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Vignini lascia il PD e anche in Valdichiana nasce “Articolo 1”

E’ ufficiale quanto avevamo anticipato nel nostro editoriale di sabato scorso: anche in Valdichiana nascerà “Articolo 1, Movimento Democratici e Progressisti”, ovvero la nuova compagine politica generata dalla recente scissione dal Partito Democratico. E come da noi previsto Andrea Vignini sarà della partita. L’ex Sindaco ha affidato a Facebook pochi minuti fa l’annuncio del suo addio al PD. Queste le sue parole:

 

 

ADDIO CARI AMICI DEL PD, SENZA RANCORE…

Cari amici,
come voi sapete bene, per avermelo sentito ripetere fino alla noia dentro le sedi di partito, non ho mai condiviso molte scelte politiche e di governo che hanno caratterizzato quest’ultima fase storica e col tempo sono passato dalla speranza al dubbio, per giungere infine ad un’aperta contrarietà.

Sul piano politico mi riferisco soprattutto all’incapacità (o magari sarebbe meglio dire indisponibilità) con la quale si è gestito il confronto sia all’interno, con la minoranza del partito, sia all’esterno, con i sindacati, le formazioni sociali e i corpi intermedi, finendo per trasformare la tanto decantata vocazione maggioritaria in una vera e propria vocazione alla solitudine.
Sul piano del governo invece penso a tutta una serie di provvedimenti che, a mio giudizio, sono andati a snaturare le ragioni fondanti del centrosinistra.
Tra questi, ad esempio, l’abolizione dell’art. 18 e il conseguente Job Act che hanno portato poco lavoro e molta precarietà, soprattutto per le giovani generazioni. Poi la cosiddetta “Buona Scuola” o ancora la fallimentare abolizione delle Province. Oppure la legge elettorale, approvata a colpi di fiducia, salutata con alti proclami e ingloriosamente bocciata dalla Corte Costituzionale al pari di un’altra osannata riforma, quella della Pubblica Amministrazione.

L’errore più grave però è stato commesso insistendo testardamente su una riforma costituzionale, scritta male e concepita peggio, che faceva strame dell’equilibrio dei poteri, del rapporto tra democrazia diretta e democrazia di rappresentanza, del controllo del Parlamento sugli atti del Governo e che, inevitabilmente, è stata respinta dalla stragrande maggioranza degli italiani.

Ecco, finora mi sono imposto di non esternare pubblicamente il mio disagio (senza riuscirci sempre, lo ammetto) perché, come immagino capirete, non è facile lasciarsi alle spalle oltre 10 anni di militanza politica dentro un partito che per di più hai anche contribuito a fondare.
Adesso però, in coscienza, non posso più farlo e, sebbene con autentica sofferenza, mi vedo costretto a prendere atto una volta per tutte che il PD non è più, nei fatti, il mio partito.

Per questo cari ex compagni, senza rancore e fatti salvi il rispetto e l’amicizia personale, mi pare giunto il momento che le nostre strade si dividano.

Con tutti voi, nei limiti delle mie possibilità, proverò ancora a confrontarmi e a discutere, ma spero di poterlo fare, a viso aperto, da un luogo politico nuovo e diverso, da quella casa che ancora non c’è, ma che molti, come me, vogliono provare a costruire.

 

Interessante notare, come elemento ulteriore che ci mostra i nuovi scenari politici in via di definizione, il commento di Tito Barbini che aveva già annunciato il suo addio al PD, a cui avevamo dato spazio sulle nostre pagine. Ecco quanto scrive Barbini commentando lo scritto di Vignini:

Caro Andrea sono felice della tua scelta. Mi sentivo un pochino solo ad Arezzo nell’aver dichiarato pubblicamente la mia uscita dal PD. Vedo nelle tue riflessioni una serena e sofferta decisione che certo guarda, come lo è stato per me, alle ragioni della ricostruzione di una sinistra aperta e inclusiva. Quella sinistra plurale che avevamo trovato nella fondazione del PD. Io sono ormai un anziano militante che tiene gelosamente intatta la sua passione per la politica e non posso che guardare con speranza a voi giovani. Mi sono dedicato interamente, da oltre dieci anni, alla scrittura e ai viaggi ma tu hai certamente l’energia e le capacità per guidare, assieme ad altri compagni e compagne, ad Arezzo una nuova formazione politica, unitaria e aperta. Un nuovo inizio senza polemiche e inutili rancori e, certo, senza nostalgie. Poi mi sono accorto che due ex sindaci di Cortona… Un abbraccio

 

