Chi ama, e mi auguro siate in molti, il filone poliziottesco, non può non aver visto il film di cui leggerete fra poco: “ Roma violenta “, anno 1975, per la regia di Franco Martinelli, uno degli pseudonimi di Marino Girolami e con la colonna sonora indimenticabile dei fratelli De Angelis.
Roma violenta fu il primo film di una trilogia, a cui seguirono, poi, Napoli violenta , ed Italia a mano armata, con protagonista Maurizio Merli, nel ruolo del commissario Betti, sempre in lotta con i delinquenti e con una giustizia troppo permissiva. Dopo Roma violenta furono girati Milano violenta, Torino violenta, Provincia violenta, Genova a mano armata e Roma a mano armata che, pur seguendo quel filone, in comune con Roma violenta non avevano molto.
Questo film, come molti altri del genere, fu accusato di essere eccessivamente violento e di avere una connotazione tipicamente fascista , come la maggior parte di questo genere di film di quel periodo; solo Marco Giusti lo definì come un cultissimo poliziesco. Fu il poliziottesco che realizzò il maggior record di incassi, con oltre 2,5 miliardi di lire nel 1975. Altri protagonisti furono Ray Lovelock, da pochissimo scomparso, nel ruolo del brigadiere Biondi, Richard Conte, che interpretò l’ Avvocato Sartori e Silvano Tranquilli, nel ruolo del Capo della Squadra Mobile.
Il film inizia con una rapina da parte di due malviventi all’interno di un autobus: il conducente, all’improvviso, frena, ed un ragazzo va verso uno dei delinquenti il quale, forse non volendo, gli spara, ed il ragazzo, dopo che i due riescono fuggire, muore poco dopo alla fermata successiva . Arriva Betti che, poco tempo prima, aveva perso un fratello della stessa età del ragazzo ucciso, diciotto anni ….. Sulla scena del delitto, davanti al cadavere, si ferma una ragazza e Betti gli chiede cosa stesse facendo: “ Era il mio fidanzato “, ed in Betti si inizia ad intravedere lo sguardo da “ Giustiziere “ . Chiede rinforzi per combattere la criminalità sempre più dilagante, ma più del giovane Biondi ed un certo De Rossi, al momento non gli possono essere assegnati. Betti manifesta tutto il suo malcontento al Capo della Mobile, spiegandogli che così non si può andare avanti, ma più di un “ Ma Betti “ non riesce ad ottenere. Tramite De Rossi, però, ottiene un’informazione importante: l’assassino del ragazzo ucciso sull’autobus. Una sera, aspettandolo all’uscita di un bar, lo prende con i suoi soliti metodi e, dopo aver chiuso entrata ed uscita dell’autobus, lo pesta a sangue ma, sorpresa, l’assassino non era lui, ma un certo “ Cinese “, che viene prontamente arrestato. Poi, Betti fa il nome di un certo Musillo al suo sottoposto Antinori dicendo che se non fosse stato per lui, quei due non sarebbero mai stati presi, probabilmente per far uscire allo scoperto qualcuno di più grosso; difatti, pochi giorni dopo, Musillo, in bicicletta, viene mandato a schiantarsi contro un camion.
