Cari ragazzi , scendete in campo! E’ questo l’augurio che faccio a tutti voi nel salutare l’arrivo del nuovo anno. Le cose non stanno come ce le raccontano e neppure come ce le hanno raccontate, ma di una cosa siamo tutti certi: a voi viene chiesto di pagare il conto più salato . Per cui scendete in campo, non delegate. Oggi sappiamo con certezza che il vostro unico “dovere” è rispettare i 139 articoli della Costituzione e l’unico “diritto” è quello dell’art. 140 cioè quello mai scritto.
Massimiliano Bruno nel suo film “Viva l’Italia” lo fa recitare ad un bravissimo Michele Placido: art. 140 , cioè il diritto alla Verità. La verità, al giorno d’oggi, ricorda molto il traffico di Roma nell’ora di punta, ma io proverò ugualmente a raccontarvene una, così come l’ho raccontata in un consiglio comunale del 2011 all’indomani della caduta del Governo Berlusconi o come l’ho raccontata a quel giovane talentuoso giornalista del Fatto Quotidiano, di nome Scanzi, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al grande Max Weinberg. I “giovani” della mia età c’erano negli anni ’80 , adulti e vaccinati .
Noi, in quanto contemporanei, siamo testimoni di una storia che, al pari della natura, non fa salti. C’è stata un Italia di cui andare orgogliosi, con una classe politica capace di costruire benessere, ricchezza e speranza nel futuro. C’è chi, come me, l’ha fotografata. Eravamo leader mondiali nella chimica, nella siderurgia, tra i primi nel settore automobilistico,non certo ultimi in quello petrolifero. L’Olivetti era l’unico produttore al mondo di Personal Computer . La Cirio era la più antica e la più importante industria di conservazione alimentare. Primi nel settore della moda, dell’alta tecnologia e del turismo. L’elenco è infinito e disponibile a tutti. C’è stata un Italia, pensate, capace di trasformare 2 milioni di mezzadri in piccoli proprietari terrieri . I loro figli sono diventati geometri, ragionieri, avvocati, architetti, ingegneri, medici, imprenditori. L’ottanta per cento degli italiani è diventato proprietario di una casa e quello italiano è l’unico popolo al mondo a poterlo dire senza essere smentito. Poi, nello sfondo celestiale di una Europa che muove i primi passi per diventare “più bella e più superba che pria”, tutto si consuma .
Quella classe politica , a torto o a ragione, verrà spazzata via da una richiesta di moralità per altro mai soddisfatta. Forse era corrotta…forse semplicemente troppo scomoda. Di sicuro il 50% delle imprese italiane cambia proprietario negli anni successivi e l’Italia privata dei suoi politici di razza, intraprende la via del declino. L’Europa invece avanza come un rullo compressore, ma oramai è la finanza a guidare la politica.Ridisegna i distretti industriali, taglia, scompone, assegna, amministra con la logica del freddo manager a colloquio col direttore di Banca. E il Direttore oramai è unico. Nessuno si oppone e quando qualcuno lo fa, finisce sulle barzellette, schernito e deriso. C’è una sola speranza ed è giovane. Siete voi.Solo tanta energia, freschezza e una sana punta di incoscienza può ribaltare il declino. Siamo nelle vostre mani. Siete nelle vostre mani. Scendete in campo.
Buon anno di cuore a tutti.
Teodoro Manfreda consigliere comunale
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Il più grande rammarico che ho (e che la nostra generazione di genitori e nonni ha) è quello che in un modo del tutto scellerato abbiamo distrutto la speranza del futuro dei nostri figli e nipoti. Ma i sogni sono come il pensiero e non si possono fermare... ed io sogno i nostri figli che si riprendono futuro e libertà, speranza e prosperità. E sarò al loro fianco per sostenerli e combattere con loro così forse mi perdoneranno e ci perdoneranno per tutti gli errori che abbiamo commesso. Forza ragazzi.
