{rokbox title=| :: |}images/caos1/pilloleiodio.jpg{/rokbox}
Casi sporadici, ma ci sono stati. Qualcuno ha telefonato per togliersi ogni dubbio, qualcuno s’è recato di persona in farmacia chiedendo informazioni, qualcuno è arrivato anche ad acquistare le pillole allo ioduro di potassio convinto che queste potessero avere una qualche utilità per scongiurare i rischi legati al passaggio della ‘nube radioattiva’ proveniente dal Giappone. Questo il bilancio che traiamo da un giro di telefonate ad alcune delle farmacie della nostra vallata effettauto quest’oggi.
Come detto si è trattato di casi rari e sporadici, ma che dimostrano comunque che un minimo di attenzione al problema c’è stata anche dalle nostre parti.
In realtà, come ci hanno ribadito gli stessi farmacisti e più volte si è letto e sentito oggi nei media, acquistare tali pillole (utilizzate in caso di esposizione alle radiazioni) è inutile e anzi, un utilizzo in questo momento oltre che infruttuoso può diventare perfino pericoloso.
In caso di incidente in una centrale nucleare, le compresse di ioduro di potassio sono somministrate per saturare la ghiandola tiroide e prevenire l’incorporazione nella ghiandola di iodio radioattivo. Questa misura può ridurre il rischio di cancro alla tiroide a distanza di tempo.
Le compresse di ioduro di potassio non proteggono contro l’irraggiamento (radiazione) esterno o contro altre sostanze radioattive oltre allo iodio. Possono anche provocare complicazioni mediche in alcuni individui, come ad esempio le persone con insufficienza renale anche di moderata entità; perciò la assunzione di ioduro di potassio deve iniziare soltanto quando c’è una precisa raccomandazione di sanità pubblica per farlo
Lo stesso ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha confermato oggi: “In Italia le medicine non servono. Ne abbiamo stoccate un milione, ma usate nessuna. Non c’è nessuna nube radioattiva in arrivo, ma solo una corrente che però, arrivata da noi, non presenta tracce di radioattività”.
Secondo Giancarlo Torri, responsabile del servizio misure radiometriche del dipartimento nucleare dell’Ispra, nelle correnti radioattive che dal Giappone stanno circolando nell’atmosfera “si sta diluendo la radioattività e anche se arrivasse sul nostro Paese ci saranno concentrazioni così basse che si rischia di non rilevarle”