Uno dei migliori registi del genere poliziottesco, ma forse mai troppo apprezzato, è stato il marchigiano Stelvio Massi, autore di ottime pellicole come la trilogia di Mark il poliziotto o di altre pellicole con Maurizio Merli quali “ Il commissario di ferro “ e “ Poliziotto solitudine e rabbia “. Il film di cui leggerete oggi, l’ ultimo per questa lunga stagione, rientra fra i primi tre migliori del regista, e si tratta di “ Squadra volante “, anno di uscita 1974, con le musiche in certi casi dolcissime, quasi nostalgiche, in altri più da poliziottesco, di Stelvio Cipriani. Protagonisti di questo film sono un superlativo Tomas Milian,in questo film con la sua vera voce, nel ruolo dell’ Ispettore dell’ Interpol Tomas Ravelli, un altrettanto eccellente e cattivissimo Gastone Moschin, che interpreta la parte de “ Il marsigliese “, un efficace, alla sua unica interpretazione in poliziotteschi, Mario Carotenuto, che interpreta il brigadiere Lavagni, Ray Lovelock, il rivoluzionario Rino il suo personaggio e Stefania Casini, nella parte di Marta, la donna svampita del “ marsigliese “.
Tomas Ravelli è un enigmatico Ispettore dell’ Interpol che da Marsiglia si reca a Pavia per indagare su una rapina ad un’ auto, rapina che ha fruttato oltre duecento milioni e rapina in cui ha perso la vita un poliziotto. Uno dei proiettili che ha ucciso lo sfortunato agente, dopo averlo fatto scientemente analizzare, era dello stesso tipo che aveva ucciso la moglie di Ravelli cinque anni prima, Ravelli che da cinque anni ha come unico scopo quello di uccidere chi ha ucciso la donna con la quale era sposato da solo un anno. Ravelli ha un passato abbastanza tenebroso, avendo ucciso, qualche anno prima, due banditi che non avevano più la possibilità di difendersi, ed insieme a lui c’ era anche Lavagni il quale gli viene messo alle calcagna dal Commissario Calò, il quale non apprezza minimamente i metodi usati dall’ Ispettore. Ravelli ha un bellissimo rapporto con la cognata Fede, la quale si preoccupa per lui avendo, l’ Ispettore, anche un bambino che, avendo già perso la madre, subirebbe un trauma notevole. Nel frattempo, fra i cinque banditi che hanno compiuto la rapina non corre buon sangue e ne fa le spese Rino il quale, dopo una breve colluttazione, viene fatto cadere, sbatte la testa e muore. Uno in meno e bottino maggiore e questo è il piano del marsigliese, far fuori tutti i suoi compagni di rapina e poi scappare con Marta. Lavagni continua a stare alle costole di Ravelli il quale, però, nonostante il suo carattere scorbutico, dimostra di apprezzare. I quattro rapinatori, intanto, con un travestimento ecclesiale, tentano di darsi alla fuga, ma un banale imprevisto fa sì che vengano scoperti. Scatta una caccia all’ uomo, con due poliziotti che perdono la vita, ma la stessa sorte capita anche ad un altro dei componenti la banda che, così, resta composta da soli tre soggetti. I tre si rifugiano in un casolare, prendendo una coppia con la figlia adolescente in ostaggio; uno dei complici del marsigliese sente una telefonata di quest’ ultimo alla sua donna, in cui dice che il piano sta andando a buon fine, tenta la fuga, ma il marsigliese lo crivella di colpi. L’ altro complice, in un conflitto a fuoco, viene ferito con il marsigliese che si dà alla fuga. L’ ultimo bandito viene fatto fuori da Ravelli dopo che aveva tentato di violentare la ragazza. Il marsigliese è ormai rimasto solo, è un uomo in fuga, uccide un altro poco di buono che tentava di fregarlo e tenta la fuga con Marta, dopo aver preso accordi con “ il Tunisino “, l’ uomo che dovrebbe aiutarlo nella fuga, ma la Polizia è ormai alle calcagna.
La mattina presto, il Marsigliese arriva al porto, ma è circondato dalla Polizia e getta a terra il mitra in segno di resa. Ravelli gli si avvicina, buttando a terra il tesserino da poliziotto e puntandogli la pistola contro, ripercorrendo con la memoria, e non era quella la prima volta nel film, i momenti dell’ uccisione della moglie e gli spara tre volte, uccidendolo, non prima di dirgli “ Non sono più un poliziotto “. Dopo un quasi abbraccio reciproco con il fido Lavagni, se ne va immerso nei suoi pensieri, con il suo mozzicone di sigaro sempre in bocca, dopo aver fatto vendetta ma sempre con la morte nel cuore.
Bello questo poliziottesco, con scene forti, ma anche di sentimento, con un Milian che personalmente mi piace moltissimo in questi suoi ruoli da “ eroe solitario e smarrito nel tempo “, un Moschin credibilissimo con la voce e lo sguardo da vero killer spietato ed un Mario Carotenuto che ricordiamo per altri generi di film, qui ottimo comprimario senza mai rubare la scena ai due protagonisti. Direi un ottimo esordio nel poliziottesco di Massi.
Fine anche per questa seconda edizione di “ Pillole di poliziottesco “, mi rileggerete fra qualche mese, però vi invito a continuare a seguire la nostra pagina Facebook, che si chiama sempre “ Pillole di Poliziottesco “ e scusate per la mancanza di fantasia, che è quotidianamente aggiornata con news, trailer, open credits e biografie di attori e registi che hanno fatto la storia di questo fantastico genere cinematografico.