Siete pronti a leggere di quest’ altro poliziottesco, un bel poliziottesco? Non da molti apprezzato, ma, a mio modo di vedere ben fatto, Poliziotti Violenti è un film con molte scene di genere, alcune scene romantiche, con un finale un po’ a sorpresa e con un cast più che dignitoso.
Poliziotti Violenti è un film del 1976, ben diretto da Michele Massimo Tarantini, che ricordiamo più per le commedie scollacciate sempre di quegli anni, e con le musiche sempre eccellenti degli ottimi Guido e Maurizio De Angelis. Protagonisti di questo film sono l’inossidabile Henry Silva, in una delle rare parti da buono, nel ruolo del Maggiore Altieri, il buon Antonio Sabàto, che interpreta il Commissario Tosi, la sempre bella Silvia Dionisio, nel ruolo di Anna, perdutamente innamorata di Altieri, ed Ettore Manni, che interpreta il cattivo di turno, l’Avvocato Vieri.
Altieri sta indagando sulla morte di due paracadutisti, ma le sue indagini non fanno piacere a qualcuno e viene “ promosso “ a Roma in un ufficio militare ad espletare mansioni di burocrazia, ma questo compito gli va stretto. Nel frattempo, durante il viaggio in treno verso Roma, ha conosciuto Anna, della quale subito si invaghisce, ma lei è un po’ diffidente nei suoi confronti, si può dire che abbia paura di lui. Parallelamente all’indagine da lui condotta, il Commissario Tosi indaga su un traffico d’armi e, dopo aver incontrato un malavitoso, riconosce i famigerati MK-118, delle mitragliette in dotazione, in teoria, solo all’Esercito. Successivamente, viene riconosciuto e due banditi tentano di farlo fuori, ma lui, scappando verso la macchina, capisce che gli è stata messa una bomba nella macchina stessa e la manda verso la baracca con i due banditi dentro, con i malviventi che muoiono nell’esplosione. Nel frattempo, Altieri non sta con le mani in mano e sventa il rapimento di un bambino dopo un inseguimento in macchina non degno del Maurizio Merli in Roma violenta, ma comunque sufficientemente spettacolare: la macchina prende fuoco, ma Altieri tira fuori il bambino in tempo. Quasi da film horror genere Italia primi anni ‘80 si sente il bambino ripetere più volte la frase “ Sono stato buono “ e gridare aiuto. Anche nella scena del salvataggio si sentono urla strazianti. Un misterioso individuo, Thomas Rudy, che mastica sempre una barretta di cioccolato, con capelli lunghi e barbetta incolta, non approva: probabilmente, è un uomo di Vieri, ma non si verrà mai a sapere, molto probabilmente è il capo di qualche banda dedita al traffico d’armi. Uscendo da casa di Anna, Altieri viene pesantemente pestato da alcuni malviventi a capo dei quali troviamo il misterioso individuo che, alla fine del pestaggio, gli dice queste parole: “ Si voi resta’ a Roma, rispetta l’undicesimo comandamento: fatti i cazzi tua “. In ospedale, non spiffera una parola a Tosi. Una soffiata porta la Polizia a trovare alcuni MK-118, ma è una mattanza, restando quasi tutti i poliziotti uccisi, ma anche due dei banditi vengono fatti fuori da Tosi. Durante un incontro con Anna, due delinquenti in moto pestano una donna e le portano via la borsetta, Altieri interviene e con un bastone, frutto del pestaggio subìto, butta a terra i due che vengono linciati dalla folla inferocita, ed anche in questo caso si sentono alcune urla inquietanti. Anna ha sempre più paura, ma è anche attratta dal Maggiore.
Altieri raggiunge Tosi all’autodromo di Vallelunga, dove il Commissario, appassionato di auto, si reca ogni tanto per scaricare la tensione, per parlargli delle indagini e, poco più in là, dopo un breve tragitto in macchina, gli presenta un suo informatore, il travestito Clara, il quale, per aver parlato troppo riguardo ad una rapina, farà poi una brutta fine, venendo ucciso strangolato dal finestrino di un’ auto. Nel frattempo, si compie la rapina: una donna, fingendosi cliente, entra in una gioielleria e, dopo avere finto un malore, insieme ai complici arrivati con un’ambulanza, scappa via. Durante la fuga, tre persone vengono uccise con gli MK-118, ma i nostri, protesi all’inseguimento, questa volta falliscono cappottandosi con la macchina, ma uscendone illesi. Dopo aver picchiato un militare che stava intercettando una telefonata fra lui e Tosi, viene sospeso dal servizio. Anna, intanto, viene seguita e violentata da due balordi che vogliono tendere una trappola ad Altieri, ma l’agguato fallisce, con il primo bandito che viene ucciso dalla Polizia, mentre il secondo, per evitare che parli, viene investito da Thomas Rudy. Tosi va a colloquio da Vieri, ancora non sapendo, pur sospettandolo, in quali loschi traffici l’Avvocato sia invischiato. Al porto di Fiumicino, dove si trova il militare pestato da Altieri, e questo fa capire come anche gli alti vertici militari fossero invischiati, avendo il Generale, ai cui comandi c’era Altieri, preso le indagini sugli MK-118, Tosi e Altieri sono vicinissimi a scoprire la verità. Il militare dà ordine a quattro motociclisti di uccidere il Commissario ed il Maggiore, ma due dei motociclisti vengono uccisi da Tosi mentre sono in fuga e, dopo un inseguimento che li porta fuori città, i restanti due motociclisti sono fatti fuori ancora da Tosi mentre gli stavano lanciando una bomba.
Scene finali: Altieri porta Anna da Tosi per un’oretta perché deve fare una cosa: portare via dalla cassaforte dove sono custoditi i documenti relativi agli MK-118. Quando torna dalla sua missione, non li trova più, essendo i due andati al ristorante di fronte. Una bomba fa una strage, uccidendo anche Anna, che muore fissando Altieri, il quale, ripercorrendo in alcuni flashback i bei momenti vissuti con Anna, a questo punto vuole la sua vendetta.
Il film, visto il periodo in cui è stato girato, tratta di uno dei tanti tentativi di colpi di stato intenti a sovvertire l’anarchia in cui, secondo l’Avvocato Vieri, l’Italia versava, convinto che Altieri, in quanto soldato, capisse e si potesse mettere dalla sua parte, cercando di convincerlo che per queste cose necessitavano i morti, ma Altieri rifiuta e nel momento in cui arriva la Polizia, Vieri tira fuori la sua pistola, ma Altieri, con la mitraglietta MK-118, lo uccide, con il cadavere grondante di sangue appoggiato ad una grande vetrata. Tosi intima ad Altieri, con cui era entrato in sintonia, di arrendersi, ma Altieri, con un gesto, forse involontario, alza la mitraglietta quasi a voler sparare e Tosi, con un colpo di pistola, lo uccide, con Altieri che, sorridente, gli muore tra le braccia, accorgendosi poi, con un gesto di rabbia, che la mitraglietta era scarica. Alla fine, si vede il Commissario gettare per terra, con disprezzo, il suo tesserino da poliziotto.
Un buon film, con quattro attori più che buoni protagonisti, senza il Commissario giustiziere, ma con una violenza forse ancora maggiore che in altri film di genere.
Stefano Steve Bertini