Umberto Lenzi, uno dei Maestri del genere poliziottesco, è il regista di questa pellicola del 1975, che vede come protagonisti Henry Silva, nel ruolo dell’ Ingegner Vannucchi, Silvana Paluzzi, che interpreta l’ ex moglie Vera, Silvano Tranquilli, caporedattore Giordani il personaggio da lui interpretato, e Raymond Pellegrin, che interpreta il Commissario Bertone. Il film è “ L’ uomo della strada fa giustizia “ con le musiche non trascendentali di Bruno Nicolai.
Come avrete capito dal titolo, anche questo film è molto “ giustizialista “, ma in questo caso il ruolo del giustiziere non spetta tanto al Commissario che, anzi, cerca di agire secondo la legge, bensì al comune cittadino che, non trovando soddisfazione nella giustizia, si farà giustizia a modo suo.
Una bambina, Clara il suo nome, aiuta un signore, all’ apparenza cieco e col bastone, ad attraversare la strada sulle strisce pedonali, che si fa portare dinanzi ad una gioielleria dove si fa suonare il campanello dalla bambina ed aprire. Questo tipo, però, altri non è che un bandito che, insieme ai suoi complici, rapina il negozio e, a rapina conclusa, spara, uccidendola, alla bambina che, però, prima di morire, riesce a sussurrare delle parole, facendo intendere che il rapinatore che le aveva sparato aveva un qualcosa a forma di scorpione. Il padre, l’ Ingegner Vannucchi, separato dalla moglie, le stava comprando un regalo, una bambola che poi verrà lasciata sulla sua tomba. Vannucchi va dalla Polizia a denunciare l’ accaduto ma, a parte il fatto di venire a sapere da Bertone che la pistola che ha sparato è una Calibro 9, altro non ottiene; la Polizia brancola nel buio. All’ uscita dal cimitero, lui e l’ ex moglie vengono assaltati da dei balordi, li insegue ma viene da questi circondato, viene pestato, la macchina distrutta e, come beffa finale, viene multato da degli zelanti vigili ( … ) . Due personaggi si presentano a casa sua: l’ Avvocato Mieli, interpretato da Claudio Gora, papà di Andrea Giordana, ed il suo fido scudiero Pascucci, Luciano Catenacci l’ attore che, venuti a sapere della tragedia che lo aveva colpito, gli propongono il loro “ aiuto “, facendo parte di un fantomatico Movimento di autodifesa civile: in pratica, dove non arriva la Polizia, arrivano loro, ma Vannucchi, ancora fiducioso nella giustizia, li butta fuori di casa. Giordani, suo amico, gli propone allora di rivolgersi ad un investigatore privato, tale Salvatore Mannino, il quale fa delle scoperte importanti ma, prima di poter parlare, viene ucciso nel suo studio. Vannucchi, frugando in casa di Mannino, trova il volantino di un locale, Lo Zodiaco, e lì trova quello che crede essere il suo uomo, avendo questi al polso un ciondolo a forma di scorpione. Nel frattempo, in un dialogo con Bertone che lo aveva pedinato, spiega a questi di non avercela con lui, capendo che i poliziotti prendono quattro soldi, con Bertone stesso che gli dice che più di quello non è possibile fare. Tramite un travestito conosciuto al locale, Vannucchi prova a farsi fissare un appuntamento con l’ uomo con il ciondolo, Mario il suo nome, ma questi sente puzza di bruciato, sospettando che Vannucchi sia uno sbirro. Nel frattempo, la delinquenza, anche piccola, dilaga: un borseggiatore ruba una radio da una macchina e Vannucchi lo ferma, riempiendolo di botte e venendo accusato da dei passanti di aver agito in maniera esagerata e che, anzi, avrebbe dovuto ringraziare il borseggiatore per non averlo denunciato. Intanto, l’ ingegnere si convince sempre più ad entrare a far parte del Movimento di autodifesa nazionale, pur sconsigliato da Bertone, Giordani e moglie, la quale vede in lui non tanto il desiderio di giustizia, quanto di vendetta. Il travestito, per aver fatto la spia, viene mandato in ospedale da Mario e dai suoi scagnozzi. Vannucchi, dopo aver subìto l’ ennesima violenza con la moglie che era stata rapita e, probabilmente violentata, si decide ad aderire al Movimento che gli fa vedere come funzionano le cose, pestando a sangue due balordi che avevano rapinato un’ anziana donna, poi deceduta. Bertone ed i suoi uomini, intanto, cercano di fare il loro lavoro ed a bordo di un’ imbarcazione abbandonata trovano quattro banditi che non si arrendono, venendo poi tutti uccisi.
Scene finali: Vannucchi, grazie a Mieli, viene a sapere dove si nascondono i quattro che hanno ucciso la sua bambina e li raggiunge, con un fucile, davanti ad un casolare abbandonato, non prima di aver avvisato Bertone, dicendogli che l’ avrebbe aspettato per farli arrestare ma, dopo aver visto un bambino piangere per essersi fatto male dopo essere caduto e chiamare il suo papà, alla mente gli tornano le immagini di sua figlia uccisa e decide di non aspettare più: si reca dentro il casolare ed uccide tutti e quattro i malviventi. Quando arriva il Commissario insieme a Giordani ed alla moglie, Vannucchi fa per consegnarsi ma Bertone non lo arresta ed anzi gli dice come fare quando si troverà davanti al giudice per il processo: lui passava di lì per caso con il suo fucile da caccia, aveva chiesto informazioni ma essendo capitato nel covo di questi criminali, si è trovato a sparare per legittima difesa. C’è , però, un colpo di scena finale che lascia abbastanza sconcertati: Bertone dice a Giordani di capitare da lui perché gli deve spiegare alcune cose, Giordani va ed il Commissario gli mostra i cadaveri delle quattro persone che lui ed i suoi uomini avevano ucciso a bordo dell’ imbarcazione abbandonata ed uno di questi ha tatuato sul polso sinistro uno scorpione, quello che la bambina aveva visto prima di morire; quindi, Vannucchi, per tutto il tempo aveva seguito le persone sbagliate. Il film si chiude con l’ ingegnere e la moglie Vera che decidono di partire per il Canada, avendo lui accettato un nuovo lavoro, e nel tentativo di cambiare vita. La scena finale vede ancora Vannucchi con gli occhi iniettati di sangue vedendo dei banditi finire fuori strada mentre sono in fuga; lui vorrebbe scendere con il cric in mano, ma la moglie lo dissuade e qui si chiude il film.
Un film come tanti del periodo, con la Polizia che ha mezzi molto limitati per combattere la delinquenza, con movimenti giustizialisti che nascono come funghi per arrivare dove la Polizia non può arrivare, con il semplice cittadino che, esasperato, alla fine si mette al livello degli stessi delinquenti. Interpreti, i quattro principali, tutti di spessore, nonostante Henry Silva presenti la sua solita espressione da duro che a tutto fa pensare tranne al fatto che interpreti un personaggio dall’ animo buono.
Stefano Steve Bertini