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NonSoloMusica: La musica da danza in Schubert

La danza era di gran moda nella Vienna dell’Ottocento, la gioventù vi si dedicava con grande passione ed era diffusa in tutti gli strati sociali. Le scadenze delle serate danzanti venivano fissate in base al calendario liturgico cattolico, dal divieto assoluto durante l’avvento e la quaresima al tripudio di feste nel periodo carnevalizio. A chiunque avesse un certo credito come compositore veniva prima o poi chiesto di comporre musica per serate danzanti. Anche Schubert non fece eccezione.

Le danze rappresentano un genere non secondario nella sua prolifica produzione musicale e ne testimoniano il geniale trasformismo e la rilevante duttilità. Già Haydn , Mozart e Beethoven avevano composto danze soprattutto per piccoli ensembles strumentali  dedicate a serate e feste ufficiali, invece Schubert si differenziò per la particolarità di scrivere musica di tale tipologia quasi esclusivamente per pianoforte in quanto sarebbe stata destinata a feste tra amici intimi,al di fuori delle serate in società. Pregevoli  pezzi  che dimostrano come egli seppe contemperare al meglio lo stile medio della musica di consumo dell’epoca con le proprie esigenze interpretative. Gran parte della musica di Schubert (tra cui gli ancor più famosi Lieder) fu creata quindi per allietare il suo gruppo di amici durante le serate danzanti. Tali feste furono una costante della vita dello schivo artista, egli spesso improvvisava o suonava pezzi composti per l’occasione riuscendo ad uscire dalla timidezza e dalla solitudine e a sentirsi parte di un gruppo, di cui la sua musica costituiva elemento aggregante. A partire dal 1820 vennero a costituirsi le Schubertiadi , riunioni musicali nelle quali un gruppo all’inizio ristretto di amici selezionati si ritrovava per ascoltare la musica del Maestro spesso accompagnata dal canto, in osterie o in salotti privati .In un primo tempo si svolsero a Vienna e successivamente un po’in tutta l’Austria in occasione di gite e scampagnate che a volte duravano giorni. Tali incontri, immortalati nei dipinti di Mohn, Schwind e Shober, furono regolarizzati intorno al 1825 nel tentativo di legare il nome del compositore a una cerchia di artisti ,intellettuali e mecenati , ma gli ostacoli incontrati furono molti e la musica di Schubert rimase legata alla sfera privata, non trovando mai spazio nelle sale da concerto e nei teatri. Le cause di ciò furono essenzialmente due. La prima fu una probabile opposizione politica al regime vigente che aleggiava tra alcuni membri del gruppo, legati ad ideali rivoluzionari e sottoposti a controlli e in alcuni casi ad arresto da parte della polizia metternichiana. La seconda causa è invece da imputare al fatto che il gruppo di amici che prendeva parte alle feste nel tempo cominciò ad ampliarsi, vi si aggiunsero un’ élite di giovani intellettuali anticonformisti che si riuniva per conversare ed ascoltare la musica del  Maestro. Un elemento di coesione del gruppo era costituito dal rifiuto delle convenzioni borghesi e da una condotta di vita libera ed emancipata anche nei costumi, tanto che alcuni di essi dichiaravano apertamente la propria omosessualità o bisessualità. Purtroppo Schubert pagò l’appartenenza a questo gruppo con l’emarginazione e l’isolamento anche in ambito artistico.

Dal punto di vista dell’organizzazione formale le Danze schubertiane seguono quasi sempre il consueto schema bipartito ,con melodie che si sviluppano secondo una successione regolare di 8 o 10 misure; nelle opere giovanili anche l’armonia è di estrema semplicità. Nelle opere tarde invece il gusto schubertiano per la modulazione inattesa e soprendente viene ad apportare una nota di originalità armonica anche a queste pagine in apparenza semplici. Nel tempo Schubert organizzerà i vari pezzi di ciascuna raccolta secondo complesse relazioni tonali. Tra la musica da danza che egli compose un posto preminente spetta ai Valzer, ma molte furono anche le Danze scozzesi e le Danze tedesche, la composizione delle quali fu numericamente impressionante. Egli riuscì ad applicare alla musica d’uso il tipico procedimento romantico della trasfigurazione in opera d’arte.

Nelle Schubertiadi i partecipanti cantavano, ascoltavano la musica, spesso danzavano, facevano nuove conoscenze e poi tutti insieme mangiavano e bevevano in abbondanza .Queste feste nella Vienna di Schubert  rivestivano un significato speciale, esprimendo una concezione nostalgica e crepuscolare del mondo che ben presto si sarebbe estesa anche alla letteratura. Con il tempo l’artista fu introdotto anche in salotti di rango più elevato e da qui cominciò a diffondersi la conoscenza della sua musica;ma la persistente natura di uomo timido e riservato gli impedì sempre di sentirsi a proprio agio in tali ambienti. Spesso se ne stava in disparte,non parlava e non partecipava ai banchetti oppure si congedava sbrigativamente finendo le serate in osteria con un amico. Faceva di tutto per non apparire. Le emozioni suscitate dalla sua musica non erano minimamente riferite alla persona ,quasi come  se lui ne fosse solo il tramite. Spesso a disagio e in imbarazzo, diffidava delle relazioni sociali, apprezzando unicamente l’ammirazione che proveniva dal suo gruppo di amici. A volte si estraniava, dando l’impressione di un sognatore o di una persona assalita da un’ansia e un’angoscia incontenibili. La sua giornata era scandita da abitudini fisse. Componeva al mattino, fumando la pipa e nel pomeriggio se ne stava seduto in un caffè a leggere il giornale o faceva lunghe passeggiate fuori Vienna. La sera era dedicata alle feste o alle birrerie chiassose dove beveva in abbondanza. Alcuni di questi locali ancora oggi esistenti, anche se inghiottiti dalla metropoli, ci fanno intuire quale fosse la Vienna di un tempo.

L’allegria disinibita, la complicità segreta e la leggera euforia furono i momenti più cari attraverso i quali riuscì a creare un’alternativa  di gioia alle leggi severe della malattia e della morte. Egli rese la vita più gradevole a tutti i suoi amici, allientandoli con il piacere della musica e della danza. Danza che rappresentò per lui il simbolo della libertà dagli schemi e dalle costrizioni della vita.

Si ritenne all’epoca che tali musiche, nate per essere ballate in ambienti consoni e legate al costume di una società in lento ma costante e nostalgico declino , sarebbero nel tempo passate in un secondo piano o addirittura dimenticate. In realtà ,ascoltandole, a noi resta la sensazione del piacere ,della libertà, della gioia mista ad affanno ,in una melodia ancora oggi così attuale.

Claudia Faltoni

Laureata in giurisprudenza, ha vissuto a Dubai. A Genova si è dedicata allo studio della storia della musica e alla recitazione. Il suo blog "NonsoloMusica" nasce con un nobile intento: tenere in vita la figura del 'critico' che assiste e gli eventi e li racconta offrendo il suo punto di vista ai lettori, una figura ormai scomparsa nella stampa web troppo spesso fondata sul copia-incolla. Oltre a questo troverete approfondimenti e curiosità in tema musicale

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Claudia Faltoni

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