C’è poi da segnalare che domani mattina ad Arezzo sarà presentato ufficialmente il nuovo soggetto politico, in una conferenza stampa in cui sarà interessante ascoltare motivazioni, proposte e prospettive poltiche e capire anche gli scenari riguardanti il capoluogo e le altre vallate. Per Cortona e la Valdichiana si tratta sicuramente di una novità di rilievo che senza dubbio punta a rilanciare una presenza strutturata della sinistra, ribadendo il concetto di centrosinistra aperto e plurale. Sarà il tempo e saranno gli eventi (indubbiamente avrà il suo peso anche l’esito del prossimo congresso del Partito Democratico) a dirci quanto “Articolo 1” potrà segnare con la sua presenza il futuro politico della vallata.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

View Comments

  • Caro Andrea, apprezzo la Tua onestà intellettuale e coerenza, infatti le cose che hai scritto non sono frasi di comodo per l'occasione, perché anch'io posso testimoniare che le Tue opinioni e perplessità sulla politica del PD, le hai espresse anche nelle riunioni di maggioranza quando eri sindaco. Auguri per questa nuova esperienza dal sottoscritto e da Sinistra Italiana e per una futura collaborazione fra le nostre due forze politiche per costruire un nuovo centrosinistra. Doriano

  • A mio parere Andrea Vignini è stato un ottimo sindaco, da persona intelligente, colta e di sinistra quale è tuttora ed un partito con ampio sguardo sulle necessità del Paese ha il dovere di riuscire a trattenere un militante di tale livello, anche se è lui a tentare lo strappo, trovando spazi di discussione e compromesso ideologico e operativo; ammettiamo pure che lui non abbia dato segnali di avvertimento, come è probabile, ma posso testimoniare che nell’ultimo periodo di forti turbolenze interne, preludio della scissione, ed anche dopo che è avvenuta, nelle riunioni della Unione Comunale del PD, che ho sempre frequentato, non c’è stato dibattito vero sui temi sollevati dagli scissionisti, tale da riconciliare eventualmente quella parte di iscritti che poteva esser tentata di andar via spaventata dal fatto che di “sinistra” vi restava sempre meno, e qui mi permetto di parlare anche di me, che tuttavia son restato, scottato dall’esperienza fatta in Rifondazione Comunista dopo la fine del PCI.
    Io resto a lavorare, per quel che posso e conta, nell’attuale PD perché se questo partito si svuota si rischia di avere Di Maio che va a trattare con Angela Merkel, oppure che ci torni Berlusconi o un suo dipendente e l’Italia scivola più giù della Grecia, e qui, a parer mio c’è l’errore di Andrea, che mostra di anteporre se stesso all’interesse generale.
    Mi capitò, per motivi di lavoro, di frequentare Prodi quando De Mita lo mise a capo dell’IRI, ed in quel periodo in cui ero ancora “comunista” riuscii ad apprezzare la capacità politica della DC nel trovare compromessi utili al Paese, cosa che il PD non mi pare sappia o voglia fare, trascinato dalla boria del suo “ex” segretario, mentre penso che dovrebbe tenere in maggior conto il pensiero di ogni iscritto per radicarsi maggiormente nella società, fatto che gli consentirebbe di disegnare strategie di lungo periodo indispensabili per il bene collettivo.
    Un “Uomo” come Andrea avrebbe dovuto essere spinto a continuare a far “Politica”, mentre mi pare che in occasione delle ultime regionali sia stato, per me incomprensibilmente, emarginato, e forse da quel momento ha davvero avuto inizio la scissione, perché purtroppo a me sembra che anche nel PD, come sempre e in tutti i partiti, siano i “capi e capetti” a nominare gli eletti e questo è gravissimo perché i cittadini ora per fortuna lo capiscono e si allontanano giustamente dalla democrazia e rischiano di votare Grillo, che almeno lo fa esplicitamente.
    Insomma, mi pare che venga da lontano la spinta all’uscita di Andrea, così come viene da lontano, dalle radici democristiane, quella di chi ha fondato il MPD, e, purtroppo, dell’allontanamento, secondo i sondaggi, di tanti elettori potenziali. C’è una sola strada, a parere non solo mio, per evitare che il PD divenga fra pochissimi anni il nucleo di una forza politica di centro e lasci l’Italia, unico paese europeo, senza una linea socialdemocratica seria, quella che passa per la radicazione nella parte della società dimenticata dallo sviluppo finanziario ed economico dell’immediato futuro europeo, rilanciando, non dico il superato socialismo storico, ma almeno i valori della democrazia orientata ai bisogni degli ultimi, che non si soddisfano con 80 euro mensili, una strada che sappia coinvolgere, non espellere, la cultura e l’intelligenza riflessiva, piuttosto che poggiarsi sull’arroganza del vincitore passeggero, che voglia recuperare tutti i “Vignini” che si allontanano perché non ascoltati o restii all’inquadramento nei grandi o piccoli potentati.
    Caro Andrea, torna a discutere con noi!

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Michele Lupetti
Tags cortona

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