque piccole scosse verificatesi con epicentro San Zeno / Olmo hanno aumentato le nostre apprensioni, ma a quanto risulta il fenomeno non è ricollegabile ai movimenti tellurici che hanno generato enormi danni nel reatino, nè a quelli che hanno colpito le Marche e l’Umbria, ma fa storia a sè e ha delle peculiarità che non devono indurre preoccupazione. Già nel 2002 e nel 2015 si sono avuti fenomeni del tutto simili, con serie di scosse molto ravvicinate di intensità limitata (sempre sotto a 3.0 Richter).
Una delle ‘faglie’ più pericolose pare trovarsi abbastanza distante da noi: è una sorta di linea immaginaria che risale l’Italia centrale più o meno lungo la catena appenninica. Dal Lazio risale vero Spoleto, Foligno, lambisce Assisi e Perugia verso l’altotevere, dove coinvolge Città di Castello per poi entrare in provincia di Arezzo dalla Valtiberina, con Sansepolcro fino a Bibbiena e via via più su per arrivare fino al Mugello. Tutto questo, ovviamente, lo si presume principalmente in base agli eventi verificatisi nel tempo, che non hanno risparmiato proprio la Valtiberina
E’ ragionevolmente improbabile, dicono sempre gli esperti, che un fenomeno iniziato in fondo a tale ‘faglia’, nel reatino, possa spostarsi poi di centinaia di Km a nord.
Oltre a questo sono sempre le serie storiche a venire in soccorso: dall’anno 1000 ad oggi la Toscana nel suo complesso è stata oggetto di soltanto 15 eventi sismici con magnitudo calcolabile sopra il 5.5 e mai è stata raggiunta la soglia del 7.0