Sono rimasto stupito dal fatto che nessuno, nè a livello politico, nè a livello istituzionale abbia ripreso e commentato la proposta apparsa nei giorni scorsi e avanzata dall’ Avv. Domenico Nucci di Castiglion Fiorentino circa la costituzione di un Comune unico in Valdichiana. Lo farò io dicendo subito che tale proposta la condivido e la ritengo meritevole di maggiore considerazione di quanto oggi appaia.
Non voglio certamente dire che essa possa essere portatrice di soluzioni taumaturgiche per la finanza locale e per i servizi e tuttavia ritengo che, in un periodo come questo, nel quale le risorse si vanno a ricercare unicamente nella spesa sociale, un riordinamento dell’assetti istituzionale locale potrebbe portare sicuramente positivi giovamenti. D’altro canto credo che appare chiaro a tutti che gli oltre ottomila Comuni italiani siano troppi, onerosi e portatori non solo di diseconomie ma anche di dequalificazione dei servizi ai cittadini ed alle imprese. In questi anni si è messo mano alle Provincie, peraltro in modo piuttosto abborracciato e si è dimenticato di mettere mano al problema vero che è appunto quello dei Comuni. Mi rendo benissimo conto che nell’Italia dei campanili le difficoltà possano essere molteplici, ma mi rendo pure conto che qualcuno dovrà pur trovare il coraggio di porre i problemi per quello che sono. In Valdichiana unificare i 5 Comuni potrebbe portare a benefici nella qualità dei servizi offerti, potrebbe significare ottimizzare e razionalizzare, valorizzandola, l’offerta turistica e culturale. Ma i benefici sarebbero evidenti anche in termini di peso politico, basta pensare al fatto che il nuovo Comune raggiungerebbe circa cinquantamila abitanti e che questo lo renderebbe sicuramente più “ascoltato” a livello Regionale e Nazionale. La domanda allora è: ci sarà in Valdichiana una classe politica capace di rimettersi in discussione ed accettare questa nuova sfida? prevarranno le logiche di conservazione o si aprirà un dibattito franco e leale su queste tematiche? Certo la Valdichiana in passato ha dimostrato il suo campanilismo deteriore (chi scrive ne sa qualcosa) ma oggi il mondo è cambiato, le condizioni socio economiche sono cambiate ed allora, forse questa partita andrebbe giocata.
Remo Rossi – Cortona
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Buongiorno. Dopo aver letto "appare chiaro a tutti che gli oltre ottomila Comuni italiani siano troppi, onerosi e portatori non solo di diseconomie ma anche di dequalificazione dei servizi ai cittadini ed alle imprese" e anche " In questi anni si è messo mano alle Provincie, peraltro in modo piuttosto abborracciato e si è dimenticato di mettere mano al problema vero che è appunto quello dei Comuni" mi domando e chiedo : ma ci credi davvero? Dovremmo a mio avviso avere il coraggio di affermare una verità "vera" e cioè che sono le regioni che dovrebbero essere abolite tout-court senza se e senza ma perchè hanno fallito. Lì c'è il vero centro delle diseconomie e di tutto il resto che scrivi e poi sono lontane mille miglia dal territorio. Chiudere le Regioni e favorire aggregazioni comunali ed aree urbane su basi anche territoriali. A presto.