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Agli ungulati piace l’uva aretina

‘Selvatici crescenti, agricoltori calanti’ è stato lo slogan che ha accompagnato migliaia di agricoltori e allevatori esasperati, delusi, arrabbiati che ad inizio agosto hanno protestato  nel centro storico di Firenze, in Piazza Duomo, di fronte alla Regione Toscana, contro il proliferare incontrollato degli ungulati, cinghiali, daini, caprioli, volatili ma anche predatori, lupi e canidi, che devastano le coltivazioni, falcidiano le greggi, mettono a rischio la sicurezza del territorio e rappresentano sempre più un pericolo per la collettività.

Una protesta che purtroppo è stata solo fine a se stessa visto che gli ungulati stanno attualmente devastando in alcune zone dell’aretino ettari di vigne. “Non fossero causa di veri danni aziendali verrebbe quasi la voglia di ironizzare sulle preferenze enologiche dei cinghiali che infestano il nostro territorio – esordisce Massimo Peruzzi, Presidente della Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino di Ponte Chiani (Ar) – battute a parte diversi viticoltori della nostra zona rischiano seriamente di perdere gran parte della loro uva a causa della  nutrita presenza di cinghiali che non si limitano a mangiare l’uva dei grappoli più bassi ma appoggiandosi ai pali di sostegno delle viti li abbattono, aggiungendo danno a danno”. Un problema quello dei cinghiali che non è stato affrontato con la dovuta tempestività da parte delle istituzioni, come ricorda lo stesso presidente Peruzzi: “Ancora una volta si chiude la stalla dopo che i buoi sono usciti! L’abbattimento dei cinghiali doveva essere anticipato rispetto alla data 18 settembre 2016, mentre viene al contrario posticipato nella seconda metà del mese di ottobre quando ormai la vendemmia è già stata effettuata e i danni ormai arrecati. La nostra cantina ogni anno ha una perdita secca del 7-8%, circa 5000 quintali di uva. I nostri soci non fanno più le domande all’Ambito Territoriale di Caccia perché non ci sono i soldi, ma mille cavilli per avere l’indennizzo. Un problema quello dei cinghiali che è ancora una volta sfuggito di mano alle autorità competenti in materia”. “E’ inutile investire risorse sul piano di sviluppo rurale per incentivare l’agricoltura se poi si consente ai selvatici di fare razzie e di depredare gli agricoltori del loro lavoro – conclude Peruzzi – una situazione paradossale che preoccupa tutti i nostri soci, sia per la sostenibilità economica che sociale del sistema”.

Claudio Zeni

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Claudio Zeni

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