Questo blog parla di musica. Il titolo riprende quello di un pezzo dei Wings (il gruppo di Paul McCartney dopo lo scioglimento dei Beatles, per chi non lo sapesse) che fece furore a metà degli anni Settanta, in cui Paul ammette senza problemi che 1) la gente non è stanca di sentire canzoni d’amore e 2) non c’è niente di male a scriverle. Faccio mie le sue considerazioni, allargando un po’ lo sguardo: vale sempre la pena di ascoltare musica, qualunque essa sia.
E’ proprio questo il filo conduttore di questo spazio: parleremo di musica pop, rock, jazz ecc. senza alcuna preclusione. Parleremo di musica alta e bassa, di artisti sconosciuti ma di qualità e di artisti conosciuti ma con poche qualità: al largo gli snob che ascoltano soltanto ‘In the court of the Crimson King’ e nient’altro più recente del ’75, per cui se ritenete che stare a disquisire sulle canzoni di Sanremo possa nuocervi gravemente alla salute, non siete obbligati a leggere queste pagine. Sì, lo ammetto: ascolto di tutto, e voglio parlarvi di tutto, dandovi qualche dritta sulla base del mio gusto e dei miei ascolti.
Se qualcuno parte alla carica con la solita solfa di “negli anni Settanta c’era musica migliore di quella di oggi”, gli risponderei che la storia va avanti, e quello che oggi è considerato fuffa non necessariamente lo sarà tra qualche decennio, proprio perché il giudizio estetico cambia con gli anni (Picasso ai tempi del Botticelli non avrebbe certo dipinto ‘Les demoiselles d’Avignon’). Sennò si fa la fine della scuola italiana, che se va bene conclude l’obbligo con lo studio della Grande Guerra, e poi ci lamentiamo se i ragazzi non hanno cultura politica.
Ciò non significa che non parleremo dei capolavori dei decenni passati, anzi forse ne parleremo di più che della musica di oggi. Semplicemente non ci poniamo limiti temporali, geografici (quindi non solo musica italiana e inglese, ma anche brasiliana e perché no, quella dell’Eurofestival) e di stile. Tutto quello che è musica leggera farà brodo.
Sono bene accetti commenti benevoli o malevoli, insulti e tirate d’orecchie, purché motivati e non eccessivamente sbracati. Per motivati intendo cose diverse da ‘ma a me Ramazzotti piace, e tu non puoi parlarne male’, perché io sono io e non cambierei il mio giudizio estetico neanche per farvi un piacere.
E’ tutto. A breve il prossimo post, in cui parleremo d’amore, di morte e di altre sciocchezze.
P.S. Assioma numero 1: esiste il pop di qualità. Se non ci credete, ascoltatevi Madman across the water di Elton John.
P.P.S. La canzone che ha vinto Sanremo fa piuttosto schifo. Che vi credevate, col televoto?