Enzo G. Castellari è l’ ottimo regista de “ Il grande racket “ , anno di uscita 1976, con le sempre buone musiche dei fratelli De Angelis. Chi è amante del Poliziottesco con la P maiuscola, fatto di stragi, morti, sparatorie, violenze, vendette, giustizia sommaria e tanto sangue, allora deve guardare questo film. L’ attore principale di questa pellicola è Fabio Testi, che interpreta il Maresciallo Palmieri; altri più che buoni protagonisti sono Renzo Palmer, Glauco Onorato, Orso Maria Guerrini, Vincent Gardenia e Joshua Sinclair. Come avrete capito dal titolo, questo film tratta del racket delle estorsioni ai danni di piccoli e grandi commercianti che, avendo perso tutto ed essendo stati colpiti negli affetti familiari, insieme ad altre persone, troveranno il modo di ottenere la loro giustizia. Essendo un film molto forte, all’ uscita nelle sale fu accusato di eccessivo giustizialismo e fascismo e fu duramente stroncato, anche se poi fu definito uno dei migliori film di Castellari.
Il film inizia con quattro taglieggiatori, fra cui c’ è una donna, agli ordini di Rudy il Marsigliese, che vessano diversi negozianti, distruggendo i loro negozi, incendiandoli, minacciando e picchiando. I quattro sono seguiti da Palmieri e dal collega Velasci, nel cui ruolo troviamo Sal Borgese, ma aspettano ad intervenire. Palmieri, poi, li segue di sua iniziativa mentre portano il ricavato al loro capo, ma viene scoperto e, con la macchina, viene gettato giù da un dirupo; incredibilmente la macchina non esplode e lui, altrettanto incredibilmente, ne esce solo con un po’ di ossa rotte. Con uno stratagemma, appena uscito dall’ ospedale, convince molti taglieggiati ad andare a sporgere denuncia in Questura. Nel frattempo, i quattro pestano un altro “ cliente “, interpretato dal regista Castellari ma intervengono Palmieri e Velasci che, dopo averli portati a più ragionevoli consigli, li portano in Questura; per qualche cavillo burocratico, però, vengono fatti rilasciare dal Procuratore Giuni, figura molto losca. Palmieri, intanto, convince Giulti, un ristoratore interpretato da Renzo Palmer, a parlare, ma viene anche costretto dal capo di Palmieri a firmare il verbale, che sarà la condanna a morte della figlia, che, nonostante fosse stata portata in collegio per sfuggire ad eventuali rappresaglie, viene rapita dai quattro e violentata e, non sopravvivendo alla vergogna, si suiciderà, causando nel padre una follia senza fine ed un desiderio violento di vendetta. Intanto a Palmieri, di cui non vengono accettati i metodi di indagine, viene assegnato un altro incarico. Il biscazziere Mazzarelli, Glauco Onorato l’ interprete, viene contattato dal Marsigliese per la protezione e, non accettando, viene prima pestato e poi investito al molo dalla macchina del Marsigliese stesso; non morirà, ma resterà invalido. Scena successiva: due taglieggiatori arrivano al locale di Giulti, il quale prima implora pietà per la figlia morta, poi, senza pietà, uccide i due, rivolgendosi alla figlia morta, dicendole che nessuno le farà più del male. Intanto, Palmieri si rivolge ad una sua vecchia conoscenza, il mariuolo Zio Pepe, interpretato da Vincent Gardenia, al quale Palmieri promette libertà d’ azione per le sue truffe, ma in cambio dovrà fornirgli informazioni sul racket che sta colpendo Roma; le informazioni arrivano ed il racket colpirà, secondo Zio Pepe, molto più in alto, con marsigliesi, siciliani e calabresi. Il deposito valori della stazione Tiburtina è il bersaglio successivo, per dimostrare che vogliono fare le cose in grande. Palmieri si organizza con diverse auto della Polizia, ma anche Rudy il Marsigliese fa lo stesso ed è una