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Corrado Viciani, ovvero il tiqui-taca prima di Guardiola

Provate ad immaginare il Barcellona senza il tiqui-taca, un Barça senza i passaggi continui e il pressing alto. Ebbene, un simile schema di gioco non sarebbe stato immaginabile prima delle intuizioni di Corrado Viciani, scomparso a Castiglion Fiorentino due giorni fa (oggi alle 15.00 in San Francesco i funerali).

Allenatore visionario, Viciani va annoverato tra i più illustri esponenti del calcio aretino. Nacque a Bengasi (Libia), figlio di un’Italia ancora coloniale, il 3 dicembre del ’29, lo stesso giorno in cui il Presidente Roosevelt annunciava al popolo americano che la terapia d’urto contro la Recessione aveva avuto successo. Se n’è andato, neanche a dirlo, in una situazione speculare, con una crisi che ancora non lascia intravedere spiragli.

Dopo una modesta carriera da calciatore come mediano con le maglie di Fiorentina, Como e Genoa, intraprese la carriera da allenatore. Le massime soddisfazioni le ebbe alla guida della Ternana, che riuscì a portare in serie A nel 1972, prima volta per una squadra umbra (ed è degno di nota che fu proprio Viciani a “scoprire” Ilario Castagner, allenatore che avrebbe portato la rivale Perugia in A e a conquistare persino il primato dell’imbattibilità in campionato, con un incredibile secondo posto nel 1979). Negli anni a Terni, Viciani sviluppò l’idea di calcio che lo rese famoso, il gioco corto: uno schema basato sul marcato possesso palla, sul pressing alto, su veloci sovrapposizioni e sul lungo fraseggio tra tutti i componenti della squadra… in pratica il predecessore del tiqui-taca catalano. Il gioco corto non nacque per snobismo, ma allo scopo di sopperire alle carenze tecniche di una squadra di provincia.

Dopo le vicende umbre, Viciani scese a Palermo su richiesta del celebre presidente Renzo Barbera. Pur guidando una squadra di serie B, arrivò (1974) a un passo dalla vittoria della Coppa Italia, persa solo ai rigori contro il Bologna.

Sarebbe bello ricordare il profeta (come veniva chiamato) anche qui, nella sua terra d’adozione, con un premio o un torneo giovanile; a quanto pare i tifosi ternani sono intenzionati a dedicargli la curva est – cuore del tifo rossoverde – dello stadio Libero Liberati. Chiudiamo con una sua massima, oggi più che un monito: fai quello che sai fare, fallo bene e fallo in fretta.

Irons Brothers

L'uno cordiale e sognatore, l'altro cinico e bicchiermezzovuotista (o forse solo sognatore in via di dismissione), Daniele e Alessandro Ferri si affacciano al mondo quando sulla scena pubblica ci sono Silvio Berlusconi, Michele Santoro e Beppe Grillo. Raggiunto il traguardo del quarto di secolo, se li trovano ancora tra i piedi, e anestetizzano il dolore che ne consegue dedicandosi in tutto e per tutto alla buona musica.

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