La chiamata è arrivata l’ultimo giovedì di agosto e la voce di una ragazza mi ha informato che io, Stefano Milighetto (nel modulo d’iscrizione avevo ovviamente sbagliato a scrivere il nome!) ero convocato per la selezione di Masterpiece, il nuovissimo talent “made Rai3” dedicato agli scrittori esordienti e che andrà in onda a partire dal prossimo novembre.
Necessario per il provino? Oltre alla mia augusta persona, una copia stampata del romanzo in gara e sei foto: possibilmente primo piano e a figura intera.
La destinazione? La Capitale!
Dopo due settimane che sono letteralmente volate e dopo una notte passata insonne, è arrivato il giorno tanto atteso e il viaggio è cominciato alle 6.49 di giovedì 12 settembre, insieme a Laura, supporto quanto mai necessario per quest’avventura nel mondo del piccolo schermo.
Facendo le più assurde e improbabili congetture sul numero dei provinati, una volta scesi alla stazione di Roma Tiburtina, ci siamo avviati verso gli Studios, una parola che nella mia mente evocava immagini faraoniche in stile colossal d’altri tempi. Studios: Ben Hur, Il Grande Dittatore, Full Metal Jacket, insomma, un posto dove registi geniali erano alle prese con i loro capolavori.
Studios: un posto esotico quasi come quella foresta dove Sandokan ha vissuto mille avventure.
Quanti saremo? era la domanda che mi ha ossessionato e per la quale non ero riuscito a trovare una risposta accettabile perché, in rete, le notizie erano tante e tutte in disaccordo: qualcuno mi aveva detto “io l’ho già fatto e ti assicuro che non provinano più di 15 persone al giorno!”, qualcun altro “6 o 7, ti garantisco che per le 14 sarai a passeggiare per le strade di Roma!” Quanti saremo?
La risposta si è presentata da sola una volta arrivati: in quella calda mattina di metà settembre non eravamo 6 o 7, e neppure 15 lì all’ingresso degli Studios. Quel giorno, con il traffico rumoroso di via Tiburtina, ad aspettare di essere ripresi dalle telecamere, ad aspettare di poter parlare di sé e del romanzo presentato per questo concorso letterario “sui generis” eravamo più di 200 e quando ho visto la fila, quel lungo cordone di aspiranti scrittori proprio come me, il solo pensiero che sono riuscito a formulare con un certo cinismo è stato che, a conti fatti, il tutto sarebbe andato molto oltre le 14.
continua…