L’ ultimo poliziottesco girato da Franco Martinelli, alias Marino Girolami, dopo Roma Violenta e Italia a mano armata, è stato Roma l’ altra faccia della violenza, anno di uscita 1976, con le musiche di Tempera, Frizzi e Bixio. Come sono queste musiche? Abbastanza coinvolgenti ma, a mio parere, piuttosto simili a quelle di un altro poliziottesco, La polizia chiede aiuto. Protagonisti di questa pellicola, che unisce inseguimenti, qualche morte piuttosto truce, drammi familiari, abbandoni, una società molto marcia e personaggi morti all’ inizio del film che poi riappaiono, sono Marcel Bozzuffi, già protagonista di altri film di genere quali La polizia è sconfitta, nel ruolo del Commissario Carli, un Commissario giusto e non dal grilletto facile, Enio Girolami, figlio di Marino Girolami, che interpreta il più impulsivo Commissario Ferreri, Anthony Steffen, protagonista di tanti western all’ italiana dai titoli bizzarri quali Un uomo chiamato Apocalisse Joe e Arizona si scatenò…. e li fece fuori tutti, nel ruolo del tormentatissimo Ingegner Alessi ed, in ruoli minori, Sergio Fiorentini ed un giovanissimo Valerio Merola. Anche in questo film, il filo conduttore sarà quello della vendetta, con un uomo che, dopo aver perso tutto in ambito familiare, rimasto vedovo, con la figlia rimasta uccisa in una rapina e con un figlio ribelle andato via di casa che frequenta compagnie dell’ alta società poco raccomandabili, avrà nella pistola la sua unica compagna fedele e nel desiderio di vendetta la sua sola ragione di vita.
Due rapine rappresentano il filo conduttore di questa pellicola, due rapine che la Polizia giudica essere state compiute dalle stesse persone, ma che in realtà sono compiute da due bande diverse. Nella prima, a compierla sono quattro balordi, Bertè, interpretato da Franco Citti, uno degli attori preferiti da Pasolini, il Biondo, Marcello Monti e Stefano, un ragazzo disadattato, cresciuto in orfanotrofio, al quale Carli ha trovato un lavoro ed al quale è molto affezionato. La seconda rapina, invece, è compiuta da quattro figli di papà che, annoiandosi tutto il giorno, non trovano di meglio da fare che compiere una rapina ad una festa, uccidendo la figlia di Alessi che con il padre aveva un rapporto bellissimo, e stuprare due povere ragazze che avevano fatto il solo errore di accettare un giro in moto con loro, con un Valerio Merola, che interpreta la parte di Andrea, uno dei figli di papà, davvero improponibile quando impugna un forcone per fermare una delle due ragazze che tentava di sfuggire allo stupro ( Massacro del Circeo docet …. ). Il fioraio Nardi, Sergio Fiorentini l’ attore, prima in Commissariato dichiara di aver riconosciuto uno dei rapinatori in cui è morta la figlia di Alessi, salvo poi ritrattare e, pochi giorni dopo, apre un negozio di fiori tutto suo al posto della consueta bancarella. Alle richieste, forse poco ortodosse ma legittime, di Alessi di fargli vedere il contratto di acquisto, Nardi lo esibisce, ma qualcosa non è regolare, così si reca dall’ Avvocato Tarantini, colui che aveva redatto il contratto, prendendolo a male parole e non solo. L’ Avvocato Tarantini viene, quindi, convocato in Commissariato e porta il contratto che è diverso da quello che aveva fatto vedere ad Alessi, con l’ Ingegnere che non si dà pace. Nel frattempo, grazie ad una soffiata, Carli e Ferreri risalgono agli autori della prima rapina, due di loro vengono catturati, Bertè e Monti, il Biondo finisce schiacciato dalle ruote di un autobus, mentre Stefano, non confessando quello che non aveva compiuto e rassegnato a prendere altre botte dopo tutte quelle che già aveva subìto, in carcere si toglie la vita.
Uno dei figli di papà, Guido Laurenti, viene convocato in Commissariato per rispondere di varie accuse; il ragazzo viene accompagnato dal padre, l’ Ingegner Laurenti, e da due Avvocati, i quali portano una lista di testimoni, chiaramente comprati, pronti a giurare che nel giorno della rapina il giovane virgulto era da tutt’ altra parte, con Carli che poi si lamenta, rassegnato, con Ferreri, del fatto che con certa gente è impossibile fare qualcosa perché col denaro si può tutto. I tre ragazzi poi, non contenti, tendono un agguato ad Alessi pestandolo a sangue, ma è da qui che in Alessi scatta la molla della vendetta, vedendo come la Polizia sia impotente di fronte a quest’ ondata di violenza rimasta impunita. Prima, uccide Fabrizio, uno dei quattro autori della rapina in cui era morta la figlia Carol, mentre era in moto, sparandogli un solo colpo. Gli altri tre ragazzi, fra i quali c’ è anche Giorgio, il figlio di Alessi, progettano un agguato all’ Ingegnere: Andrea e Giulio picchiano, con lui consenziente, Giorgio, che poi il padre va a trovare in ospedale, e nei confronti del quale Giorgio dimostra un finto e patetico riavvicinamento consegnandogli le chiavi di una casa fuori città dove, appena uscito dall’ ospedale, potranno andare a stare assieme. In realtà, è tutto un progetto per ucciderlo, anche se Giorgio, pur detestando il padre, non è poi così d’ accordo. Alessi, intanto, insegue ed uccide Andrea fuori città in un vecchio magazzino abbandonato.
Adesso, vi dovrei raccontare il finale, ma non lo voglio fare. Vi consiglio di guardare tutto il film dall’ inizio alla fine, con le scene finali piene di sorprese. Ci sarà il lieto fine? Guardatelo e lo scoprirete. Buona visione!
Un poliziottesco bello, avvincente, pieno di colpi di scena, con alcune scene degne dei migliori poliziotteschi ed una giustizia che non riesce, quasi mai, a fare il suo corso.