I giovani non si vogliono più interessare della politica. È una frase che ha il sapore della rassegnazione: gran parte dei giovani, forse esasperati e stanchi dei cattivi esempi della classe dirigente, preferisce, un po’ per incoscienza e un po’ per snobismo, non immischiarsi in questa così appiccicosa questione. E come dargli torto? Eppure un giovane non può non interessarsi della politica: «Non si tratta di dire mi piace o non mi piace; la politica non è una questione di gusto: ci riguarda tutti e i giovani non possono restare indifferenti. Dopo tutto, la politica è anche saper guardare al futuro (che oramai ha smesso di essere roseo) e saperlo ripensare. I giovani devono ritrovare il coraggio di farlo perché il futuro appartiene a loro
Grande Teddy, tu vedi lontano, speriamo che i giovani non si limitino ad incolpare i soliti noti, rinunciando così a credere che la realtà si può e si deve cambiare!!!!
L'articolo è indubbiamente interessante. Ad un certo punto Manfreda scrive: "Quella classe politica , a torto o a ragione, verrà spazzata via da una richiesta di moralità per altro mai soddisfatta. Forse era corrotta...forse semplicemente troppo scomoda". Quella classe politica era sicuramente corrotta e, con un comportamento scellerato, ha fatto lievitare spaventosamente il debito pubblico, mettendo nei guai soprattutto le giovani generazioni che "dovrebbero scendere in campo" e non lo fanno perché hanno una giustificata ripulsa della politica. E' stata spazzata via da giudici zelanti che hanno dimenticato di indagare sul PCI che prendeva soldi da una potenza straniera ostile all'Occidente e finanziava il suo apparato "soltanto" (...) con la vendita di salcicce alle Feste dell'Unità. Silvio Berlusconi, che aveva smarrito i suoi referenti politici, con un'operazione incredibile e mirabolante è riuscito a riportare al potere le seconde linee del PSI e della DC spazzati via da Tangentopoli. La mia generazione che sognava il cambiamento, ha fatto sacrifici immensi e ha pagato un grande tributo di sangue si è sentita doppiamente presa in giro. Decisamente sognavamo un'altra Italia.....
Caro Mauro, qualcuno ci ha invitato ad essere rigorosi nelle informazioni. Gli atti ufficiali dicono una cosa diversa da quella che tu sostieni. La I^ Repubblica si chiude nel 1992 con 849 MILIARDI di Euro di debito. Oggi siamo a 2.085 MILIARDI di Euro di debito.....
Possiamo affermare senza tema di smentita, che ben 1.236 MILIARDI di Euro, li ha prodotti la II^ Repubblica.
Altro che I^ Repubblica!!!
La discussione sollevata da Manfreda ha dei punti sicuramente interessanti, condivisibile pur in alcune sfumature meno coincidenti con il mio pensiero. Manca però a mio giudizio nella discussione la comprensione del “problema” che è di fondo. Non mi trovo d’accordo con l’affermazione secondo la quale i giovani non si avvicinano alla politica perché inorriditi dalla stessa politica. Non che tale affermazione non colga la reale repulsione dei cittadini per questo modo di gestire la cosa pubblica, ma se solo questo fosse la causa ci si aspetterebbe un’ulteriore voglia di combattere, scendere in campo, aprire quelle grandi battaglie di cui il Paese ha bisogno. La negatività di questa classe politica non è un motivo per rassegnarsi quanto piuttosto un grande motivo per giocarsi la partita della presa del nostro futuro. Parlo più da “giovane” che da “esponente politico locale”. I motivi del distacco sono altri, molto più scomodi perché non imputabili alla sola “casta” bensì alla società complessivamente intesa, all’egoismo, al paternalismo, al disinteresse per la cosa pubblica dopo anni e decenni in cui è inculcato il becero interesse personale. I miei coetanei hanno di fronte la gravosa scelta di battersi o arrendersi. Io, prima ancora da giovane oltre che da comunista, ho scelto di battermi ed ho fiducia che questa scelta sia fatta da tantissimi altri. Saluti a tutti
Ringrazio i commentatori. Tutti. Ho scritto questo articolo inorridito dal futuro che si sta profilando per i nostri figli. C'è un esercito di trentenni senza un giorno di contribuzione pensionistica alle spalle. Di tutte le vergogne questa è la più intollerabile perchè se è vero che per andare in pensione ci vorranno almeno 42 anni di contributi, per molti la vita biologica coinciderà con quella lavorativa. Questo torto, i nostri genitori, non ce lo hanno fatto. Battiamoci perchè questo non avvenga