Come ben noto Italia Nostra sezione Valdichiana ha evidenziato a più riprese l’irrazionalità di volere impiantare una mega centrale a biomasse nel territorio di Castiglion Fiorentino e continuerà in questa direzione. Italia Nostra è ancora una volta in allarme a causa del proliferare di piccole centrali a biomasse per forniture di energia elettrica che stanno invadendo il nostro territorio, con autorizzazioni già concesse o in attesa di esserlo.
Esse possono diventare piccoli inceneritori in assenza di legislazione in materia e di controlli. La possibilità di bruciare di tutto è veramente reale, con danni a falde acquifere, ai terreni,alle colture e di conseguenza alla salute a causa della catena alimentare. E’ da considerare che tali centrali diventano redditizie solo per gli incentivi concessi, altrimenti non vi sarebbe nessuna ragione per realizzarle, e non sono da classificare come impianti di “energia sostenibile”. Infatti l’ ultimo rapporto americano sulla centrali a biomasse le definisce “nuovo carbone”, affermando dopo analisi accurate che queste inquinano più delle centrali a carbone o addirittura a gas.
Invitiamo con ciò tutte le amministrazioni comunali a prendere atto di tale situazione onde valutare seriamente le ricadute di tali progetti sul territorio della Val di Chiana, e suggeriamo di visionare il “New Report: Green” Biomass Eletricity More Polluting Than Coal” che conferma gli studi di molti affermati scienziati.
(http://www.pfpi.net/wp-content/uploads/2014/04/PFPI-Biomasse-is-the-New-Coal-April-2-2014.pdf)
Rileviamo una profonda contraddizione da parte della Regione Toscana la quale concede fondi per sostenere l’agricoltura integrata e biologica, ma al contempo permette la realizzazione, attraverso incentivi, di piccole centrali a biomasse, contrastando di fatto una vera agricoltura biologica a causa dell’ inquinamento che le suddette provocano.
A nostro avviso vanno valutate altre forme di energia rinnovabile per la produzione di elettricità, come per esempio il fotovoltaico concedendo autorizzazioni per impianti da realizzare su capannoni già esistenti, prendendo sempre in considerazione prima di tutto le ricadute sull’ ambiente e sul paesaggio.
Inoltre, concedere autorizzazioni per realizzare, a dei privati o titolari di aziende agricole, centrali per un numero di KW superiori al vero, e necessario consumo, da luogo a speculazioni.
Le autorizzazioni dovrebbero essere infatti commisurate e rilasciate calcolando il reale consumo, senza eccedere nella produzione in quanto lo scopo è quello di economizzare le spese sostenute dalle aziende agricole, senza incentivare la vendita di energia in eccesso.
Evitando di fatto che le piccole centrali a biomassa vengano realizzate al solo scopo speculativo.
-ITALIA NOSTRA SEZIONE VALDICHIANA
-MARIARITA SIGNORINI
.Gruppo lavoro energia ITALIA NOSTRA NAZIONALE
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Condividiamo la posizione di Italia Nostra sul tema biomasse, sottolineando come la linea adottata dalle amministrazioni locali nel recente passato contravvenga a quello che era stato il principio ispiratore della normativa sulle energie rinnovabili relativamente alle biomasse.
Quella che sarebbe dovuta essere una buona pratica per smaltire gli scarti dell’agricoltura, producendo al contempo un reddito integrativo per le aziende agricole e un risparmio sulle spese energetiche, si è in realtà rivelata come alibi per far proliferare una agricoltura industralizzata, che adotta devastanti pratiche agronomiche, sottraendo territorio alla produzione alimentare umana e animale.
La forte incentivazione prevista dalla legislazione italiana ha poi trasformato questo principio virtuoso ( recupero dell’energia da prodotti di scarto , risparmio energetico e diminuzione dell’inquinamento) in un vero e proprio assalto alla diligenza . Sono nate aziende similagricole, che di agricolo non hanno niente, che aggirando furbescamente la legge, stanno depredando denaro pubblico in totale spregio del risparmio energetico e della salute pubblica.
E’ inconcepibile che si incentivi ,con accesso alla massima tariffazione, la cogenerazione là dove non c’è, l’autoconsumo inesistente, il dissennato sfruttamento dei terreni agricoli per coltivare prodotti destinati all’incenerimento o alla macerazione. E’ intollerabile che tutto avvenga attraverso un grande sperpero di energia, per recuperare poi appena un quinto dell’energia impiegata.
La politica assistenziale che ha caratterizzato e impigrito il sistema industriale nel nostro paese ha anche in questo settore prodotto gravi danni. E prosciugate le poche risorse economiche disponibili ci ritroveremo, quando finalmente finiranno queste speculazioni, terreni impoveriti, inquinamento aumentato, casse vuote e , soprattutto, meno sani.
Ben vengano quindi questi segnali di inversione di tendenza da parte della Provincia , relativamente al progetto PowerCrop. Non dimentichiamo però che tante piccole centrali sparse nel territorio, se svincolate dal reale bisogno di recuperare gli scarti prodotti e sottratte a rigidi regimi di controllo, possono rappresentare un serio pericolo per la salute , come risulta da evidenze scientifiche ormai universalmente riconosciute.
Questa è stata ed è la nostra posizione sul tema energia da
biomasse, ben lontana dal luogo comune che ci vorrebbe contrari a tutto.