Rapina ad un supermercato: tre banditi entrano in azione e, dopo che è stata avvisata la polizia, uno di loro inizia a mitragliare all’impazzata, uccidendo una donna. Durante la fuga, prendono in ostaggio un’altra donna, che verrà barbaramente uccisa dopo essere stata gettata dall’auto in corsa. Biondi, fingendosi malvivente, prova ad ottenere informazioni e, qualcosa, ottiene: uno degli autori della rapina è Franco Spadoni, detto “ Il Chiodo “ che, con un abile stratagemma, riesce a far mettere dentro per qualche giorno, ma che, poi, viene fatto rilasciare, venendo accusato dal giudice di averlo arrestato per un cavillo. Betti non ci sta, ed invita il giudice ad uscire da dietro la scrivania per capire quale sia la vita del poliziotto. Il Chiodo, nel frattempo, viene seguito a vista, essendoci la certezza che una prossima rapina sarà eseguita proprio da lui, e difatti proprio questo accade: insieme a due complici, più un terzo che li attendeva in macchina, rapina una banca, ma Betti e Biondi sventano la rapina uccidendo due dei rapinatori, ma proprio il Chiodo fa poi fuoco colpendo alle spalle Betti che, poi, resterà paralizzato. A questo punto, scatta uno dei più spettacolari inseguimenti che si siano mai visti in un poliziottesco, fateci caso, della durata di circa sette minuti: Alfa Romeo Giulia Super 1600 all’inseguimento di una BMW 2000. Sensi vietati, strade sterrate, sopraelevate, macchine sfasciate … il Chiodo, durante l’inseguimento, in una sequenza molto forte, tentando di far desistere Betti, uccide tre bambini davanti ad un parco giochi ma Betti, dopo pochi secondi, riparte all’inseguimento ed alla fine, li fa andare a sbattere contro dei bidoni ed altri detriti; il guidatore muore sul colpo, mentre il Chiodo, uscendo dalla macchina, tenta con la mitragliatrice di uccidere il Commissario, ma viene da questi freddato con quattro colpi di pistola, mentre nella sua mente ripassano il ferimento di Biondi e l’uccisione dei tre bambini. Non sussistendo, secondo il giudice, le condizioni per uccidere il Chiodo, Betti viene sospeso dal servizio e, lui automaticamente, si dimette dalla Polizia. Alla domanda di Biondi, che Betti era andato a trovare in ospedale, su cosa farà, Betti risponde così: “ Non lo so, io so fare soltanto il poliziotto “. Qualche giorno dopo riceve la telefonata dell’Avvocato Sartori che molto aveva fatto dopo la morte del giovane fratello di Betti e lo invita a casa sua, cercando di convincerlo, insieme ad altre persone, a far parte di un “ commando speciale “ che intervenga dove la giustizia non può intervenire. Dopo una giustificata perplessità iniziale, Betti accetta ed, insieme ad altre persone che avevano subìto rapine o aggressioni, inizia a rastrellare il territorio e, la sera stessa del suo nuovo incarico, due malviventi che stavano derubando un negozio di tappeti vengono fermati e pestati, con il compiacimento dell’ Avvocato Sartori. Un’altra banda che stava rapinando una coppia viene fermata e “ trattata “ allo stesso modo, con i banditi che restano a terra esanimi, ma la vendetta non tarda ad arrivare: due banditi entrano nella villa di Sartori e le stuprano la figlia davanti ai suoi occhi. Intanto, Betti torna a trovare Biondi che si trova ad un centro di riabilitazione motoria, il quale Biondi dà a Betti dei “ suggerimenti “ su chi possano essere gli autori dello stupro. Individuati, li rapiscono e li rinchiudono in un magazzino dove arriva Sartori che li riconosce. Qui inizia un pestaggio violentissimo, al quale Betti dice stop perché non li vuole morti. Dopo l’ennesima rapina ad un ristorante in cui ci scappa il morto, viene fatto il giro dei ricettatori per ritrovare la refurtiva ed i colpevoli dell’omicidio, ma questa volta viene fatto un buco nell’acqua.
Scene finali: Biondi viene raggiunto al centro di riabilitazione da due ricettatori dai quali viene selvaggiamente e vigliaccamente picchiato, ma sopraggiunge Betti e, mentre i due cercano di darsi alla fuga, l’ex Commissario li uccide sparandogli alle spalle. Il giudice, però, lo assolve perché ha agito per legittima difesa del collega, ma lui dice che sì avrebbe potuto sparargli alle gambe o per aria per intimorirli, ma in quel momento voleva solo ucciderli ( …. ) E mentre se ne va dopo aver parlato con Biondi, questi immagina la sua morte, ucciso alle spalle.
Un poliziottesco, crudo, violento forse come pochi altri, certe volte con una violenza, probabilmente, ingiustificata, ma dettata, forse, dalle leggi permissive che impedivano ai poliziotti di agire secondo la legge.
Stefano Steve Bertini