mattanza, in cui perde la vita anche Velasci. Amanti delle sparatorie e del sangue, questi minuti d’ azione sono per voi. Nella sparatoria interviene anche Gianni Rossetti, campione di tiro al piattello, Orso Maria Guerrini l’ attore, che uccide diversi banditi, ma questo gesto eroico gli costerà molto caro: nel suo appartamento verrà picchiato dai quattro taglieggiatori, la sua ragazza violentata, verrà dato fuoco all’ appartamento e nell’ incendio morirà anche la ragazza. Zio Pepe si infiltra fra i marsigliesi: Rudy organizza una rapina alla quale Zio Pepe dovrà partecipare insieme al nipote, ma Rudy stesso sospetta un tradimento e tramite uno degli ormai famosi quattro fa telefonare alla Polizia per avvisare della rapina. Tutto sembra finire bene, ma i quattro sono in mezzo alla folla ed aizzano la gente contro i due, facendo morire il ragazzo che Palmieri non riesce a salvare; Palmieri viene, così, sospeso dal servizio. Non facendo più parte della Polizia, l’ ex Commissario organizza la sua Squadra Speciale di cui faranno parte Zio Pepe, che vorrà vendicare la morte del nipote e che dice che il sorriso gli tornerà solo quando avrà placato la sua sete di vendetta, Giulti, in carcere ed ormai fuori di testa, Rossetti, al quale Palmieri chiede se vorrà sparare a qualcosa di diverso dai piattelli, Mazzarelli, con la spina dorsale spezzata e Doringo, un pericoloso criminale che verrà fatto evadere insieme a Giulti ed al quale Palmieri promette un falso passaporto per poter poi scappare. Mazzarelli ha i suoi informatori e da loro viene a sapere che l’ incontro fra i vertici della Cupola ed i vari scagnozzi avverrà in una fabbrica fuori Roma. I sei si preparano ed organizzano nei minimi dettagli il tutto, ma Giulti è una scheggia impazzita.
E siamo alle scene finali: tutti i vertici si riuniscono nella fabbrica e fra di loro c’è anche Giuni, il Procuratore, colui che è a capo di tutto e che in un discorso delirante afferma che tutti dovranno essere tassati, taglieggiati, vessati e se si rifiuteranno dovranno essere puniti, e politici e magistrati e poliziotti dovranno sottoporsi a loro e, se non ci staranno, dovranno essere ricattati o eliminati. Giulti, come un pazzo, inizia a sparare ed è una carneficina. I quattro taglieggiatori vengono tutti uccisi: due di loro prima scientificamente gambizzati e poi finiti con un colpo alla testa ed al cuore da Rossetti, la donna viene uccisa da Mazzarelli, mentre il quarto taglieggiatore verrà giustiziato da Giulti il quale, poi, si ucciderà, dicendo alla figlia che verrà a raccontarle come ha ucciso i suoi assassini. Moriranno anche gli altri, con Palmieri che prima ucciderà un piagnucolante ed implorante Giuni e poi non lascerà scampo nemmeno a Rudy il Marsigliese: nell’ ultima scena, quest’ ultimo proporrà a Palmieri un accordo, ma i suoi scagnozzi in agguato tenteranno di ucciderlo e verranno a loro volta uccisi. Rudy tenta un’ ultima disperata fuga, ma un colpo di pistola farà esplodere la macchina sancendo, così, la fine con un Palmieri eroe e giustiziere solitario che spacca il fucile con la rabbia di chi non ha potuto fare quello chela giustizia gli ha impedito di fare.
Chiaramente, film giustizialista, ma appare anche abbastanza palese che se la giustizia non lavora come dovrebbe, purtroppo anche il semplice cittadino è costretto a mettersi alla stregua del peggior delinquente. In ogni caso, un film che non annoia, che non ha mai un momento di tregua, molto adrenalinico, con un buon cast. Il finale, chiaramente, è abbastanza scontato anche se ti lascia un po’ di amaro in bocca, con il buono che, in qualche modo, trionfa sul cattivo.
Stefano Steve Bertini