L'Editoriale

Delle Elezioni frega poco a tutti… perchè?

Importa a qualcuno di queste elezioni politiche? Poco.
E’ questa l’impressione che mi sono fatto riguardo a una tornata elettorale che mi pare fra le meno sentite di sempre dalla “pancia” del popolo italiano. In effetti basta farsi un giro per i social più biechi o entrare in qualche bar / autobus per rendersi conto che gli argomenti prioritari sono altri e nonostante l’avvicinarsi del 4 Marzo la politica è un tema di nicchia, per addetti ai lavori e poco più.
Anche in TV se ne parla poco e ripensando a qualche anno fa, quando la politica aveva di fatto sostituito il calcio, c’è da restare allibiti.
Come mai questo disinteresse???
Generale disillusione? Senso di impotenza? Disaffezione? Perdita di fiducia un po’ in tutti?  Altre cose a cui pensare?
Tutte spiegazioni plausibili.
Fatto sta che per ovviare al disinteresse e alla palese scarsa partecipazione “sentimentale” della popolazione più o meno tutte le forze politiche principali stanno artificialmente cercando di ripristinare lo schema delle contrapposizioni frontali, quello proposto senza interruzioni sin dal 1994, nella speranza di raccogliere qualche adesione convinta, o se non convinta almeno sufficientemente forte da giustificare la fatica di andare al seggio e fare una crocetta con la matita.
Consci del loro essere generalmente poco amati e apprezzati, direbbero gli inglesi “con poco appeal”, cercano di salvarsi in maniera semplice dicendoci “votate per noi” non perchè siamo eccezionali, ma perchè “sennò vincono gli altri”. Tutto questo sottintendendo che gli altri sono peggio.
Ed ecco quindi che dovremmo votare PD anche se non ci piace “perchè sennò vince la Destra” oppure “vincono i 5 Stelle”, votare a destra “perchè sennò vincono i Comunisti” e votare 5 Stelle “perchè sennò poi Renzi e Berlusconi fanno il governo insieme”.
Il giochino di parlar male degli altri vendendoli come spauracchio, purtroppo, ha funzionato per oltre 20 anni ma ora non regge più.
Di chi è la colpa?
Principalmente del nuovo sistema elettorale, che per assurdo è frutto di un processo parlamentare, ovvero la sede dove alloggiano proprio i principali partiti.
La biblica ciofeca del Rosatellum ha infatti reintrodotto (al 66%) un principio che è la negazione assoluta delle contrapposizioni frontali, del “chi arriva primo vince” e del “votate noi sennò vincono gli altri”: la ripartizione dei seggi col metodo proporzionale.
Hai il 10%, prendi il 10%. Hai il 30 prendi il 30. E così via, fatto salvo lo sbarramento (minimo) per i partiti più piccoli.
La quota maggioritaria (dove vince chi arriva primo) vale un terzo, quindi poco.
Inutile quindi utilizzare vecchi schemi in uno scenario che è totalmente nuovo e nel quale è chiaro un po’ a tutti che non vi sarà un vincitore, nè una maggioranza chiara monocolore, ma il Governo si dovrà costruire con i metodi “da Prima Repubblica”, cioè mettendo insieme più soggetti intorno a un programma di massima.
Questa “nuova” politica fatta di compromessi e mediazioni non può catturare l’interesse della gente, abituata com’è alla spettacolarizzazione e alla radicalizzazione degli scontri, in ogni ambito della vita. A poco varrà poi la sensazione di poter finalmente tornare a votare quello che ci piace di più, o perlomeno quello che ci disgusta un po’ meno degli altri: ci hanno abituato a ragionare in ben altro modo, ed è difficile abituarsi a ragionare diversamente.
L’assenza del voto disgiunto, unita alla non possibilità di esprimere preferenze, completa un quadro molto deprimente.
Se vi sarà forte astensione, o comunque un’adesione poco convinta, c’è quindi poco da stupirsi. Le insufficienze dei partiti, unite a un sistema elettorale assurdo e a metodi di comunicazione politica inadatti al nuovo scenario (per palese assenza di fantasia e capacità di leggere la nuova realtà) non potrebbero avere altro esito che questo.
Ma c’è un motivo buono per andare e votare e interessarsi? Ovviamente sì. Anzi, mai come adesso è utile andare a votare scegliendo il proprio preferito. Perchè potrà avere qualche seggio in più in parlamento e di conseguenza farlo pesare nel sistema “compromissorio” che inevitabilmente si instaurerà dal 5 Marzo in poi. So che questo sembra poco per le nostre teste abituate agli aut aut, ma poco non è.
Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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