Come preannunciato dal nostro sito sabato scorso si è tenuto un interessante convegno a Cortona, organizzato dalle federazioni locali del PSI, per cercare di districare un po’ la matassa dell’alta velocità ferroviaria, in particolare dopo l’annuncio del progetto comune alle regioni di Toscana e Umbria per una stazione “Media Etruria”. Tale stazione dovrebbe salvare le province di Arezzo, Perugia e Siena dal crescente isolamento nel settore dei trasporti ferroviari.
In sostanza quello che si è capito dagli interventi e che riporto in modo inevitabilmente sintetico unito ad alcuni spunti, è questo:
– che le Regioni Toscana e Umbria almeno per ora vanno a braccetto e portano avanti insieme il progetto senza preoccuparsi troppo di individuare l’esatta collocazione. L’area è quella del tratto ferroviario fra Chiusi e Arezzo: questo alla fine è quello che conta, cioè che la “Media Etruria” rientri tutta, aldilà della conta dei Km, nel circuito dell’alta velocità dal quale ormai da anni è quasi totalmente esclusa con la progressiva perdita di importanza degli scali di Terontola, Chiusi e Arezzo
– che il Governo sembra ben disposto rispetto al progetto. Entro la prossima primavera già si potrebbero avere dei primi sviluppi interessanti
– che l’opera, secondo le previsioni di massima, dovrebbe avere un costo complessivo di circa 40 milioni di euro e che dovrà necessariamente prevedere, al fianco della stazione in sè, anche un’adeguata miglioria di tutte le arterie stradali di collegamento
– che, come già detto, non è ancora il momento di litigare sull’esatta collocazione ma piuttosto conviene impegnarsi tutti insieme per far sì che la stazione diventi realtà
– che il traffico ferroviario locale non deve essere dimenticato e anzi necessita di grandi interventi, ma soffre invece di costanti penalizzazioni che vanno considerate nel più complessivo campo del trasporto pubblico locale, taglieggiato da anni dai Governi. A ciò si aggiunge la stretegia di Trenitalia che indubbiamente privilegia l’alta velocità rispetto ai servizi minori, ma invece (in quanto ancora a maggioranza pubblica) sarebbe più opportuno facesse scelte diverse. La Regione quindi, per migliorare la situazione, ha bisogno anche del sostegno del Parlamento e del Governo, anche per indirizzare diverse scelte di Trenitalia
– che l’esempio da seguire è quello della stazione posta nei pressi di Reggio Emilia, la “Media Padana”. Non è la serie A, nel senso che non è Roma, Milano, Firenze o Bologna dove fermano tutti i convogli, ma è un’ottima serie B e serve al meglio il proprio territorio soddisfacendone le esigenze. L’essenziale è che, progressivamente nel corso degli anni futuri, non si cominci a penalizzare la serie B dell’alta velocità togliendo convogli e fermate, ricreando di fatto meccanismi già visti con Chiusi, Arezzo e Terontola ai tempi degli Intercity e degli Eurostar. Se deve andare in quel modo allora possiamo risparmiare i 40 milioni di euro e farci qualcos’altro (che ne so, il radoppio della SR71 o la metro di superficie Chiusi-Arezzo)
– che finalmente c’è un assessore regionale proveniente dalla provincia di Arezzo, Vincenzo Ceccarelli, che ha in mente un progetto strategico preciso per il rilancio di tutta l’area dell’Etruria, intesa come l’Italia centrale a cavallo fra Toscana, Umbria e Marche. Un progetto che prevede anche interventi sulla benedetta “Due Mari” e sulla “E45” e quindi riconsidera un po’ tutto il discorso dandogli una logica, evitando spezzettamenti e piccoli interventi che alla fine risolvono poco. Che piaccia o no (se ne può discutere) tale visione perlomeno è una visione con un inizio e una fine: in tempi di magra politico-amministrativa come questi è già un grosso passo in avanti
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Io ho capito esattamente il contrario.
Ovvero che ci prendono per il culo...così tanto per fare qualcosa.
Forse sarebbe meglio che più che i partiti si muovano unitariamente tutte le istituzioni della Valdichiana senza litigare o cercare di mettere la "bandierina" di primogenitura. Una stazione tra Arezzo e Chiusi è solo utile perché avvicina questa zona e l'Umbria al resto d'Italia. Dove nascerà è solo un aspetto secondario che i tecnici dovranno indicare.