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Fabrizio Meoni, a 11 anni dalla morte il ricordo vive in una scuola a Dakar

La scuola “Fabrizio Meoni & Amici d’Italia” prese forma come progetto nel 2001, quando Fabrizio e Padre Arturo Buresti risposero all’invito della congregazione religiosa marista di Dakar (Senegal), informata della difficilissima situazione in una delle periferie più povere della città: Guinaw Rails, che significa “oltre la ferrovia”. La genesi e la realizzazione del progetto furono molto partecipate da Fabrizio che coinvolse tanti amici e sportivi, piloti e ammiratori (da qui il nome); nemmeno a dirlo la scuola fu costruita velocemente con l’abbondanza di donazioni e da subito il legame tra il quartiere e Fabrizio divenne solido e di grande calore; lui era il campione della celebre corsa che gli aveva dato una scuola, una possibilità altrimenti impensabile dato che per nessuno di quei ragazzi ci sarebbe stata alcuna istruzione pubblica o di altro tipo.

Ancora oggi questo nome è una leggenda nel quartiere e qualsiasi torneo o competizione sportiva, folklorica e di altro tipo porta al vincitore un solo e ricorrente premio: il “trofeo Fabrizio Meoni”. Seguita costantemente dai padri maristi, dall’Associazione “Solidarietà In buone Mani Onlus” e poi dalla Fondazione la scuola conta oggi 315 studenti, dai più piccoli della materna a quelli più grandi. L’undici gennaio 2016, anniversario della scomparsa di Fabrizio, sarà un grande pilota norvegese Pal Anders Ullevalteser (2° assoluto nella Dakar del 2010, sette volte tra i primi dieci su nove partecipazioni) a rinnovare la tradizione di vicinanza alla scuola visitandola, portando la sua generosità e tanto materiale per i ragazzi. Il direttore e gli insegnati hanno preparato una grande festa per lui e per la giovane pilota Julia Schrenk che lo accompagna.

Pal Anders ricorda così l’amico Fabrizio: “Meoni è stato un grande campione, che viveva nel regno delle corse con il suo sorriso e lo straordinario senso di amicizia con tutti i piloti, i membri degli staff, gli addetti. Nel bivacco serale lui era come il papà del Rally, di cui tutti aspettavano i commenti e i racconti. Tutti gli volevano un gran bene. E per me era un eroe, non era possibile immaginare la Dakar senza di lui. Due giorni prima dell’incidente correvamo vicini, ad un certo punto lui prese una strada sbagliata e io rimasi nello stesso percorso, pur rendendomi conto. Ma avevo fiducia nel suo straordinario senso di orientamento e infatti lui riuscì a ritrovare la giusta direzione e a condurci verso la fine della tappa. Per me da solo sarebbe stato impossibile”.

Nel 2015 la Fondazione è stata molto attiva anche su tutti gli altri progetti in Africa, in particolare a sostegno della Missione orionina in Costa D’Avorio dove, circa 5 anni fa, grazie ai volontari della manifestazione estiva di Ruscello si è costruito quella che Don Pasquale Poggiali, referente, chiama “la più bella mensa della Costa D’Avorio”.

Ottimi risultati anche nelle due scuole realizzate e  sostenute dalla Fondazione e dai partners con le offerte ricevute dopo la scomparsa di Fabrizio, nel quartiere di  Yeumbeul Ben Barack a dakar. Qui la scuola “Fabrizio et Cyril” e la scuola intitolata a “Fabrizio Meoni & Padre Arturo Buresti” sono gestite dalla Onlus milanese “Oltre I Confini” www.aoic.it fautrice di un grande lavoro di sostegno alla didattica, adozioni individuali e progettazione generale. Recentemente gli ispettori del Ministero dell’Istruzione senegalese hanno indirizzato una speciale menzione di apprezzamento per gli eccezionali risultati e la ricchezza dell’offerta didattica; un bel riconoscimento agli insegnanti e a tutta l’associazione.

Per informazioni: info@fondazionefabriziomeoni.it

www.fondazionefabriziomeoni.it

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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