Chi mi ha letto in questi anni su Valdichianaoggi avrà capito che il sottoscritto è un amante dei film, cosiddetti, di genere, ed in particolar modo, del genere poliziottesco; ma nel corso negli anni mi sono documentato anche su altre tipologie, guardando film di registi specializzati nel genere “ post apocalittico “, “ thriller erotici “, “ rape and revenge “, che avete avuto modo di leggere nei mesi passati. Uno dei maggiori specialisti dei film di genere è stato il potentino Ruggero Deodato, ex marito della conturbante Silvia Dionisio, che ha avuto modo di dirigere nel film di cui leggerete oggi, “ Ondata di piacere “, un thriller erotico visto da me in tempi recentissimi ed al quale, vi dirò, assegno come voto un 7 striminzito perché da colui che era soprannominato dai francesi “ Monsieur le Cannibal “, ci si aspetta sempre qualcosa di estremo, un qualcosa che vada sopra le righe.
“ Ondata di piacere “ vede, fondamentalmente, quattro attori protagonisti: il britannico John Steiner, l’ italiana Silvia Dionisio, l’ italiano Al Cliver, nome d’ arte di Pierluigi Conti, un nome che, se fosse stato presente negli open credits poco successo avrebbe riscosso e che, comunque anche col nome “ truccato “ poco successo ha avuto, e la, credo, britannica, comunque di lingua anglofona, Elizabeth Turner.
Barbara ed Irem, Dionisio e Cliver, sono sulla spiaggia, lui a testa in giù, con Barbara che gli chiede come sia il mondo alla rovescia e vedono fare sci d’ acqua a Silvia e Giorgio, Turner e Steiner, e Barbara ritiene che quella sia una coppia felice, commettendo un grosso errore, in quanto Giorgio è un potente uomo d’ affari e senza scrupoli, che non guarda in faccia a nessuno ed a causa del quale un uomo che aveva chiesto il suo aiuto si suiciderà ( ? ). I quattro fanno “ amicizia “ e Barbara ed Irem sono invitati sullo yacht di Giorgio. Le due sono coppie molto aperte, almeno all’ apparenza ed attratti fisicamente l’ uno dall’ altra, l’ una dall’ altro ed anche l’ una dall’ altra. Giorgio ha un grosso difetto, l’ essere un alcolizzato cronico, portandolo spesso a sproloquiare ed ad essere violento nei confronti di Silvia alla quale permetterà di concedersi ad Irem, ma solo quando lo vorrà lui. E così, fra scene erotiche e saffiche tutto sommato abbastanza soft, non nello stile deodatiano, forse anche perché c’ era l’ allora moglie,bottiglie scolate e spaccate, approcci non del tutto riusciti ed immersioni subacquee il film scorre senza particolari scossoni fino alla fine quando Silvia tenta di ribellarsi a Giorgio tentando di ucciderlo con un arpione e poi implorando la sua pietà, pietà che non avrà, ferendo Giorgio ad una gamba Silvia e facendola cadere in mare, firmando la sua di lei ma anche la sua di lui condanna a morte in quanto, sotto gli effetti dell’ alcol, Giorgio crede di vedere davanti a sé Silvia che gli appare ferita, ma questa altri non è che Barbara travestita da Silvia, procurandogli uno schock che lo farà svenire; Barbara ed Irem lo vestiranno da sub e lo getteranno in mare senza che questi abbia la possibilità di risalire, giacendo per sempre sul fondali. Il film si chiude con Irem a testa in giù e Barbara che gli fa la stessa domanda dell’ inizio del film e qui scorrono i titoli di coda.
Scene estreme non ce ne sono e, forse, è proprio questo che rende questa pellicola solamente “ piacevole “ senza che ci sia un vero e proprio colpo di scena che faccia sobbalzare lo spettatore dalla poltroncina del cinema, In ogni caso, Ruggero Deodato avrà ampiamente modo di rifarsi con altri film quali “ Uomini si nasce poliziotti si muore “ e soprattutto con l’ iper controverso “ Cannibal Holocaust “ che gli procurò anche traversie giudiziarie.
Stefano Steve Bertini