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Voto Elettronico, perchè no?

Sempre meno gente ai seggi: elettori disillusi, pigri, svogliati, incavolati. Ormai le elezioni rischiano di significare poco o nulla, coinvolgendo nelle decisioni troppe poche persone col riflesso di donare poca credibilità e autorevolezza a chi viene eletto. Con l’affluenza sotto al 50% e vincitori che sono stati votati sì e no da un elettore su 4 o su 5 sarebbe davvero l’ora di intervenire. Perchè allora non tentare, di pari passo con un miglioramento della qualità della nostra politica, anche l’inserimento di un minimo di “Logica commerciale”?

Proviamo a pensare a quello che farebbe un’azienda se fosse al posto dello Stato e si trovasse con un prodotto che interessa sempre meno, appunto il diritto di voto

Come si muoverebbe un’azienda?

Per prima cosa cercherebbe di contenere i costi del prodotto stesso, poi investirebbe nell’innovazione per rilanciarlo, rendendolo più appetibile, facile da acquistare ecc ecc

Cosa potremmo fare, allora?

Un esempio interessante ci viene da un paese sconosciuto, una piccola repubblica baltica chiamata Estonia, paese che noi italiani non conosciamo e ancora tendiamo a considerare con un po’ di supponenza come qualcosa di probabilmente arretrato, poichè coinvolto fino a poco più di due decenni fa nellle vicende storiche dell’ex Urss

Ebbene: in Estonia esiste una carta d’identità digitale con la quale i cittadini hanno accesso ad alcune funzioni e servizi, fra cui appunto il voto. Il risultato è che si può votare dal salotto di casa, connettendosi con un PC

Questo è peraltro solo uno degli esempi di “voto elettronico” esistenti al mondo; l’opzione esiste anche negli Usa e in altre nazioni, anche se con modalità differenti e soprattutto diversi sistemi di sicurezza

E’ però evidente che tonnellate di carta e matite copiative, centinaia di presidenti di seggio, migliaia di scrutatori, migliaia di militari, risultati che non tornano, interpretazioni diverse a seconda del Presidente e della presenza o meno al seggio di qualche rappresentante di lista più o meno “grintoso”, come pure sistemi elettorali totalmente diversi a seconda che si voti per regionali, comunali, politiche e europee accrescono, oltre ai costi, anche la sensazione di trovarci di fronte a un “carrozzone” all’italiana, vecchio e malfunzionante.

Una sensazione che certo non aiuta l’elettore ad aver voglia di andare a votare…

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • e come no, sono entrati nel sito Americano della casa Bianca e vuoi che non ci siano "esperti" della rete che manipolano le elezioni?? mi dispiace ma ancora preferisco la matita... anche perche in Italia la maggioranza non ha Internet e molti non sanno nemmeno come funziona e se guardiamo al Nostro Comune che ancora non è riuscito a far emettere la "Carta d'Identità Digitale" (cosa che a Foiano della Chiana, c'è), come pensiamo di far votare gli ultra 70 residenti nel Nostro Comune??...

  • Per rispondere alla tua analogia aziendale, direi che il voto non è il prodotto, bensì l'imballaggio, la confezione.
    Puoi cambiarla, renderla più attraente, più eco-friendly, più in corrispondenza con le attese dei tuoi clienti, si chiama packaging ed è un lavoro vero, con competenze e know how particolari, ma se non cambi il prodotto, nel nostro caso chi si presenta alle elezioni, allora il cliente disaffezionato non te lo compra più, il prodotto.
    Perché alla fine, se vendi un pollo industriale, che sia nella sua vaschetta di polistirollo bianco o in un cesto di vimini biodinamico intrecciato a mano in una cooperativa operaia di produzione, cambia poco, stai vendendo un pollo industriale...

  • Sono d'accordo con Gully, ma la questione è che i candidati dovrebbero presentarsi all'elettorato con un programma con loro concordato, in modo da rappresentarli nelle istituzioni ed esser poi disponibili a render conto nel merito del loro operato, perché per fortuna nostra, non dei "politici", i cittadini sono cresciuti molto negli ultimi trenta anni.
    Speriamo che cresca e rapidamente anche la politica, altrimenti rischiamo la sterilizzazione della democrazia.
    Come fare per scongiurare questo pericolo? non lo so e mi pare purtroppo che nessuno lo sappia oggi indicare.
    Mi appello, ma credo inutilmente, ai dirigenti dei partiti.

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Michele Lupetti

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